‘la Repubblica’ del 25 maggio (cronaca di Genova), a firma di Marco Breve, torinese, origini nell’albenganese, riporta una dichiarazione eccellente: “…avevo già visto come venivano trattate le vicende Carige in tribunale. Sapevo che non sarebbe accaduto nulla e avevo anche paura per la mia attività, sapendo la rete di amicizie della massoneria su cui poteva contare Menconi che è notoriamente un massone…”. Parole di Luigi Barile, 82 anni, ragioniere commercialista, descritto amico fraterno di don Gallo e per 15 anni amministratore della Comunità di San Benedetto. Un riferimento preciso, meritava il titolo ? L’8 giugno, Preve cita Giancarlo Puccio. “…Secondo gli inquirenti potrebbe essere proprio un celebre massone, il Venerabile Maestro della Loggia ‘Il Dovere‘ di Lugano morto nel 2010, che fu anche il braccio destro di Orazio Bagnasco, il genovese che negli anni ’80 venne soprannominato l’ingegnere della finanza e l’uomo più liquido d’Italia…”. Il titolo (scelta di opportunità editoriale ?) anche in questo caso risparmia la asserita ‘cupola massonica’? nell’ambito dello scandalo Carige. Dalla Svizzera trucioli.it fa parlare un anziano testimone….
“Conobbi Giancarlo Puccio nell’ambito del Gruppo Liguri in Ticino – del quale fu presidente onorario – , dell’Associazione italo- svizzera ‘Carlo Cattaneo’ e del Consolato generale d’Italia che a Puccio aveva conferito la croce di ‘Commendatore al merito‘. Puccio godeva della mia totale stima e lo consideravo – contraccambiato – un amico ed un galantuomo. So che era amico di colui che a Lugano definivamo padre- padrone della Carige, ma anche di molte altre personalità civili e politiche della Regione Liguria, della Provincia, del mondo economico ed editoriale genovese. Col senno del poi è possibile che alcune di queste frequentazioni potessero avere retroscena affaristici, data la precorsa attività con colui che anche a Lugano consideravamo un vero e proprio magnate”. A proposito, a Loano vive chi, da comandante di yacht, ricorda feste e partecipanti negli anni d’oro di Orazio Bagnasco. Chissà se pure Claudio Scajola ha qualche ricordo in proposito.
La memoria storica italo-luganese prosegue: ” Non so nulla dell’appartenenza di Puccio a logge massoniche; del resto la massoneria, a Lugano, gode di civile accettazione. In centro sorge, ed inalbera la scritta luminosa “Loggia massonica Il Dovere” – la stessa citata nell’articolo di Preve, titolato ‘La verità di Berneschi. Capitali all’estero? Li portai con Dagnino…chiamando in causa il suo predecessore defunto’ .
Ancora l’italo- svizzero: “Il palazzo massonico ticinese, frequentato anche dal penultimo sindaco per 30 anni della città, Giorgio Giudici che non ha mai nascosto, contrariamente a quanto avviene in Italia, in Liguria, salvo rari casi (vedi Il Secolo XIX del 20 aprile 2012, dal titolo ‘Massoneria trasparente ma gli elenchi sono segreti‘ ). Giudici, a Lugano, ha sempre goduto del favore popolare, soprattutto dei dominanti liberali che qui sono il vero vivaio della massoneria. ”
Tornando all’articolo di Marco Preve un passaggio dice : ” Parte di quei soldi (portati in Svizzera da tandem Dagnino -Berneschi ndr), lo stesso Berneschi sostiene che il notaio Rocco Olgiati, amministratore della società Geberon, li utilizzò per acquistare l’albergo di Lugano che, secondo la finanza, è stata comprato con i soldi della truffa ai danni del comparto assicurativo della Carige“.
Il ligure emigrato conclude: “ Il notaio Olgiati è genero di Puccio, avendone sposato l’unica figlia; è un professionista noto ed affermato….”.
Il 25 maggio è stato pubblicato un altro spaccato della ‘Carige story’. Titolo ” Quei 300 mila euro dalla Fondazione alla Lux Vide di Ettore Bernabei”. Fa capolino l’imperiese Marco Simeon. Scrive Preve: “…Genova 2008…nel consiglio della Fondazione siede tra gli altri Marco Simeon…un giovanissimo laureato in legge di Sanremo che è già diventato uno dei più influenti uomini d’affari specializzati nei rapporti tra finanza (Mediobanca e Cesare Geronzi in primis) e il Vaticano. E’ considerato un fedelissimo di Bertone (il suo giornale in un editoriale del direttore Mauro scrisse due anni fa qualcosa di più…a proposito della presunta paternità….ndr). ….E nell’interesse dell’intera Liguria Marco Simeron porta in commissione la sua proposta. Si tratta di finanziare con 300 mila euro la Lux Vide per la produzione e diffusione dei Dvd della serie televisiva La Bibbia, andata in onda fino al 2002. I Dvd vengono presentati direttamente al consiglio da Simeon come prodott i’ didattico-educational’ così da giustificare il finanziamento…qualcuno rimarcò il fatto che in Liguria quei soldi sarebbero stati sottratti ad associazioni del volontariato, gruppo culturali ed enti…ma il cavalier Repetto fu irremovibile….”.
A quando tutta la verità su vita e ‘miracoli’ dell’enfant prodige Marco Simeon ?