” Per Savona il futuro è con la Cina” ha titolato il quotidiano della Confindustria. ‘Da maggio due terminal in sinergia per il traffico merci dall’Asia’. Frutto di un investimento da 150 milioni: 100 in equipaggiamenti e 50 per realizzare l’infrastruttura dove primeggia la piattaforma in mare di 210 mila mq. Ma all’orizzonte c’è burrasca. Il blog NiNiN ha messo in rete un agghiacciante allarme ambientale: “Valori di sostanze cancerogene superiori di 127 volte i limiti consentiti per le aree ricreative, come la spiaggia, guardacaso “dimenticata” dai documenti ufficiali”.
Si scrive che “con i dragaggi, il fango nero risale dai fondali. Ma le opere incredibilmente proseguono incessanti. Pronta un’integrazione all’esposto in Procura nelle mani del PM Carusi. Gli sconcertanti interventi di Roberto Cuneo, Franca Guelfi e Luigi Bertoldi, da ascoltare con estrema attenzione, anche a cura degli organi competenti (vedi anche il video…)”. E’ la battaglia che porta avanti Vivere Vado. Il sindaco Monica Giuliano respinge e attacca: ” Sono dieci anni che Vivere Vado batte sugli stessi tasti e le risposte sono sempre le stesse. Loro hanno avuto cinque anni per fermare il progetto e non lo hanno fatto. Anzi, hanno creato solo un grave danno al paese e i vadesi glielo hanno detto chiaro non votandoli più. Noi non prendiamo decisioni alla leggera, ma basati su precisi pareri tecnici, Oggi dell’ampliamento portuale c’è un estremo bisogno e anche noi vogliamo garanzie ambientali e per la salute ed è l’unica grande opera che porterà lavoro. A Vado ci sono decine di famiglie che vengono in Comune piangendo, disperati, perchè senza stipendio non sanno come andare avanti”.
Sul piatto della bilancia emerge che il futuro terminal portuale di Vado – si legge sul Sole 24 Ore – potrà accogliere sia le portacontenier ultra large, da oltre 19 mila teu (contenitori da 20 piedi), sia in contemporanea navi più piccole, con l’utilizzo di piazzali e magazzini grazie agli spazi in più offerti da vicina banchina reefer. Il tutto all’interno della stessa area doganale. Un progetto che ha favorito l’arrivo degli azionisti cinesi della Cosco shipping port e Qingdao port group nella compagine che governa la piattaforma container in costruzione. I due gruppi asiatici nelle scorse settimane hanno annunciato, insieme alla società danese, la nascita di una nuova joint venture per Vado Ligure tra Apm che mantiene il 51,1% delle quote terminal, Cosco società che di recente ha assorbito China shipping, che acquisisce il 40% e Qingdao che si aggiudica il 9,9%.
Carlo Merli, amministratore delegato di APM, ha dichiarato al Sole 24 Ore, che la piattaforma sarà operativa entro maggio 2018 e già dal giorno uno potrà giovarsi di un bacino di utenti sostenuto anche dalla disponibilità di volumi che è garantita da da alleati forti come i due gruppi cinesi. Casco alimenterà il futuro traffico della piattaforma con i propri flussi di contenitori destinate al West Mediterraneo; mentre Qingdao permetterà di avere una finestra di scambio con lo scalo che essendo uno dei principali centri logistici della Cina, ha un bacino di utenza che può essere indirizzato a Vado. La gestione della piattaforma resta ligure, ma esiste la possibilità di un ingresso di management rappresentativo dei soci di minoranza.
Gli spazi: 30 mila mq di magazzini coperti a temperatura controllata nonchè piazzali che potranno essere utilizzati di servizio ai 210 mila mq della piattaforma. Con i due terminal che lavorano insieme ha aggiunto Merli, il porto di Vado avrà una capacità massima di 1,2 milioni di teu. “Importante – ha concluso il manager – che il periodo di transizione, nella prevista unione del porto di Savona con quello di Genova, non crei problemi. Anche perche a Savona c’è sempre stato un rapporto eccellente tra operatori portuali e istituzioni e questo è un patrimonio che si deve difendere“.