La settimana dal 30 ottobre al 5 novembre contempla la ricorrenza degli onomastici di San Germano di Capua, di Santa Lucilla di Roma, di Tutti i Santi, la Commemorazione dei Defunti, Santa Silvia, San Carlo Borromeo, San Zaccaria padre. Non trascorre giorno senza compleanni e onomastici. Occasione buona per gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti. Una buona abitudine che nei tempi si sta perdendo. Eppure, a volte, basta un augurio per far felice, sentirsi magari meno soli, meno dimenticati da una società oppressa da tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!). Basterebbe guardare il calendario appeso alla parete o posto sulla scrivania, sul mobile della cucina o della sala da pranzo. trucioli spera di essere di aiuto.
Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di www.trucioli.it continua la rubrica settimanale:
Giovedì 30 ottobre ricorre l’onomastico di San Germano di Capua vescovo, nato nel V secolo da famiglia agiata. Germano si privò dei suoi beni per darli ai poveri. Condusse poi vita ascetica fino al 516 quando venne eletto vescovo di Capua. Amato nella sua diocesi, svolse una missione diplomatica particolarmente delicata.
Su mandato di Papa Ormisda si recò a Costantinopoli per cercare di mettere termine allo scisma iniziato dal patriarca Acacio. Nel tentativo di giungere all’unità con quanti si rifiutavano di accettare il concilio di Calcedonia, il patriarca aveva composto una formula di unione respinta da Papa Felice II e dalle chiese d’occidente. La trattativa cui partecipò Germano andò a buon fine.
L’imperatore Giustino e il patriarca Giovanni sottoscrissero il documento proposto da Papa Ormisda e venne superata una divisione che durava ormai da due generazioni. Ritornato nella sua diocesi, il vescovo condusse vita ascetica fino alla morte avvenuta nel 541. Per gratitudine i fedeli lo seppellirono nella Chiesa di Santo Stefano e lo venerarono come santo.
Nel Martirologio Romano è scritto: A Capua sempre in Campania, San Gennaro vescovo, di cui scrisse il Papa San Gregorio Magno.
Venerdì 31 ottobre ricorre l’onomastico di Santa Lucilla di Roma vergine e martire, del III secolo. Il racconto,lontano e leggendario,vuole che ai tempi della persecuzione di Valeriano nel 257 il tribuno Nemesio abbia chiesto e ottenuto dal Pontefice il battesimo per sé e per la figlia Lucilla. Questa, cieca dalla nascita, avrebbe poco dopo la cerimonia recuperato immediatamente la vista.
L nuova fede e il miracolo ottenuto dalla figlia rese il tribuno romano sordo alle esortazioni dell’imperatore che esigeva il suo ritorno sollecito alla vecchia religione. Per il reiterato rifiuto, padre e figlia furono condannati a morte e martirizzati l’uno tra la via Appia e la via Latina e l’altra sulla via Appia nei pressi del tempio di Marte. I loro corpi furono sotterrati ed esumati diverse volte e, secondo alcune interpretazioni, le ripetute traslazioni avrebbero avuto e manterrebbero il significato simbolico di scintilla luminosa e santa che segna nel mondo l’itinerario trionfale del Cristianesimo. A noi basta pensare al padre San Nemesio e alla figlia Santa Lucilla quale fiaccole di carità e di testimonianza convinta, poste nelle realtà della fede e nella poesia incerta delle ombre di ogni giorno.
Autore: Mario Benatti
Nel Martirologio Romano è scritto: Lucilla è una santa poco conosciuta, dal nome antico e familiare. Era attribuito dagli antichi romani alle bambine nate alle prime luci del nuovo giorno. Lucilla, diminutivo di Lucia, vuol dire appunto “nata all’alba”, così come Crepusca significa “nata al tramonto”, o anche “piccola luce”. Di Lucilla martire non sappiamo nulla di certo, se non la storia leggendaria che tanto favore incontrò nei primi anni del cristianesimo.
La piccola martire cieca, riportata più volte alla luce da vari Papi si presenta, come simbolo della forza della fede, una fiaccola di carità, accesa sul mondo pagano, illuminando con una nuova alba le vie di Roma
Sabato 1° novembre ricorre l’onomastico di Tutti i Santi
Domenica 2 novembre – Commemorazione dei Defunti
Lunedì 3 novembre ricorre l’onomastico di Santa Silvia vedova. E’ stata la madre di San Gregorio Magno, Papa e dottore della Chiesa del VI secolo. Visse a Roma sul Celio in un ambiente cristiano esemplare anche grazie alla santità delle zie (cognate di Silvia) Tersilia ed Emiliana (o Amelia). La famiglia era importante anche dal punto di vista civile: il marito di Silvia, Gordiano, era un integerrimo senatore divenuto anche lui cristiano. Silvia seppe conciliare la guida della famiglia con le esigenze della radicalità evangelica.
Dal figlio Gregorio traspare la sua santità. Su di lui, infatti, l’esempio e l’insegnamento della madre deve avere avuto un peso che non si può ignorare. Quando Gregorio non ebbe più bisogno della sua guida, Silvia abbandonò il mondo e si ritirò a vita claustrale presso la basilica di San Paolo fuori le mura. Morì probabilmente verso il 590. (Avvenire)
Nel Martirologio Romano è scritto: A Roma, commemorazione di Santa Silvia, madre del Papa San Gregorio Magno, che, secondo quanto lo stesso Pontefice riferì nei suoi scritti, raggiunse il vertice della vita di preghiera e di penitenza e fu per il prossimo un eccelso esempio.
Martedì 4 novembre ricorre l’onomastico di San Carlo Borromeo vescovo. Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago maggiore, era il secondo figlio del Conte Gilberto e quindi, secondo l’uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. Studente brillante a Pavia, venne poi chiamato a Roma, dove venne creato cardinale a 22 anni. Fondò a Roma un’Accademia secondo l’uso del tempo, detta delle <Notti Vaticane>. Inviato al Concilio di Trento, nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato sulla Cattedra di sant’Ambrogio di Milano, una diocesi vastissima che si estendeva su terre lombarde, venete, genovesi e svizzere.
Un territorio che il giovane vescovo visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli. Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri. Impose ordine all’interno delle strutture ecclesiastiche, difendendole dalle ingerenze dei potenti locali. Un’opera per la quale fu obiettivo di un fallito attentato. Durante la peste del 1576 assistrette personalmente i malati. Appoggiò la nascita di istituti e fondazioni e si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: <Umilitas>. Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584. (Avvenire)
Nel Martirologio Romano è scritto: Memoria di san Carlo Borromeo, vescovo, che, fatto cardinale da suo zio il Papa Pio IV ed eletto vescovo di Milano, fu in questa sede vero pastore attento alle necessità della Chiesa del suo tempo: indisse sinodi e istituì seminari per provvedere alla formazione del clero, visitò più volte tutto il suo gregge per incoraggiare la crescita della vita cristiana ed emanò molti decreti in ordine alla salvezza delle anime. Passò alla patria celeste il giorno precedente a questo. (3 novembre: A Milano, anniversario della morte di san Carlo Borromeo, vescovo, la cui memoria si celebra domani).
Mercoledì 5 novembre ricorre l’onomastico di San Zaccaria padre.
Fonte: www.santiebeati.it
Gilberto Costanza