Non può essere condannato il proprietario del cane che, passeggiando col suo padrone, sporca il muro di un palazzo di pregio. La Cassazione, al terzo grado di giudizio, ha assolto il suo padrone perché il reato di imbrattamento presuppone il dolo, anche generico, che viene escluso grazie al fatto che chi l’aveva al guinzaglio teneva in tasca un bottiglietta d’acqua. Per pulire o da bere ? Mistero. Certo è che nel caso di pipì si registra ‘una lacuna normativa’, colmabile dal legislatore (parlamento) o meglio sarebbe con un po’ più di civiltà.
La Suprema Corte si era già espressa con una sentenza per un caso assai più frequente. Un cane che abbaiava di notte disturbando il riposo del vicino. Il proprietario dell’animale è stato condannato e ha dovuto pure risarcire i danni, oltre alle spese legali e di giustizia. Anche in questi dissidi basterebbe il buon senso. L’amico dell’uomo è utilissimo purchè non si leda il diritto legittimo di un altro cittadino. Il sonno, il riposo.
Assai più singolare l’ultima controversia che Il Sole 24 Ore ha riportato giovedì 19 febbraio 2015, a firma di Patrizia Maciocchi. Un consiglio a tutti gli ‘amici’ dei quattrozampe, munitevi sempre di un bottiglietta d’acqua: Cassazione docet.