Si risveglia dopo 35 di inattività la centrale idroelettrica di Pornassio (IM) e Ponte di Nava (CN) che beneficia della concessione di derivazione d’acqua del glorioso fiume Tanaro. Nel recente passato si era battagliato per una proposta parlamentare ligure – piemontese di sfruttare la risorsa per l’annoso problema dei rifornimenti idrici alla fascia costiera del ponente ligure. Tutto naufragato tra annunci e illusioni. Questa volta la novità merita la prima pagina. Laddove c’era una antica segheria (1827) della famiglia Dufour, con sega idraulica, oggi da museo, con forza motrice e i tronchi erano trascinati dal Tanarello, entro fine anno sarà inaugurata una centrale all’avanguardia, a energia pulita. Produrrà per l’Enel già nei primi mesi 2015. Accade in un ‘angolo’ poco conosciuto ai cittadini. Si trova ai confini delle province di Cuneo e Imperia, su una proprietà privata di 50 ettari, ad un paio di chilometri della frazione Nava salita agli onori quando raggiunse l’apice della produzione di lavanda e dei villeggianti estivi. Per ripristinare un vecchio mulino dei bisnonni si sta investendo un milione di euro. Un iter burocratico di 10 anni, tra Conferenze dei servizi, protocolli d’intesa, perizie, timbri. La nuova turbina è realizzata da un’azienda cuneese leader. Potenzialità fino a 800 mila kW. Tre i soci, due operano anche a Isola del Cantone e Mele (Genova).
In origine fu il bisnonno Giacomo Merlino che realizzò, due secoli fa, una segheria sulla riva occidentale del Tanaro, di fronte all’abitato e alla chiesa di Ponte di Nava, prima località del cuneese e frazione di Ormea per chi arriva da Imperia. Ultima località invece per chi si immette sulla statale del Colle di Nava imperiese. Il vecchio mulino venne demolito per realizzare una casa. Gli annali raccontano che esisteva pure la segheria e la centrale di Cagna e con i Merlino costituirono una società. Poi la successione al figlio Giovanni Merlino che, a sua volta, aveva lasciato il timone all’erede Giacomo Merlino, fino ai nostri giorni. Il figlio Giovanni papà di Giacomo, 12 anni. Toccherà a lui mantenere alto il vessillo della gloriosa famiglia e tramandarlo.
Era stato Giacomo che da Quarzina dove si allevavano galline, ad acquisire, negli anni venti la proprietà che esisteva dal 1827 intestata a Dufour, titolare di concessione di derivazione di acque dal confinante fiume Tanaro. La famiglia Merlino è assai conosciuta a Ponte di Nava e Ormea dove gestisce, nella centralissima via Roma, un’attività d’abbigliamento con due negozi, proprio vicino alla prestigiosa ed ormai ex, Pasticceria Sappa. Una pagina di storia interprovinciale (Cuneo – Imperia) di cui stava raccogliendo documenti e ultime testimonianze il compianto dr. Orazio Sappa, personaggio molto apprezzato nel Basso Piemonte e in provincia di Imperia (fu direttore della Camera di Commercio), scomparso il mese scorso e di cui trucioli.it ha pubblicato un efficace profilo – ricordo.
La terzultima generazione dei Merlino, oltre a Giacomo, classe 1940, mancato nel 2003, a 63 anni, annovera la sorella Laura, “la zia” che vive a Imperia e “zia Bruna“, la più anziana, che dimora a Ceva. Era stato Giacomo Merlino, nel 2002, l’artefice iniziale di un sogno. L’obiettivo: rimettere in funzione, con la moderna tecnologia, la centralina degli avi. Difficile descrivere i sacrifici e le difficoltà affrontate. L’iter delle competenze tra comuni, province, regioni. E l’opera non sarebbe stata coronata da successo senza la collaborazione attiva e convinta dei cugini Riccardo Ferrero e Simona, con la società River Energy Srl, nel 2014 interessata dalla cessione di quote. E’ subentrata la Gem Power al 50 % con Giovanni Marenco di Ceva e Gianni Goso valbormidese della provincia di Savona. Con questa carta di identità è stato possibile al Banco di Caraglio concedere il finanziamento attraverso un piano economico di rientro e solide fondamenta.
A progetto la centrale di Pornassio – dove è ubicato il 97 per cento dell’impianto, il restante, circa 5 metri quadrati, in territorio di Ormea – sarà in grado di produrre tra 700 – 800 mila chilowattora all’anno, dopo un ‘salto’ di 7 metri (dislivello); dalla presa alla ‘restituzione’ la portata è di 5 mila litri d’acqua al secondo. Nel dicembre 2012 è stato firmato un contratto, tra la società proprietaria dell’impianto e l’Enel, iscritto a registro del Gse. A Giovanni Merlino, 44 anni, persona a modo, gentile e schivo, è toccato il compito di portare a buon fine, con i parenti, l’aspirazione – sogno di papà. “Finora la mia principale attività è stata il commercio al minuto, ovviamente le cose sono cambiate e mi sto dedicando anima e corpo alla buona riuscita del progetto. E non saremmo arrivati a questa metà – aggiunge – senza le capacità e l’esperienza di due soci impegnati in analoghe centraline in provincia di Genova: a Mele e a Isola del Cantone. Siamo inoltre fortunati perchè a VillaFalletto opera di ditta Scotta, costruttori e leader mondiali di Turbine. Un’azienda solida, con un fatturato da 50 milioni di euro. Io cercherò al meglio di indossare gli abiti del gestore e collaborare con i tecnici nella manutenzione ordinaria dell’impianto”.
La felice pozione della centrale idroelettrica favorisce, tra l’altro, l'”innesto’ alla rete Enel il cui cavo (da 15 mila) passa a pochi metri. Il progetto completo è stato curato dalla Gea Siste di Pinerolo, seguito dall’ingegner Fabio Galvagno di Ormea, approfondito nelle linee strategiche dal meticoloso lavoro di un signor esperto, l’ingegner Dario Ughetto. La ‘presa d’acqua’ dal Tanaro è consistita nella realizzazione di un canale di circa 200 metri (più 80 metri di tubazione). Lavori affidati ad un’impresa bergamasca che si è fatta onore. Cantiere aperto no stop, tenendo conto dell’urgenza, anche nei giorni prefestivi e festivi.
Una centrale che rispetta il protocollo di Chioto, simbolo di energia pulita, impatto zero e al coperto. Tra i tanti allegati una relazione dell’Università di Genova degli anni 90, pubblicata da uno studente laureando. Di questa realtà produttiva, per nulla impattante all’occhio del passante, si sono occupati decine di uffici pubblici, l’Arpal ligure e piemontese, persino gli organi competenti per la difesa della fauna e della flora.
Quassù in un lembo di terra apparentemente di ‘nessuno’ per via della discrasia dei cartelli stradali (Provincia di Cuneo e Provincia di Imperia, Regione Piemonte e Regione Liguria), si è avverato un miracolo in tempi di recessione e di notizie che descrivono i paradossi del surplus elettrico italiano, con diseconomie di scala per la sovrabbondanza di MW disponibili. Con centrali efficienti, energia in eccesso, ma prezzi alti per imprese, commercianti, artigiani e famiglie. Un sistema da rivedere. Soprattutto laddove esistono ‘impianti inquinanti’ – vedi proprio in Liguria il dramma della Tirreno Power di Vado Ligure, l’inchiesta penale, il sequestro, il blocco per presunte morti da inquinamento -; altri impianti destinati al lucchetto dopo aver segnato la storia ed il paesaggio del nostro paese. Proprio di recente si è parlato di un elenco di 41 impianti, vecchi e nuovi, che potrebbero spegnere le caldaie e staccare gli interruttori per sempre. Alcuni sono destinati di sicuro allo smantellamento e a diventare qualcosa di diverso. Altre centrali, ha scritto Jacopo Giliberto dalle colonne de Il Sole 24 Ore, saranno congelate nella cosiddetta riserva fredda, da riavviare in caso di catastrofe nazionale. Altre saranno riserva calda, cioè spente, ma con il serbatoio pieno e la batteria carica. La centrale di Genova (sotto la Lanterna) figura tre le prime nove già destinate a cessare. Sta di fatto, dato inoppugnabile e sciagurato, che l’Italia detiene la bolletta elettrica dei consumatori più salata d’Europa. Non sarà facile, rimarca ancora il giornale della Confindustria, far digerire agli italiani il fatto che essi pagano sulla bolletta gli incentivi per pagare le energie rinnovabili che spengono le centrali termoelettriche e che pagheranno gli incentivi per salvare le centrali termoelettriche spente dalle energie rinnovabili.
Il Secolo XIX – Imperia, martedì 28 ottobre, ha titolato: ” Rezzo ‘capitale’ imperiese dell’energia ecosostenibile”. Ha descritto che il paese dell’alta Valle Arroscia può ora esibire la seconda centrale idroelettrica, pannelli fotovoltaici, illuminazione pubblica a led. Un altro comune virtuoso è Mendatica dove alla prima centralina idroelettrica anni ’90 si è aggiunta, la scorsa estate, l’inaugurazione della seconda nel territorio di Monesi. All’inaugurazione non ha voluto mancare il presidente della Regione Claudio Burlando. Per le casse pubbliche dell’ente locale un salutare introito nell’interesse di tutta la comunità.
A Pornassio, a cavallo di due confini provinciali e regionali, Babbo Natale o se volete Gesù Bambino, si presenteranno con un dono gradito, prezioso e che arriva dalla notte dei tempi, attraverso 187 anni di ‘epopea’ locale. Pornassio, culla dell’Ormeasco doc, rifornita dall’ottima sorgente di Quarzina e attraverso un acquedotto, fino a 25 atmosfere, raggiunge prima la vasca sopra l’abitato di Nava, infine gli utenti della località a valle.
Luciano Corrado