Sono circa 16 anni che ho lasciato alle mie spalle la lunga odissea libraria durata più di un trentennio. Senza nostalgia e rimpianti. Mi sono sempre tenuto aggiornato nel campo, anche se ora leggo molto meno , ma conosco abbastanza il panorama attuale. A parte che nel fine millenio c’è stata moria di scrittori e di idee nuove riguardo la letteratura italiana.
Quanta delusione negli anni ottanta dagli emergenti einaudiani e feltrinelliani. Mondadori era una cosa a parte ovvero puntava su un’autore, martellava su tutte le testate in possesso e in tv e per forza, anche se era l’ultimo cretino, vendeva, ma anche lì….quanta carta al macero.
Cominciai ad amareggiarmi quando in classifica su “Tuttolibri” ai primi posti c’erano solo libri di umorismo (ricordo specialmente “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano…”.e tutto il seguito, addirittura anche Wanna Marchi scrisse un libro…….)….Questa la diceva già lunga, ora sembra ancora peggio…
Una morte totale, va bene solo ai giallisti, sembra che gli italiani non leggano altro! Ha più fatto danni Andrea Camilleri, un vero marpione, che lavorando da sempre dietro le quinte della tv ha pedissequamente misurato le possibilità di un successo, di soldi, …e tutti a copiarlo, a scimmiottarlo…
Ma esiste anche, nella nostra tradizione, il romanzo, con un inizio e una fine, senza bisogno di aggiunte, di parafrasi, di sceneggiati, dov’è?
Meglio anche che qualche autore del passato finalmente sia passato di moda, mi vengono in mente quelle tristi liste che i “professori” davano per l’estate. Siamo andati avanti una generazione intera sempre con la stessa lista. Chi legge ancora Cassola, Moravia eccct eccct.
Mi sembra, se non ho inteso male, che lo Stato dia un buono per far aggiornare insegnanti ed alunni, aggiornarsi leggendo quali romanzi italiani? E’ un periodo dove la saggistica ha una grande professionalità, come l’aveva nel secolo scorso, ma la narrativa?
Dove sono le voci nuove dei giovani, dove sono le idee nuove, dove vanno gli ideali del buon scrittore? Nessuno che li stimoli, almeno un tempo c’era i saggi ed ironici lazzi di Flaiano, fine uomo pubblico, ma pessimo marito e padre, ognuno ha sempre dietro difetti!!!!!
Dopo un’indigestione di romanzi storici o pseudo, tutti a copiare Umberto Eco, anche se l’idea de “Il nome della Rosa” arrivava da una finissima e poliedrica insegnante di filologia tedesca torinese , ora vedo e mi ripeto solo giallo, terribilmente triste giallo. Pensare che anche Geroges Simenon era conosciuto per i suoi gialli, ma quanta bellezza nei suoi romanzi veri!
Mi sembra che in Liguria la situazione sia la stessa, da una parte saggi di ogni genere , a volte fin esasperanti, non oso numerarli, e dall’altra solo assassini, investigatori, indagini.
A quando un nuovo Biamonti, a quando una voce fuori dal coro, a quando un Orengo, anche se a volte leggero, a quando una voce poetica per continuare la scia di Montale e Sbarbaro? Rimane la isolata voce di un poeta “nostrano” ovvero Giuseppe Conte , leggetelo, leggetelo. Ah , la poesia…..
La poesia, tra i poeti liguri, è una enorme massa di fili intrecciati, anzi ingarbugliati, arruffati, senza mete, senza novità, senza nuova linfa. Solo un poeta c’è, un vero poeta, se ne sta nascosto, tra le brezze alassine e il nostalgico paese in val di Prino. Lì si che la poesia sale in alto, eleva lo spirito e il godimento della parola., poeta nel vero senso, senza confini ligustri o italici……..A voi scoprirlo, leggerlo, amarlo e, per dirla alla moderna “condividerlo”. Buona caccia !
Gerry Delfino