Una lettera sul periodico on line BJ Liguria, diretto Mario Bottaro, ex caporedattore del Secolo XIX, porta alla ribalta una nuova clamorosa e sconcertante verità sulla sorte della differenziata, post riciclo E’ ufficiale, in Liguria solo 0,9 % è in grado di incassare i contributi dei Conai. Percentuale fanalino di coda nel Belpaese.
LA LETTERA PUBBLICATA – Bravi ottimo articolo mi piace sopratutto la conclusione << differenziata è sempre presentata come un costo anziché una risorsa. Dovrebbe cambiare l’atteggiamento» ma attenzione, anche la RD fatta come da noi è una truffa, perchè prima della chiusura, tutto veniva “sotterrato” a Scarpino mentre oggi viene inviato alla catena degli inceneritori Parma, Torino e Iren incassa i soldi delle nostre bollette e i grassi incentivi statali grazie al cosiddetto “ricupero energetico”, insomma queste lobby arraffano soldi da tutte le parti a loro i benefici, mentre a noi Cittadini rimangono gli enormi costi in termini di danni alla salute e al territorio.
Al presidente di Amiu vorrei fare una sola domanda alla quale nessuno nella pubblica amministrazione ha mai dato una risposta.
Quant’è la percentuale di materiali post consumo riciclati a “regola d’arte” ? (cioè i soli in grado di incassare gli ingenti “contributi” dei Conai)?
Rispondo io con dati certi:
In Liguria è lo 0,9 %.
Già, quanti soldi buttati in discarica invece che destinarli per gli asili nido, assistenza agli anziani, ai disabili, non autosufficenti, manutenzioni, marciapiedi …ringhiere…pulizia, decoro etc…continuo a sostenere che inceneriamo l’equivalente di 15 milioni di €uro l’anno….che potrebbero aumentare fino a 25 se si rispettasse la percentuale d’obbligo del 65%.
TARIFFE A CONFRONTO IN LIGURIA TRA DIFFERENZE E CURIOSITA’
….Nel caso della famiglia tipo italiana, ovvero con tre componenti e un’abitazione di 108 mq, a fronte di una spesa circa 290 euro/anno, valore che sale a quasi 350 euro/anno se si tiene conto della popolazione residente, in Liguria si registra l’esborso minore nel capoluogo spezzino con 280 euro/anno e quello maggiore a Genova, con oltre 360 euro/anno.
Sulle utenze non domestiche, Imperia risulta conveniente per gli alberghi, ma non per i ristoratori, in modo speculare si muove il capoluogo spezzino; se Genova rimane piuttosto stabile in graduatoria, a Savona godono di una posizione di vantaggio le attività industriali. Analizzando in modo più dettagliato i dati, un albergo a Ventimiglia paga 6.490 euro, a Bordighera 3.518 euro, una struttura ad Alassio paga 6.434 euro contro i 2.237 di Carcare, in provincia di Genova i due estremi sono Busalla con 2.531 euro e Cogoleto con 10.809, mentre nello spezzino si va dai 4.229 euro di Sarzana agli 11.382 di Vezzano Ligure. Per quanto riguarda i ristoranti in provincia di Imperia si va da un minimo di 2.782 euro a Taggia a un massimo di 6.013 di Ventimiglia, in provincia di Savona dai 966 euro all’anno di Borghetto Santo Spirito ai 5.175 di Quiliano, in provincia di Genova dai 1.334 di Serra Riccò ai 7.488 di Genova, mentre nello spezzino il minimo si paga a Sarzana con 1.813 euro, il massimo a Levanto con 7.124.