Con una delibera di giunta il Comune di Alassio ha ricorso, in appello, alla Commissione Tributaria regionale per una controversia con l’alassino – operatore turistico balneare Gian Emanuele Fracchia, appartenente ad una famiglia tra le più conosciute ed affermate della cittadina. In particolare papà Gian Paolo, estraneo al caso, esponente politico di lungo corso, assai introdotto nella vita pubblica locale, provinciale e regionale.
Non poteva certo passare inosservata il verbale di deliberazione della giunta comunale (vedi….) che ha per oggetto: ” Atto di appello alla Commissione Tributaria Regionale Liguria da parte del sig. Fracchia Gian Emanuele su sentenza 669/ 2015 favorevole per l’Ente. Adempimenti conseguenti”. In altre parole si tratta di un contenzione tributario – non è dato a sapere la natura – in cui il contribuente ha fatto ricorso ad una ‘cartella esattoriale’ del Comune e la Commissione tributaria provinciale di primo grado (a Savona) ha dato ragione all’ente. Fracchia come è suo diritto ha interposto appello e a questo punto, appare altrettanto plausibile che il Comune si è a sua volta costituito. Va aggiunto che per una comprensibili riservatezza non siamo riusciti a sapere qualcosa di più. Come accennato, l’importo del contendere, la natura o se ci sia di mezzo qualche altro intoppo come la regolarità di una notifica pur sempre di natura tributaria.
Nelle premesse della delibera emerge l’iter della causa. Il 4 febbraio 2016 è stato notificato al Comune l’atto di appello alla commissione Tributaria Regionale (secondo grado) da parte di Fracchia. L’esercente ha appellato la sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Savona del giugno 2015 che ha giudicato fondata la richiesta del Comune. Il 3 giugno scorso l’appello bis. In realtà dagli atti la ‘lite’ pare emergano due ricorsi forse riuniti: numero 473 del 4 giugno 2015 e 26 novembre 2015.
Nella delibera ( sindaco Canepa, vice sindaco Zioni, assessori Rocca, Rossi e Vinai ), come da prassi, danno mandato a rappresentare il Comune al responsabile dell’Avvocatura comunale, avv. Simone Contri, “attribuendogli ogni più ampia facolta a difesa degli interessi del Comune e l’impegno di spesa sarà determinato in sede di definizione della controversia con separata determinazione dirigenziale.