Due novità, tra le tante, ‘sgorgano’ nella marcia di avvicinamento al 5 giugno, data probabile in cui si vota per le comunali. Gianni Gigliotti, osservatore attento e testimone storico, descrive l’avanzare di ‘Savona dei Valori’ e le pessime diatribe socialiste. Intanto sulla sponda più solida e poderosa del Pd si fa strada l’ipotesi che il candidato forte Livio Di Tullio ha il sostegno di un savonese che “più forte non si può”. Quel Luciano Pasquale, promosso nel Cda di Carige – lista Malacalza. Al primo posto c’è Giuseppe Tesauro (presidente), lo stesso Malacalza (vice), quindi Pasquale (espressione della Fondazione). E il loanese Giampaolo Provaggi.
Per Livio Di Tullio, una vita da sindacalista in Cgil, uno dei ‘nomi eccellenti’ descritti nel libro “Il fallimento perfetto” che di segreto non dovrebbe avere più nulla, il sostegno del ‘plotone Pasquale‘ è tanta manna, conquistata giorno dopo giorno nelle fatiche consumate a Palazzo Sisto IV. Federico Berruti ha deluso tanti, troppi, Livio Di Tullio resta una ‘garanzia’ per ‘Savona che conta’. La ‘Savona dei poteri forti’ che in tanti hanno cercato invano di demonizzare, scoprire, svelare, aggredire, fraternizzare con la fratellanza massonica. Non sono mancati, nello sforzo, neppure alcuni quotati giornalisti. All’inizio Marco Preve (dalle pagine di Il Lavoro – la Repubblica) non ha perso occasione per ‘accerchiare’ Luciano Pasquale, all’epoca coinvolto in un’inchiesta giudiziaria poi andata a buon fine.Quindi i retroscena della casa acquistata da Luciano Pasquale da una società di Andrea Nucera ,descritti, con tanto di atto notarile, sul blog di Mario Molonari. Le frecciate di Bruno Lugaro negli anni in cui in provincia di Savona Pasquale poteva governare tre ‘potenze’, dalla cassaforte Carisa, alla Camera di Commercio, all’Unione Industriali. Quell’uomo è davvero un enigma ? No, è semmai più preparato, meritocratico, concreto, lungimirante, diffidente quanto basta, astuto quanto serve. E non alza mai la voce, non inveisce. E’ un signore con la S maiuscola. Il cerchio di amici fidati è ristretto, sodale e coeso. Il tradimento non è ammesso. Qualche volta l’uomo forte e autorevole di Savona e provincia ha puntato su ‘cavalli’ sbagliati, deludenti . Non ha impiegato molto tempo a ricredersi. Conosce gli avversari temibili, ma anche le loro debolezze, i limiti, i punti deboli. Sa aspettare sulla sponda del fiume.
Luciano Pasquale punta sul fidato e affidabile Di Tullio, compagno riformista non troppo, tenace ed audace, 87 titoli da gennaio ad oggi sul Secolo XIX, in larga misura negativi. Con Di Tullio, il riflessivo Pasquale, ha già benedetto con l’acqua santa l’ottimo Federico Delfino, candidato forte alla presidenza Fondazione De Mari. Non solo, Delfino gregario di Pasquale e capo squadra nel Campus Universitario dove, grazie alla stima che lo circonda, può fare valorosi proseliti capaci di ‘evangelizzare’, veicolare le future doti di Di Tullio sindaco di Savona. La meritocratica Cristina Battaglia si metta il cuore in pace. Senza l’asso nella manica degli incursori fratelli di Pasquale (professionisti, imprenditori, gota degli affari e del commercio) è impossibile sedersi sulla poltrona di sindaco di Savona. Il sindacalista pesca a sinistra ed il suo alleato banchiere -manager pesca a destra, nell’elettorato moderato e ‘colto’, scajolano incluso. Di Tullio vince, Pasquale trionfa, Savona annusa e tace. (L.C.)
Elezioni comunali di Savona
NEL POLLAIO, TANTI GALLI E MOLTE VOLPI
Una impresa straordinaria, unica nella storia della politica Savonese, e non solo, se terrà il collante tra Vecchio PSI e nuovo PSI, Futuro è Socialismo, Savona Civica, Altra Savona, Pensionati, Unione Italiana, Italia dei Valori e qualche infiltrato alieno che ‘tutto va bene signora la Marchesa’.
Mai giorno più consone di venerdì 1° primo aprile, tradizionale ‘pesce’, triglia o scorpina che sia, per il ‘Conclave’ convocato da ‘Savona dei Valori‘, ultima denominazione accertata di questa lista mutante, precedentemente appellata come ‘Alternativa Socialista‘, ‘Savona dei Cittadini’, ‘Azione Socialista’, probabile e in predicato qualcosa ancora di diverso.
All’inizio ‘fu giorno’, con la volontà e l’orgoglio di proporre una ‘lista socialista autonoma’, sintesi del PSI, nuovo PSI, Futuro è Socialismo, a distanza di anni a risvegliare la storia del socialismo savonese, nei suoi valori, nell’esempio di Sandro Pertini: per anni, in tale intento, ‘Azione Riformista’, libera voce e megafono, ha cercato di ricomporre diatribe, malesseri, cattiverie e quant’altro tra le tre componenti riuscendo nell’intento pur tra mille difficoltà e ostacoli iniqui e contrapposti.
Purtroppo, nel corso del progetto, ad opera di ‘alcuni soldati di ventura’ in esuberanza di ribalta e ambizioni fuori luogo, sono stati volutamente ‘cercati e arruolati’ altri gruppi estranei in tutto e per tutto allo spirito del socialismo, con un inquinamento e uno stravolgimento senza ritegno (Bettino Craxi si starà rivoltando nella tomba vedendosi supportato dalla’ ‘Italia dei Valori’).
Non vogliamo essere malevoli ma sfiora il dubbio (brutta cosa!) che la consistente disponibilità economica dichiarata dalla lista per le spese della campagna elettorale abbiano inopportunamente risvegliato vecchi e mai dimenticati comportamenti.
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La differenza tra una ‘lista autonoma’ (o civetta) e una ‘lista civica’ consiste nel fatto che nella prima possono confluire candidati con tessera di qualsiasi partito, anche di diversa ideologia, come appunto in ‘Savona dei Valori’.
Nella seconda, civica, solo candidati della società civile, senza alcuna tessera di partito, ad evidenziarne lo spirito volto esclusivamente alla soluzione delle problematiche della città e nell’interesse dei suoi cittadini: così è per ‘Anima Savona’ dove per correttezza i promotori della lista a suo tempo iscritti al PSI, hanno chiarito la loro posizione, dimettendosi coerentemente, sia pure in tempi diversi, Marco Pozzo, Pesce, De Montis, Costantino e altri.
LA MORTE CHE ACCETTIAMO E’ SOLO QUELLA DEGLI ALTRI
La morte che accettiamo è solo quella degli altri, mai la nostra: tanto è vero che per giustificare questa presunzione, camuffiamo le guerre nei Paesi nei quali siamo coinvolti come ‘missioni di pace’.
Nel 2009 Barak Obama, in una delle sue prime esternazioni appena eletto, dichiarò che sognava una guerra combattuta solo con i robot per risparmiare la vita ai soldati americani, concetto impercettibile nel sotto intendere che debbono morire solo i ‘cattivi’ nemici, anche se presunti o tali, e non gli ‘amici’, che evidentemente ‘la morte non è uguale per tutti’, con buona pace degli insegnamenti Cristiani, insomma è giusto che ‘tu devi morire, io no’.
Oggi con l’utilizzo dei droni telecomandati tutto ciò è fattibile, via a sganciare bombe di morte, anche su popolazioni inermi, bambini, donne e vecchi senza alcuna giustificazione se non colpevoli di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato, al di là di ogni concezione di dignità umana e di misericordia, a tale proposito vorremmo conoscere il pensiero di questo nostro straordinario Papa Francesco.
Ci sarà, forse, una terza guerra mondiale di distruzione totale: quello che è certo, nella eventuale quarta guerra e che si ritornerà a combattere con le fionde.
Gianni Gigliotti