Sul Secolo XIX, di lunedì 10 ottobre, il giornalista Alberto Parodi racconta delle vicissitudini subite dalla Signora Anna Tarenzi, titolare della paninoteca “il pane nudo” a seguito di una denuncia posta in essere dall’Architetto Andrea Canziani, Soprintendente per i Beni Ambientali della Liguria (vedi a fondo pagina).
Mi pare opportuno riproporlo all’attenzione dei lettori di questo blog, a dimostrazione di come le normative italiane che dovrebbero regolare settori di fondamentale importanza architettonica culturale, oltre che paesaggistica, siano ormai soggetti ad interpretazioni strettamente personali con tutte le conseguenze negative in tempo e denaro che il caso può comportare al richiedente.
Ogni Soprintendente pare abbia la sua personalissima scuola di pensiero, di indirizzo e, conseguentementre, di azione. Azione talvolta dovutamente repressiva, ma sembrerebbe, allo stato dei fatti, soggetta ad una doppia morale. Ed anche qui non si capisce il perchè.
Tutto ciò a conferma di quello che scrivevo, denunciato con dati di fatto (con la soddisfazione di oltre 1000 visualizzazioni) sul No. 17 del 15/01/2015 “Noli, squallida realtà” di Trucioli,it (vedi….).
Rimane tuttavia “l’amaro in bocca” per la vicenda “castello” nel constatare che tutto ciò che è stato eseguito in maniera difforme, tra l’altro con spese di materiale non previsto, poi sostituito, ma pur sempre pagato da “pantalone” nolese ( cosa vergognosa!!!!!! da Corte dei Conti) rimanga impunito perchè lo stesso Soprintendente menzionato nell’articolo, l’ Arch. Andrea Canziani, non ha ritenuto di prenderne atto, e di conseguenza denunciare alla Procura di Savona, con le stesse modalità d’intervento istituzionale (Carabinieri), le palesi prescrizioni non rispettate.
Molte sono le persone interessate (ignoranti in materia come il sottoscritto) che attendono sempre la disponibilità del Soprintendente (magari sollecitato dal Sindaco, richiesta da tempo a lui formulata ma sempre disattesa avvalendosi della facoltà di non rispondere) ad indire un incontro di pubblico interesse per spiegare il concetto di “coevoluzione” che riguarda la novità del “CORTEN” utilizzato nel restauro. Poter apprendere l’utilità di questo metallo che, gratuitamente e sempre più marcatamente, tinteggia di colore ruggine quelle pietre poste una sull’altra, pietre che con il loro immutato classico colore candido delle nostre antiche cave, reggono da secoli le mura del castello. Potremo finalmente saperne di più; essere quindi convinti che lo “squarcio” per la realizzazione di un ascensore era necessario alla valorizzazione/restauro/conservazione di questo monumento nazionale.
Carlo Gambetta