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Museo della ceramica a Savona, novità di rilievo nazionale


Il nuovo Civico Museo, mirabilmente allestito nel Monte di Pietà di Sisto IV del 1479, offre un significativo itinerario abbinato tra ceramica e architettura, mentre richiama sei secoli di storia vera.

IL MUSEO DELLA CERAMICA SAVONESE. UNA NOVITA’ DI RILIEVO NAZIONALE

 

Il nuovo Civico Museo, mirabilmente allestito nel Monte di Pietà di Sisto IV del 1479, offre un significativo itinerario abbinato tra ceramica e architettura, mentre richiama sei secoli di storia vera.

Da un lato, le pregevoli collezioni illustrano la produzione ceramica di Savona e Albisola, due tra i più rilevanti centri produttivi del mediterraneo e ne qualificano l’importanza socio-economica con quella artistco-culturale.

Dall’altro la loro collocazione nel palazzo del Papa della Rovere, rievoca un irripetibile contesto religioso di alto rilievo, illustrandone le prerogative sociali :sia quella di sostegno per i meno abbienti, che elargiva loro prestiti senza interessi; sia quella di promozione culturale che produsse il massimo momento artisico rinascimentale.

L’accurato restauro conservativo delle preziosità di oltre sedici differenti saledel palazzo, pone in un positivo contrasto, l’architettura medioevale ricca di affreschi d’autore e di soffitti in travi in legno a capriate, con le infinite forme delle ceramiche, dai diversi stili e caratteistici colori.

La luminosità assai diversificata degli ambienti, le forme, i materiali e le dimensioni dei contenitori adeguate ai mille oggetti esposti, rendono la visita molto stimolante grazie ad un allestimento accurato che dà rilievo ad ogni particolare e ravviva continuamente l’attenzione.

Così la visita si trasforma in una passeggiata artistica, in un’atmosfera leggera e attraente, nonostante i quattro livelli dell’esposizione.

Il percorso è organizzato per singole raccolte, alternate a parti ordinate cronologicamente oppure per tipologie.

Questo accorgimento, con l’apprezzabile intento di ottenere l’abbinamento ottimale tra le ceramiche e le sale espositive, ha raggiunto ampiamente l’obiettivo.

 

LA VISITA

 

I primi 10 gradini conducono al piatto del 1721 di Agostino Ratti, nella sala 1.

Qualche passo dopo, nella sala 2 ci accoglie “alla grande” il pittore Bartolomeo Guidobono, con il barocco istoriato delle sue maioliche seicentesche, illuminate dal Carro del Sole da lui stesso mirabilmente affrescato sulla volta a vela. Dopo gli stili orientalizzanti della sala 3, si accede alla notevole sala 4 degli affreschi di inizio ‘500, del maestro Lorenzo Fasolo, (Annunciazione e Pietà, La Madonna di Misericordia), che fanno da forte contrappunto ai Laggioni (piastrelle per muri e pavimenti d i pregio) della stessa epoca, che testimoniano le prime opere ceramiche locali, derivate dai maestri ceramisti ispano moreschi.

L’originalità  storica dell’ambiente è completata dai graffiti e segni a parete e dall’incombente soffitto a travi in legno. Un autentico tuffo nel medioevo.  Nella sala 5 , c’è un corredo di farmacia del  rinascimento, cui segue la sala 6 con le opere del ‘700, di Giacomo Boselli.

 

Qualche gradino per vedere nella sala 7, le ceramiche nere e a taches -noire del  Governatore napoleonico Chabrol.

Nelle sale 8 e 9, è raccolta la collezione Ludovisi del Sei-Settecento, 200 pezzi esposti su un originale contetenitore percorribile a due livelli, in acciaio inox e vetri.

 

Saliti al piano superiore, nella sala 10, si trovano i vasi dell’antica Farmacia dell’ospedale San Paolo, plasmati a Savona nel 1666, suddivisi in sette tipi di forme diversi

Entrando nella sala 11, si compie un salto epocale di cultura artistica: infatti troviamo ceramiche delle Avanguardie del ‘ 900 e del secondo Futurismo degli anni ’30, oltre ad opere di Berzoini e Sassu. Nella sala 12 sono accolte le ceramiche Informali del secondo dopoguerra, degli artiisti locali e internazionali che documentano il periodo d’oro della nuova “Piccola Atene” di Albisola.

 

Saliti all’ultimo piano nella sala 13, troviamo una serie di ceramiche di design di prestigiose firme internazionali Queste ultime due sale dell’arte moderna, godono del luminoso affaccio sulla città mediante una unica dissonante grande vetrata, che simbolicamente pone le opere nella viva  realtà attuale di cui sono il frutto culturale. La sala 14 la più elevata, non a caso ospita  due opere di Arturo Martini, il più prestigioso scultore italiano del ‘900, Maternità e la Nena, eseguite a Vado Ligure ove il maestro ha vissuto un sereno periodo famigliare. Accanto sono esposte due assai degne opere di Agenore Fabbri, scultore Toscano, che a Savona ha scolpito il monumento alla Resistenza, un capolavoro di stile espressionista. Nella sala 15 sono esposte le ceramiche dedicate alla Madonna apparsa nel 1536 al Santuaro di Savona., mentre nella 16 spiccano le statuine del presepe di Tambuscio di inizio’900.

 

Infine la sala della multimedialità, con la vetrina interattiva e la quadrisfera, ideate dal fisico Paco Lanciano, insieme con i locali dei laboratori didattici, completano l’eccellente dotazione per la migliore fruizone di un museo moderno.

 

 

 

 

 

Sintesi Artistica di sei secoli di cermica savonese:

 

 A fine ‘400 le ceramiche sono ispirate alla produzione ispano-moresche

 La seconda fase fa riferimento alla scuola ceramica orientale naturalistica

 Nel periodo Barocco, prevale lo stile istoriato, mitologico letterario e religioso

 Nel XVIII secolo si impone il Rococò francese e lo stile di Giacomo Boselli, il cui capolavoro è il Tempietto visibile ai piedi del Priamar

 Durante l’ottocento, la produzione tipica sono le terraglie neoclassiche per le stoviglie della borghesia; mentre per le classi popolari si producono quelle semplici decorate a macchie, poi quelle nere e verso il ‘900, le terrecotte gialle decorate a stampo

 Dal novecento, mentre continua la produzione in serie di stoviglie, inizia quella della ceramica artistica: Manlio Trucco porta il Decò parigino e Tullio Mazzotti inizia il secondo Futurismo, invitando ad albisola i migliori maestri da Torino Milano e Genova

 Nel secondo dopoguerra ha inizio il periodo dell’informale e con la partecipazione degli artisti internazionali, si costituisce ad Albisola una Nuova Accademia, divenuta per tre decenni un polo ceramico di livello primario nel mondo.

 

E’ doveroso chiudere queste note citando le curatrici di un tale pregevole “racconto” museale, Eliana Mattiauda e Cecilia Chilosi.

Altrettanto meritevoli sono gli artefici del restauro corretto e intelligente, lo studio Armellino & Poggio Architetti Associati, lo Studio di architettura Falluca e l’architetto Marco Ricchebono.

 

Giovanni Maina

 

 

 

 

 

 

 

 


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G.Maina

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