Il nuovo PUC di Albenga prevede altra cementificazione. Con due ipotesi di crescita: una “prudenziale” e una decisamente ottimistica, ma dipinta come in linea con tendenze attuali. Entrambe, però, sono infondate: già a fine-2015 ci sono 165 abitanti in meno rispetto al 2010. Per il periodo 2011-2015, un debole aumento del saldo totale (+17 unità annue) era dovuto all’immigrazione. Col nuovo PUC che toglierà circa 60 ettari all’agricoltura, facendo perdere posti di lavoro in un settore che impiega molti immigrati, anche quel debole aumento è messo in forse. Scendo in campo anche Igi Viveri per l’Osservatorio Pubblico.
Escludendo gli stranieri, infatti, tra il 2005 e il 2014 gli albenganesi residenti sono diminuiti di 669 unità: la popolazione è, dunque, stabile, ma tende a diminuire.
Il dimensionamento del PUC, però, prima ipotizza irreali incrementi di cittadini, poi ragiona, scorrettamente, in termini di nuove famiglie; queste, per quanto sembri strano, possono aumentare anche se la popolazione diminuisce: un nucleo può originarne molte (separazione di coniugi, residenze solo formali, ecc.) e, oggi, le famiglie unipersonali sono in aumento. Perciò, siccome ad aumento di famiglie NON corrisponde aumento di popolazione, dati e ipotesi andrebbero rivisti: Peraltro essi appaiono creati apposta per trovare a tutti i costi deficit edilizi e l’oscurità d’impostazione del PUC ne complica l’analisi e addirittura la distinzione.
Di certo, la parte del dimensionamento dedicata alla vera pianificazione prevede appartamenti di 100 mq, metratura fuori mercato e incoerente già con gli incrementi di popolazione dichiarati. Infatti, considerando i 25 mq di legge a persona, si scopre che si farebbe posto a 8410 nuovi abitanti; accettando, invece, quelli ipotizzati, a ognuno spetterebbero 270 mq: una magione per famiglia.
In breve, il fabbisogno ipotizzato non arriva a un quarto dell’effettivamente pianificato. Ed è sempre un fabbisogno basato su stime irreali! Questo Piano, dunque, va respinto, nel merito come nel metodo. Nel merito, il calcolo del fabbisogno abitativo si basa su un computo distorto della popolazione. Quanto al metodo, invece, le obiezioni sono due. Anzitutto, non si può dedurre un deficit edilizio su ipotesi ingiustificate e ingiustificabili, come non si può cercare di giustificarle col deficit edilizio medesimo: è un ragionamento circolare. Inoltre, si tace che il PUC è una normativa, la quale resta fissata e vincolante anche con variazioni di popolazione pari a zero, o addirittura negative. Insomma, pare un lavoro commissionato per inventarsi un fabbisogno.
Resta incomprensibile il perché un Comune come Albenga voglia deprimere l’agricoltura, settore che rappresenta la storia del suo territorio. Ha buchi di bilancio e cerca risorse svendendo quel che gli resta, cioè il territorio medesimo? Così facendo, però, espone interessi collettivi e beni pubblici all’influenza del mercato e dei privati, con tutti i relativi problemi giuridici, amministrativi ed economici. Specificatamente riguardo a questi ultimi, il PUC potrebbe pure rivelarsi inefficace: siccome l’offerta non crea sempre la domanda, non è detto che il pianificato (ossia ciò che può essere costruito), sarà davvero realizzato. In tal caso, dopo l’addio già in partenza alla tutela del paesaggio, alla funzione sociale della proprietà privata e alla razionalità dello sfruttamento del suolo, addio anche alle agognate risorse!
Il nuovo Puc cambia in modo consistente l’assetto del settore agricolo. 60 ettari di terreno non più agricolo rappresentano per i proprietari un danno non solo fiscale( per via della tassazione maggiore dei terreni edificabili), la loro mutata destinazione impedirà la partecipazione a pini di sviluppo agrari e relativi investimenti previsti. Ecco il testo integrale delle osservazioni….
Osservatorio Pubblico – Albenga