Un attacco sferzante all’Ordine dei Giornalisti della Liguria, al limite della diffamazione. Derisione a chi (giornalista) da Genova ‘pontifica e non mette piede ad Imperia se non per presentare i propri libri’. E ancora: “Chi rappresenta l’Ordine dei Giornalisti invece di tutelare la professionalità della categoria si allinea a coloro che senza ritegno da anni sfruttano i giornali on line e i giornalisti…; la catregoria crolla sotto i colpi dell’abusivismo e del silenzio assordante…”. Un jaccuse esplicito, un macigno, senza giri di parole, quello usato da Gabriele Piccardo, professionista assai noto nel ponente ligure e figlio di un apprezzato personaggio del mondo mussulmano. Piccardo che ha alle spalle una gavetta nelle redazioni locali. Cronista e testimone di presunti ‘scandali’ che hanno portato via via alla ribalta alcuni colleghi giornalisti per rapporti col mondo politico e dell’affarismo. Imperia dove il ‘pantano’ tra alcuni operatori dell’informazione arriva da lontano. Dal casinò, dalle partecipate pubbliche, da enti ed associazioni, anche pensionati giornalisti che occupano i posti (retribuiti a collaborazione) di giovani aspiranti. E ora la ‘bomba’ Piccardo del 10 ottobre scorso, ma è già finita sotto silenzio ? Vorrà dire che alla fine siamo tutti uguali, pronti sempre a difendere i privilegi? E dei lettori ce ne freghiamo. Non è forse uno spettacolo vergognoso? Altro che impartire lezioni di etica e moralismo alla politica! Leggi Il Secolo XIX – Imperia.
Tutti contro ImperiaPost. Avanti un altro. Noi vi aspettiamo a braccia aperte. Il primo è stato il direttore di un giornale locale, che a malapena conosce l’ubicazione esatta di piazza Dante. Se ne è uscito con una lettera inviata dal nostro giornale agli sponsor della Rari Nantes, corredata da questo titolo “Niente soldi? E noi non scriviamo più di pallanuoto“. ImperiaPost chiederebbe soldi per scrivere. Niente di più falso. Imperia Post ha chiesto un contributo per offrire alla Rari Nantes un servizio unico, ben al di la della mera cronaca sportiva.
Lo scorso anno siamo sempre stati in prima linea, seguendo le ragazze e i ragazzi della Rari Nantes, con foto, video e interviste, anche fuori dal campo. Siamo stati più volte gli unici, tra i giornali online, a essere presenti a eventi legati alla Rari Nantes, chiamati a gran voce dagli stessi dirigenti/sponsor: tutta la festa scudetto dello scorso anno, compreso il post serata al Moletto, l’annuncio della conferma del coach Capanna nell’ambito della festa di San Giovanni, la presentazione ufficiale della squadra alle Vele d’Epoca solo per citare alcuni esempi.
ImperiaPost ha semplicemente parlato chiaramente alla Rari Nantes. Noi un servizio così, gratuitamente, non possiamo più garantirlo. Abbiamo chiesto di sederci a un tavolo per trovare un accordo per un rimborso spese. La cifra? 1.200 euro all’anno. Si, all’anno. 100 euro al mese, 25 euro a settimana. Per seguire la Rari Nantes al massimo delle nostre potenzialità, come avvenuto lo scorso anno.
La risposta è stata negativa. Nessun problema. Niente servizio esclusivo, solo mera cronaca sportiva, senza seguire la squadra dal vivo, senza seguire gli eventi collaterali. Abbiamo scritto agli sponsor, gli stessi che ci chiedevano di dare visibilità alla squadra, perché sapessero che la società aveva rinunciato a un certo tipo di servizio, motivo per cui reportage di un certo tipo, che davano grande visibilità, non sarebbero più comparsi sulla nostra testata.
La nostra onestà intellettuale è dimostrata dal fatto che ImperiaPost ha pubblicato regolarmente l’esito della prima partita di campionato della Mediterranea Imperia e dal fatto che il servizio sulla presentazione della squadra è stato realizzato e pubblicato a trattativa già in corso.
Qualcuno dovrebbe sciacquarsi la bocca prima di sputare sentenze. Soprattutto chi pontifica da Genova e non mette piede a Imperia se non per notizie di carattere nazionale e per presentare i propri libri. E ancor peggio chi rappresenta l’ordine dei giornalisti e invece di tutelare la professionalità della categoria, si allinea a coloro che da anni sfruttano senza alcun ritegno i giornali online e i giornalisti, come se tutto fosse dovuto. Chi tira in ballo l’ordine dei giornalisti solo quando fa comodo, mentre la categoria crolla sotto i colpi dell’abusivismo in un silenzio assordante.
E come non citare il nostro blogger preferito, divenuto intrattabile in concomitanza con la crescita di ImperiaPost. Mancanza di visibilità?
Un attacco mediatico vile e gratuito nei confronti di ImperiaPost che in questo anno ha sbaragliato la concorrenza solo grazie alla professionalità della propria redazione, composta da giornalisti pronti a stare una notte intera sotto l’acqua, durante l’alluvione, ad andare a Roma per l’Agnesi, a Torino per il porto turistico. Dappertutto, ovunque, per garantire alla città un servizio completo. Ma non si può pretendere che i giornalisti di ImperiaPost siano a disposizione di tutti, gratuitamente. Di ogni evento, di ogni partita, di ogni manifestazione. La nostra professionalità, come quella di tutti i nostri colleghi, va riconosciuta. Questo è imbarazzante? Forse per chi si accorge che una nuova generazione sta subentrando. Inutile criticare la politica, se poi gli stessi giornalisti si comportano allo stesso modo. Attaccati alla poltrona.
Gabriele Piccardo
<p >10 ottobre, 2014