Come si può negare la solidarietà umana, morale e sociale alle maestranze di Tirreno Power e dell’indotto che rischiano il posto di lavoro causa della scriteriata gestione del Gruppo Siorgenia De Benedetti, proprietario delle centrali di Vado Ligure e Civitavecchia?
Non si può, nè si deve, ma non certo attribuendo le responsabilità della crisi alla magistratura che ha sequestrato gli impianti, bensì ai proprietari, al governo, ai sindaci, alla Provincia e alla Regione Liguria.
Questo per mettere le cose in chiaro. Il lavoro si difende in primo luogo assicurando la cassa integrazione a tutti, facendone gravare su Sorgenia l’onore ( e non su tutti). Imponendole gravami del risanamento, della bonifica e del piano di ricovensersione delle aree contaminate dall’uso ‘scellerato’ del carbone. Non certo con la riattivazione dei due gruppi ormai obsoleti che devono essere chiusi definitivamente alla produzione. Quindi piena adesione alla marcia dei lavoratori prevista sul Comune di Vado Ligure che deve dare risposte reali e veritiere, senza spacciare illusione e presunte menzogne sposando in modo chiaro e forte l’ipotesi della bonifica integrale del sito che impieghi le attuali maestranze negli anni a venire.
Nel frattempo un commissario ad acta predisponga (come a Taranto) il piano della riconversione produttiva finanziata dalla proprietà, unico modo per difendere una prospettiva occupazionale proiettata sul medio periodo.
Sembra che il Comune di Savona si accinga a deliberare una mozione nella quale, respingendo le pressioni delle lobby chiede una svolta in questo senso. saggia decisione, ben diversa dall’attuale immobilismo della triplice sindacale, ancora arroccata sulla riapertura dei vecchi gruppi, strada impraticabile ed ipocrita alla luce dello stato di fallimento di Tirreno Power che, nonostante il quarantennale lucro, cerca disperatamente di far pagare al pubblico i costi economici, sociali e sanitari provocati alla comunità savonese.
In Italia le centrali a carbone come quella di Vado Ligure , spenta il 12 marzo, sono 13, otto delle quali dell’Enel. Le più grosse sono quelle di Brindisi Sud e Civitavecchia, veri giganti che ogni giorno ruggiscono milioni di chilowattora. La più piccola è quella dell’A2A a ridosso del centro storico di Brescia. Il carbone in Italia rappresenta il 12 % della quota di energia termoelettrica; con gli investimenti dell’ultima dozzina d’anni il combustibile più usato dalle centrali italiane è il metano pulitissimo, efficientissimo, ma costosissimo.
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Alla fiera dell’Est si vendono sogni.
Meno male che i cinesi sono un popolo avveduto se non diffidente verso gli stranieri e quindi vi è da scommettere che verranno a vedere, con i propri occhi a mandorla, che costa sta succedendo in quel porto di Vado Ligure, lato pontile ex Fornicoke.
Il presidente pro tempore Miazza si è recato in delegazione in quel di Shanghai per ‘vedere’ la piattaforma Maersk, magnificandola come un piccolo miracolo, anche se in scala ridotta, pronta nel 2017 (perbacco!) ad essere operativa e a ricevere merci dalla Cina, da redistribuire in tutto il Nord Italia.
Ottimista anche sulla durata del suo mandato, il nostro, nonostante il Mose, Fincosit e Tecnical Spa, appare fiducioso che tutto è in regola; nonostante l’appalto con unico concorrente, e solo autore di tutti i progetti, compreso l’impatto ambientale, senza tema di conflitto di interessi, essendo al contempo progettista e valutatore definitivo ed ececutivo , nonchè esecutore dei lavori.
Sembra essere a Venezia, ma forse siamo un passo avanti e il neo sindaco di Vado Ligure è talmente convinto che tutto sia a posto che annuncia di ritirare i ricorsi pregressi e si è affidato ad un uomo d’esperienza urbanistica come il geometra Ennio Rossi. Quanto alla notizia del suo viaggio orientale, il grande Sergio Del Santo ha scritto un pezzo da par suo, che alleghiamo per deliziare i nostri 4 lettori.