C’era una volta Monesi: tv e giornali la definivano ‘piccola Svizzera’. Era il volono della Valle Arroscia e dell’Alta Val Tanaro. Ma due drammi famigliari (dei fratelli – il conte Enrico, Roberto, Ingo Galleani – banchieri e possidenti, tra liti intestine, inchieste, pignoramenti, dissesto e Armando Lanteri, morto in un incidente sul lavoro) causarono un terremoto a catena. Dagli anni del boom edilizio e turistico, si è passati alla crisi nera, al deserto, ai topi. Solo la giunta regionale di sinistra di Burlando e Paita ha rispettato in parte almeno gli impegni. Dalla insaziabile greppia’ di Imperia & Affari & Politica tante promesse. Ora un assessore provinciale, Paolo Ceppi, farmacista, libero battitore, ha preso a cuore, senza passerelle televisive, il ‘dramma’: “Ora o mai più.. . La potenziale risorsa Monesi coinvolga tutti”. Un passato di sprechi e ruberie, occasioni perse, progetti rimasti nel cassetto, manca l’ultimo finanziamento per completare la seggiovia, infrastruttura vitale nel contesto Alpi Marittime liguri e cuneesi.
Meriterebbe un applauso il contenuto dell’interrogazione urgente presentata l’11 febbraio scorso dal capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, l’architetto Marco Melgrati che conosce peraltro le due Monesi (di Triora e Mendatica) quale ospite saltuario. Anche lui potrebbe fregiarsi, dicono gli amici, del titolo nobiliare di ‘conte’, così come il ‘conte Enrico Galleani‘, la mente dei tre compianti fratelli. E’ stato nel dopoguerra, fino agli anni ’80, il banchiere di Alassio (con filiali a Laigueglia ed Albenga ). La banca amministrava un patrimonio allora stimato in un’ottantina di miliardi, tra proprietà immobiliari nella Baia del Sole, a Garlenda – Golf, a Ceriale, sulla Costa Azzurra, a Monesi. Acqua passata, sono trascorsi oltre tre decenni dal tonfo finale.
Per non dimenticare c’è chi ha sempre scritto (vedi rassegna stampa de IL Secolo XIX, Gazzetta del Lunedi, di trucioli savonesi, ora di trucioli.it, a firma di Luciano Corrado) che sindaci, amministratori pubblici, abitanti delle due vallate dovevano subito unirsi e farsi sentire dalla politica imperiese, regionale, dai parlamentari eletti in Liguria, dai sindacati, dalla Camera di Commercio, dalle associazioni di categoria più rappresentative. Doveva essere una mobilitazione permanente, senza estremismi parolai o di facinorosi, ma ferma e coerente. O si metteva in agenda, senza tatticismi e rinvii, un progetto e risorse per Monesi, oppure avrebbero dovuto scattare iniziative che lasciavano il segno e non potevano essere silenziate. Dallo sciopero dal voto (non dal lavoro !), allo sciopero fiscale, ai blocchi non violenti della statale del Colle di Nava, la messa alla porta di ogni politicante nei paesi coinvolti: da Triora a Mendatica, a Cosio d’Arroscia, Montegrosso, Pornassio, Rezzo, Pieve di Teco, Borghetto d’Arroscia, Vessalico, con la defunta Comunità Montana. E nel confinante cuneese, Briga Alta, dove risiedono ed hanno interessi i fratelli Terenzio ed Enrico Tascono, proprietari di gran parte dell’area di Monesi imperiese e cuneese; Ormea e magari Garessio. Perché è sacrosanto mobilitarsi per gli 80 posti di lavoro per salvare il ‘marchio’ e la centenaria fabbrica Agnesi e si fa da spettatori di fronte al ‘coma economico e sociale’ di una meravigliosa vallata, con gli ultimi eroi che la abitano ?
Sulla plancia di comando si sono susseguiti sindaci, giunte di vario colore, in prevalenza di centro destra (inizialmente sventolava la bandiera Dc, quindi Forza Italia e Lega Nord), la popolazione ha continuato ad essere illusa, a stendere ‘tappeti rossi’, applaudire, riservare gli onori agli ‘onorevoli’, ai presidenti di provincia, assessori, segretari dei partiti al potere. E i presidenti di Regione ? Cosa ha fatto Sandro Biasotti, politico e imprenditore genovese di successo? Bisogna riconoscere che l’era Burlando, per Monesi e vallata, non sarà l’eccellenza, almeno si è arrivati al primo tronco di seggiovia, ad interventi non da elemosina elettorale (tra l’altro insignificante rispetto al numero di elettori che garantisce la Riviera) a favore dei piccoli comuni dell’entroterra, ad ascoltare la voci dei sindaci. Purtroppo il primo placet alla nuova seggiovia è rimasto vittima della burocrazia, cieca e sorda, goffa, al punto che due funzionari regionali hanno autorizzato esclusivamente l’apertura degli impianti nella stagione invernale, allo scopo di proteggere il gallo forcello ed altre quattro specie di fauna, nel silenzio assordante dei politici e degli amministratori locali (prendere o lasciare?). Hanno preteso persino che fosse pitturato il cavo principale della seggiovia per scongiurare pericoli al volo degli uccelli stanziali e migratori.
Ora prima che la giunta Burlando – Paita decada con le elezioni tra 90 giorni, con il Pd travolto e diviso dalla bega della lobby dei primari ospedalieri ( tutti i primari pensionati ai quali abbiamo chiesto un’opinione sono contrari al provvedimento di liberalizzazione in quanto la ‘casta’ aveva già ampio margine di manovra), con il capogruppo Pd, Nino Miceli, benestante del loanese, che si è autosospeso; ebbene di fronte a questo quadro pare siano rimasti in due ‘a restare sul ring’ per Monesi subito. Chi ha risposto alla pressante lettera dell’assessore Paolo Ceppi ? Trascorso un mese si è fatto vivo qualche sindaco ? Il presidente Burlando ? La sua vice Raffaella Paita ? Melgrati può attendere ! Monesi no. Un gatto nero continua ad aggirarsi.
Nel momento in cui scriviamo è andata in onda su Imperia Tv la seguita trasmissione l‘IRRIVERENTE del giornalista Daniele La Corte. Il capogruppo Melgrati, elegante e brillante come sempre, ha risposto alle domande, alle sollecitazioni, sulla sanità e malasanità della Liguria. Non è l’unico politico a dimostrare di non avere il quadro complessivo della situazione. Non basta avere qualche amico che segnala, non basta la capatina saltuaria al pronto soccorso del S. Corona, meglio se si fa le cose e non si è ‘raccomandati’. Ha detto alcune cose sacrosante (non parliamo di opinioni) ed ha ignorato i bisogni di tanti utenti, in particolare dei più disagiati, degli anziani, a partire da chi abita nell’entroterra, dalla qualità dell’assistenza dei medici di base, ai rischi dell’emergenza, fino alla piaga crescente dei suicidi di persone giovani. Ha denunciato lo scandalo del 70 per cento di impiegati amministrativi, a discapito degli infermieri, ma ha ignorato lo standard di produttività di certi reparti. Ignorate le generose buste paghe e premi di manager, dirigenti, le ‘marchette’ e l’esplosione, proprio nel savonese e nell’imperiese, di ‘studi medici privati’, associati, con quote di mercato in costante ascesa. Il vento in poppa di istituti diagnostici privati, dove operano al 95 % camici bianchi ospedalieri e le liste di attesa non esistono. In 24- 48 ore si viene sottoposti a risonanza, tac, e così via. Chi sono i titolari ed i soci.?
Poteva essere infine un’occasione per far conoscere al pubblico della trasmissione il ‘malato in coma‘ ovvero Monesi. Un’occasione persa, non c’è più da stupirsi. Vedremo e racconteremo il finale, tutti gli attori, nomi e cognomi.
AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI IMPERIA
Spett. le REGIONE LIGURIA
E p.c.
Comune di Triora (IM)
Comune di Mendatica (IM)
Comune di Montegrosso Pian Latte(IM)
Comune di Pornassio (IM)
Comune di Cosio (IM)
Comune di Briga Alta (CN)
Scuola Sci Monesi
Ass. Monesi Borgo Antico
Ass. Monesi Young
OGGETTO: Infrastrutture turistiche per la valorizzazione del comprensorio
sciistico di Monesi.
2^ tratto seggiovia ” TRE PINI – CIMA DELLA VALLETTA “ .
Richiesta di Manifestazione di Interesse al cofinanziamento
al fine del completamento iter progettuale e realizzazione dell’opera.
La Provincia di Imperia in data 19-07-2012 ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione di una seggiovia biposto ad ammorsamento fisso nel comprensorio sciistico di Monesi relativa al 2^ tratto denominato “TRE PINI – CIMA DELLA VALLETTA “ per un importo complessivo di Euro 3.100.000,00 .
Dopo lungo iter burocratico presso la Regione Liguria, ha ottenuto il parere VIA ( Valutazione di Impatto Ambientale ) in data 29/10/2013 n. V303
Il finanziamento complessivo dell’opera aveva trovato copertura in parte dai Fondi PAR-FAS 2007-2013 ( €. 2.000.000,00 ) ed in parte da contributo della Fondazione Carige ( €. 1.100.000,00 ).
La Fondazione Carige con comunicazione in data 24.06.2013 procedeva alla revoca del contributo per decorrenza dei termini dello stesso, indotta esclusivamente dal lungo iter burocratico di approvazione del progetto stesso da parte dell’ufficio “VIA” della Regione .
In seguito non è stato possibile terminare l’iter approvativo del progetto di cui all’oggetto ed alla conseguente sottoscrizione del previsto Accordo di Programma ai sensi e per gli effetti dell’ art. 58 della L.R. 36/97 tra gli enti interessati ( Regione Liguria, Provincia di Imperia, Comune di Triora ) per l’impossibilità della scrivente Amministrazione di reperire nel proprio bilancio la quota di co-finanziamento revocata dalla Fondazione Carige .
A seguito della L. 56/2014 che ha ridefinito le funzioni delegate alle Province e/o Enti di Area Vasta, la realizzazione dell’opera non è più di competenza dello scrivente Ente .
Considerato che tale progetto riveste una importante risorsa per implementare l’offerta turistica, la valorizzazione della realtà di Monesi e di tutta la nostra Provincia ;
considerato inoltre che questa Amministrazione Provinciale ha richiesto alla Regione Liguria la proroga del finanziamento FAS con comunicazione prot. 10134 del 28-02-2014 e Direttiva di Giunta n. 28 del 27-02-2014, da rendicontare entro e non oltre il 31-12-2015;
tenuto altresì conto che la Provincia di Imperia è attualmente in condizioni di pre – dissesto e non dispone al momento di alcuna possibilità di co-finanziamento del progetto ;
si chiede a codesta Regione : di valutare la possibilità di cofinanziare detta opera al fine di poter usufruire del finanziamento di cui ai fondi PAR-FAS 2007-2013 e realizzare l’opera progettata .
Si ricorda e si sottolinea inoltre che codesta Regione , su sollecitazione dell’ Amministrazione Provinciale, con propria nota, aveva chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di trasferire il finanziamento a suo tempo concesso per la realizzazione di una struttura sportiva di atletica leggera all’interno delle ex. Caserme Revelli di Taggia, a favore della realizzazione del 2^ lotto della Seggiovia di Monesi .
Tale richiesta era ampiamente giustificata dall’importanza che detta opera riveste per lo sviluppo economico del territorio provinciale .
L’ Amministrazione Provinciale, non avendo già da oggi ( a seguito della citata L. 56/2014 ) competenza in merito alla prosecuzione della pratica si rende comunque disponibile a compartecipare ad eventuali incontri, riunioni, e a fornire supporti tecnici al fine di addivenire ad una conclusione dell’iter procedurale avviato ; al contempo sollecita la Regione Liguria a voler adottare gli opportuni provvedimenti e decisioni per non inficiare il lavoro svolto, soprattutto per il futuro di Monesi e del nostro entroterra.
Distinti Saluti .
L’Assessore competente
( Dott. Paolo Ceppi )
LEGGI L’INTERROGAZIONE URGENTE CHE MELGRATI HA INVIATO L’ 11 FEBBRAIO AI GIORNALISTI PIU’ AUTEREVOLI (BLOG TRUCIOLI.IT ESCLUSO)
Il Capogruppo di Forza in Regione Italia Marco Melgrati ” ha presentato una interrogazione urgente circa la necessità di finanziare la seconda seggiovia di Monesi, fondamentale per lo sviluppo turistico della stazione sciistica tradizionale meta di imperiesi e savonesi, a mezzora di auto dal mare”
“E’ forse necessario ripercorrere la storia di questa località turistica che possiede potenzialità inespresse per carenza di impianti. In inverno ed inizio primavera Monesi è una stazione sciistica: nata a metà degli anni cinquanta, visse il suo periodo più florido negli anni sessanta e settanta, allorché poté disporre di cinque impianti di risalita, quattro skilift (uno dei quali con l’illuminazione per lo sci in notturna, il primo in Italia) e una seggiovia (per molti anni la più lunga d’Europa), una pista di pattinaggio, una piscina ed alcune strutture alberghiere e condominiali, meritando a ragione l’appellativo di “piccola Svizzera ligure”. A seguito di molte vicissitudini, tra le quali alcune stagioni caratterizzate da insufficiente innevamento naturale e il disinteresse da parte delle amministrazioni locali per la promozione del turismo invernale nella zona, Monesi ha subito, a partire dalla metà degli anni ottanta, un lento declino rimanendo orfana di molte di queste strutture”.
“Tuttora sono comunque operanti una seggiovia, due skilift (non gestito dalla Provincia ma dai proprietari, i fratelli Toscano di Briga Alta, che negli ultimi due anni hanno deciso di non aprirli), un bar, un albergo, un negozio di alimentari e un altro di noleggio sci. I due skilift, ultimamente non in funzione permettono di usufruire di alcune delle vecchie piste (la “verde”, la “rossa”, la “blu”, il “muro”, il “Plateau”, le “strade”, di varia difficoltà) e di molti fuoripista che scendono dalle pendici del monte Saccarello, vera attrazione attuale di Monesi in inverno oltre allo sci alpinismo, per una superficie sciabile pari a circa 330 ettari. Tale area, gran parte della quale di proprietà dei fratelli Toscano di Briga Alta, coincide con la più ampia proprietà privata dell’intera Regione Liguria. Dal 2008, a fronte di investimenti atti allo sviluppo del turismo montano della Regione Liguria, a Monesi è attiva una nuova seggiovia costruita per rilanciare il turismo estivo e soprattutto invernale. Tale struttura sostituisce il vecchio “skilift tre Pini”. Il problema di Monesi resta attualmente lo scarso innevamento sotto i 1.500 mt. che non consente il ritorno con gli sci dalle piste poste ad altitudini superiori e generalmente innevate a sufficienza. Questo rende impossibile l’uso degli impianti di risalita che partono attualmente dal paese”.
“La soluzione definitiva – prosegue Melgrati – sarebbe la realizzazione di una SECONDA SEGGIOVIA detta “ Tre pini – Cima della Valletta” con partenza dai 1.700 mt. (quindi in prossimità dell’arrivo dell’attuale seggiovia) che permetterebbe la fruizione delle piste regolarmente innevate e soprattutto il ritorno in paese mediante la seggiovia attualmente esistente anche in assenza di innevamento nella parte terminale delle piste. La Provincia di Imperia aveva approvato nel luglio 2012 il progetto definitivo per la realizzazione di questa SECONDA seggiovia biposto, per un importo complessivo di 3,1 milioni di euro e, dopo un lungo iter burocratico presso la Regione, ha ottenuto il parere di Valutazione di Impatto Ambientale nell’ottobre 2013. Il finanziamento complessivo dell’opera aveva trovato copertura in parte dai Fondi PAR-FAS 2007-2013 (2 milioni) ed in parte da contributo della Fondazione Carige (1,1 milioni). La Fondazione Carige, nel giugno 2013 ha revocato il contributo per decorrenza dei termini dello stesso, indotta esclusivamente dal lungo iter burocratico di approvazione del progetto stesso da parte dell’ufficio ‘Via’ della Regione. In seguito non è stato possibile terminare l’iter approvativo del progetto, per mancanza di fondi della Provincia”.
L’esponente Azzurro sottolinea : “considerata l’importanza del progetto, per implementare l’offerta turistica, la valorizzazione della realtà di Monesi e di tutta la Provincia, l’Assessore Ceppi della provincia di Imperia ha chiesto alla Regione la proroga del finanziamento FAS e di valutare la possibilità di cofinanziare l’opera. Ceppi ha anche evidenziato che l’Amministrazione Provinciale aveva chiesto, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di trasferire il finanziamento a suo tempo concesso per la realizzazione di una struttura sportiva di atletica leggera all’interno delle ex Caserme Revelli di Taggia, a favore della realizzazione del 2° lotto della Seggiovia di Monesi. La richiesta era ed è ampiamente giustificata dall’importanza che l’opera riveste per lo sviluppo economico del territorio provinciale”.
“Chiediamo – conclude il capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati – se l’amministrazione Regionale intende coltivare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri questa richiesta, o se non ritiene, data l’importanza turistica dell’opera, di finanziare con un capitolo di spesa regionale la parte mancante integrativa dei fondi FAS europei”.