Lettera di Giacomo Abbate: Ho letto trucioli.it del 20 novembre 2014, l’articolo Tirreno Power, Il Sole 24 Ore attacca la Procura di Savona. Smentiti allarmismi sui morti…(vedi). Da Il Secolo XIX del 11-5-2014 (leggi…) risulta che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’aria di Savona è tra le più pulite del mondo. Inoltre, rapportando alla provincia di Savona i parametri dei morti in Italia dovuti alle sigarette, alla droga, al grasso e all’ubriachezza, muoiono 754 persone all’anno nell’indifferenza di comitati, autorità sanitarie, politiche, religiose. I dati che cito sono facilmente rintracciabili sui giornali e siti internet. Il 16 settembre 2013 il giornale aveva ospitato una mia missiva titolata: Centrale di Vado Ligure, occorre riflettere. Leggi a fondo pagina la lettera dei Cobas.
LEGGI LA LETTERA DEI COBAS PUBBLICATA GIOVEDì 27 NOVEMBRE DAL SECOLO XIX – SAVONA
Mesotelioma, contiamo i morti. Le sentenze alterne della Cassazione, l’assoluzione per il miliardario della Eternit e la conferma per la Fincantieri di Palermo (con un addentellato valbormidese) riconfermano la necessità di una azione valbormidese forte e precisa: ossia,un registro pubblico (come fecero a Casale) con indicazione dei morti per mesotelioma in un secolo, con l’analisi cimitero per cimitero, ospedale per ospedale in una vasta area da cui provenivano i lavoratori
della fabbrica della morte, ma anche di tutte le fabbriche della Valbormida.
Registro mesoteliomi. I diari dei familiari.Delle mogli, dei figli, di chi ha sofferto per mesotelioma. Anche di chi operaio ancora oggi non ha avuto il riconoscimento. Un’azione legale contro gli amministratori delegati per omicidio doloso. Una schedatura dei complici,ossia delle istituzioni. Un risarcimento civile pari a 500.000 euro per famiglia di deceduto, ossia pari a quello ottenuto per i lavoratori Thyssen Krupp e per Brindisi. Teniamo alta l’attenzione sullanecessità giudiziaria di avere giustizia per chi è morto di mesotelioma, ossia di amianto.
CONFEDERAZIONE COBAS SAVONA
Un caso complicato, la sorte della Tirreno Power. Il braccio di ferro colpisce, disorienta l’opinione pubblica. Il rinvio, uno dei tanti, non giova a rasserenare gli animi, l’approssimarsi del Natale, la festa della pace e della serenità, della bontà. C’è chi ricorda, ad alta voce, che ci sono almeno 800 padri di famiglia in ansia, per altri sono 600. Non è solo questione di numeri. Il braccio di ferro è dovuta al fatto che divergono dati scientifici tra la Procura della Repubblica e Asl- Ministero- Istituto Tumori. Ci sarà pure un super parte, magari a livello europeo, che dia risposte certe, univoche, in una o nell’altra direzione. Il dramma dei senza lavoro o di chi rischia di perderlo ha effetti devastanti. Le massime istituzioni devono intervenire ai massimi livelli. Se non ora, quando. Ad iniziare dal ministro della Sanità, allo stesso presidente del Consiglio. Devono assumersi, di fronte ad un quadro ed ad una crisi ‘misteriosa’ che si protrae ormai da nove mesi, tutte le loro responsabilità. L’azienda denuncia di aver già perso 45 milioni di euro. Non sono noccioline. Si faccia presto, prima che sia davvero tardi. Scene e scenari che la provincia di Savona ha già vissuto e non può dimenticare. Leggi cosa ha scritto Il Secolo XIX – Savona di giovedi 27 novembre 2014.