Lo stanziamento da parte della Regione Liguria di 20mila euro per i dialetti, sia nella loro forma originaria, sia in quella “evolutiva” che prevede persino la discutibilissima creazione di neologismi, appare difficilmente motivabile , in una situazione nella quale le risorse appaiono sempre più limitate. Le priorità sono altre, la sanità, la scuola, i servizi sociali in cui concentrare le scarse risorse disponibili.
Ma, se si tratta di potenziare le lingue, l’interesse prioritario deve riguardare la lingua italiana che appare sempre più “precaria”. In seconda battuta, andrebbero potenziate , in una regione turistica, le lingue straniere per il personale di alberghi,ristoranti,negozi che rivela a volte carenze vistose in questo campo,dando un’ immagine complessiva non positiva agli stranieri che frequentano le località della Riviera.
Non ultimo, sarebbe necessario un impegno per insegnare l’italiano agli stranieri residenti che tenti un’integrazione difficile ma essenziale per il futuro. Oggi bisogna sostenere il presente e promuovere il futuro ,se non ci si vuole avvitare su retaggi del passato che possono avere anche una loro importanza,ma sono totalmente distanti ai problemi dell’oggi. Nessuno oggi rimpiange quando ad Alassio, stava scritto a caratteri cubiltali “Arasce “.
prof. Pier Franco Quaglieni, Presidente fondatore del Centro “Pannunzio”
LETTERA DA SAVONA DELL’INGEGNER PAOLO FORZANO
Sono andato a Genova per vari motivi, tra cui fare le analisi del sangue e delle urine. Di solito vado all’ospedale Galliera, più veloce e meno stressante di quanto non sia fare le stesse analisi al San Paolo a Savona.
Vi è mai capitato che al Cupa dell’ASL2 per le analisi vi mandino la settimana successiva a Carcare? Se rifiutate tale locazione vi fanno firmare un modulo di rifiuto, e poi vi fanno un’altra proposta magari a Pietra Ligure, sempre la settimana successiva? Stress e spese inutili, visto che anche a Savona un laboratorio di analisi c’è! Che dire del dover aspettare almeno una settimana per analisi “correnti” niente di speciale!
E che dire ancora di dover portare da casa un campione delle preziose urine del primo mattino? Avete poi provato la procedura di ritirare le analisi in rete? Disponibili almeno una settimana “dopo” il prelievo! Mi è capitato di avere le analisi divise in tre gruppi, per ognuno dei quali c’era la necessità di accedere al sistema informatico con una chiave di accesso incredibilmente lunga e con una password anche lei estremamente lunga: operazione da effettuare tre volte. Non si capisce proprio la settimana di attesa tra prelievi e referto: mica il sangue starà tutto quel tempo in attesa, mica una volta che le macchine di analisi fanno il loro lavoro il documento viene “tenuto” lì per giorni. Il sangue deve essere analizzato “subito”, ed il referto effettuato da computer è anche lui pronto subito!
Ed allora? Perchè tutti questi tempi? 15 giorni per comuni analisi!
Ebbene al Galliera la musica è tutta un’altra. Ieri, dicevo, sono andato al Galliera a fare le analisi. Alle 7:21 ho prelevato il mio ticket al Cupa. Poi si può stare in attesa sia in una saletta con sedili a disposizione, o nelle immediate vicinanze con altri posti a sedere. Nella saletta c’è uno schermo di grandi dimensioni che mostra gli ultimi numeri chiamati. Quando chiamati si attraversa una porta automatica a vetri e si accede al CUPA che è una saletta con una decina di postazioni a scrivania con poltroncina per il richiedente che si siede comodamente.
Ad operazione conclusa si paga col Bancomat e di lì si prosegue verso la sala prelievi, con lo stesso numero di prenotazione di prima. Tabellone informatizzato con i numeri chiamati. Poltroncine di attesa. Un robot prepara automaticamente le provette etichettate per i prelievi di sangue, ed una etichetta per il prelievo delle urine. Quando è il proprio turno si procede verso la saletta prelievi “sangue”, e successivamente si viene “attrezzati” di un bicchiere di plastica, una pipetta ed una fialetta per le urine, attrezzi che servono a concludere l’operazione nel bagno accanto.
Ore 10:30 finito tutto! Si può andare! Circa 3 ore e dieci minuti!
Un’altro mondo? No, solo un’altra ASL, sempre in Liguria! Ma non è finita: i prelievi fatti alle ore 10:30 passano con continuità al laboratorio analisi. Nel mio caso il laboratorio ha preso in carico le mie “fialette” alle ore 11:55, ed alle 16:34 ha già emesso il referto piazzandolo sul sito dell’ospedale. Alle 16:41 ho ricevuto una mail che mi avvertiva che il mio referto era disponibile.
Sul sito accessibile con una user molto facile e con una password altrettanto facile ( a mia scelta) ci sono tutte le mie analisi precedenti, oltre, ovviamente a questa ultima. Nessuno cancella niente! Niente di astronomico: solo un po’ di organizzazione e di buon trattamento dell’utente!
Paolo Forzano, ingegnere pensionato (nella foto)
LETTERA 3
Direttore Generale ASL2 Savona
a seguito di una mia richiesta, in data 3 settembre 2015, di migliorare il funzionamento degli ascensori per il pubblico dell’ospedale S.Paolo ho ricevuto una risposta dal Direttore delle Relazioni Esterne.
Tale risposta sostanzialmente mi trasferisce una relazione tecnica sull’oggetto della mia richiesta da parte del Direttore dell’Ingegneria Clinica. In tale relazione, a proposito di malfunzionamenti nella chiusura porte, si afferma che a seguito di verifica non si è riscontrato nessun problema, e che quanto da me riscontrato poteva essere dovuto a qualche elemento estraneo occasionalmente inseritosi nelle guide. Certamente può essere.
Vorrei puntualizzare che il problema più importante per gli ascensori non è tanto l’aspetto manutentivo, quanto l’aspetto automazione.
Devo dire che le porte dell’ascensore 14 sono piuttosto traballanti, e l’evento da me descritto, nella mia lettera del 3 settembre, era piuttosto ripetitivo: le porte hanno tentato una chiusura almeno 6/7 volte, sia al piano terra che al piano -1 dove l’ascensore è andato senza che ci fosse nessuna persona. Ecco questo è un’altro punto cruciale: andare al piano -1 senza evidenti richieste. E’ vero che può essere che un eventuale richiedente al -1 ha preso un altro ascensore, ma una buona programmazione dovrebbe inviare un solo ascensore e non entrambi gli ascensori.
Questo punto della programmazione degli ascensori 12, 13 e 14 per me è fondamentale. Infatti una corretta programmazione, tramite una centralina a controllore logico programmabile PLC consentirebbe una migliore gestione dei tre impianti, smaltendo meglio le code di attesa dei pazienti, dei visitatori e del personale dell’ospedale.
Attualmente, per mia esperienza diretta in molte occasioni purtroppo, gli utenti attendono troppo a lungo l’arrivo di un ascensore, gli utenti brancolano tra un ascensore e l’altro premendo tutti i bottoni, l’ascensore carico al massimo si ferma ai piani intermedi per chiamate dal piano quando la richiesta non può essere evasa per troppo pieno.
Capita anche che un ascensore carichi tutte le persone e ne arrivi un altro inutilmente. Non parliamo poi delle gite al piano -1, le chiamo gite perchè ci siamo andati spesso, io ed i miei occasionali di viaggio in modo totalmente inutile perchè non c’era nessuno. E’ questo il miglioramento che una centralina unica di prenotazione consentirebbe: utilizzare “bene” nel miglior modo possibile gi attuali ascensori, che come numero potrebbero essere sufficienti se gestiti al meglio della tecnologia di automazione attuale. Per esempio un sensore infrarossi potrebbe anche rilevare “assenza” di persone al piano, e quindi sopprimere una richiesta senza senso. Ascensori vecchi, automazione nuova per buoni risultati. Vale anche e specialmente per gli aerei militari che con nuova elettronica hanno nuova vita.
L’ing. Franco Traverso, il Direttore della S:C: Ingegneria Clinica ha osservato che occorrerebbe una analisi del traffico, ed anche un oneroso investimento economico. Su questo osservo che “conoscere” meglio il problema è sempre necessario per fare le scelte giuste, sull’oneroso rispondo che chiaramente l’automazione efficace dei tre impianti avrebbe un “costo” ma per contro si ha un servizio migliore a parità di impianti in uso, ed anche una loro minor usura e necessità di manutenzione. Quanto “oneroso” non saprei, me vantaggioso sicuramente.
Mi permetto un addendum a questo scambio di idee che abbiamo avuto sugli ascensori: vorrei segnalare un problema agli ascensori 7 ed 8, quelli riservati al personale per trasporto lettighe. Ero al piano dove un infermiere con molta difficoltà faceva entrare un letto nell’ascensore: il letto urtava contro il telaio della porta dell’ascensore. Ho scambiato con l’infermiere e con un Primario lì presente alcune osservazioni. Il Primario diceva che sarebbe forse stato necessario realizzare due ascensori più comodi per quel servizio. Io ho ribadito che forse il problema poteva nettamente migliorare se si facilitava l’imbocco sostituendo solo le porte con porte con un telaio più largo anche di pochi centimetri, ed inoltre realizzare all’esterno un invito laterale in modo tale che il letto sia automaticamente diretto verso l’apertura piuttosto che andare a sbattere contro il telaio della porta.
Ringrazio per l’attenzione che mi avete riservato e porgo cordiali saluti
Paolo Forzano