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Liguria e Basso Piemonte

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Savona time: signori in carrozza, chi sale, chi scende tra immobiliaristi pubblici e privati


I.P.S.(Insediamenti produttivi savonesi), la società di sviluppo delle aree comunali, ha cambiato ragione sociale e, forte di un capitale di 500 mila euro, si appresta a godere dei frutti pendenti derivanti dalla infrastrutturazione del parco Doria, via Stalingrado, Savona. Gli uffici ed i capannoni sono pronti, in parte venduti e in parte “promessi”: la Regione Liguria pare perplessa sui locali Apal, la crisi morde ancora sul comparto artigianale, ma nel frattempo la nuova palestra funziona a pieno regime e gli amministratori presentano un bilancio (2012) in lieve incremento, anche se l’esposizione verso le banche viene conteggiata sui 10 milioni di euro
Parte del leone, nelle quote, la Provincia (ormai in via di liquidazione), seguita dal Comune di Savona (designato nel C.D.A. il presidente, Carlo Ruggeri e il geometra Ennio Rossi, neo assessore all’ Urbanistica della giunta vadese). Ruggeri, presidente che non risponde al giornalista che, tramite la segretaria, chiede lumi sull’assenza di curriculum per alcuni consiglieri. Remo Zaccaria, vice sindaco di Loano che si affretta a chiarire: “Ho chiesto il motivo dell’assenza del mio curriculum…”. Ma sull’educazione-etica pubblica di Ruggeri ognuno ha le sue idee.

Ennio Rossi, neo assessore esterno a Vado, già funzionario tecnico del Comune di Savona

Alcuni si chiedono perché manchi nel sito il bilancio 2013, atto dovuto secondo la legge sulla trasparenza della pubblica amministrazione. Altri sostengono, forser a ragione, che non si tratta di atto dovuto. I bilanci sono di fonte Camera di Commercio. Devono essere approvati, per legge, nel primo trimestre dell’anno e pubblicati entro il mese di giugno. Tra le more si riescirà ad ottenere copia nel mese di luglio ? Un peccato veniale che non sfugge al presidente del collegio sindacale Dott. Silvio Auxilia e che sarà di certo prontamente confessato ed assolto da chi di dovere! Ne’ la Corte dei Conti, né la prefettura si fanno domande fuori luogo. Perchè il fallimento di un ente siffatto avrebbe nefasti risvolti sugli enti partecipanti (Ente Porto, Camera di Commercio,vari altri comuni)!

Carlo Ruggeri, eminenza grigia di un potere e sottopotere che a Savona resiste nel tempo al rinnovamento e al renzismo ? Chi è stata la mente ispiratrice e la lunga mano dell’IPS ?   Ruggeri può consolarsi da ‘compagno rosso‘  di un reddito loro annuo (2012)  di 139.579 euro, ben lungi dall’altra savonese- bergeggina illustre, Sara Armella (512.514 euro  reddito lordo), presidente dell’ente Fiera di Genova. Come ha riportato Il Secolo XIX del 30 maggio “è soprattutto avvocato titolare  dello studio Armella Associati la cui attività va a gonfie vele visto che il reddito denunciato è salito da 429.424€ del 2011 a 512.514 cifra sulla quale il suo ruolo professionale di presidente della Fiera incide appena del 10 per cento”.
Tornando all‘IPS, in attesa della luce in fondo al tunnel della crisi, resta la domanda  cardine: nel malaugurato caso di crack, gli amministratori rispondono ai sensi del codice civile, ovvero alla Corte dei Conti?
Chi vivrà, vedrà: nel frattempo  i migliori auguri al geometra Rossi che si accinge al nuovo ruolo di assessore esterno in un comune chiave per l’economia, arricchito dalla sua grande esperienza professionale. E senza dimenticare un altro ‘cavallo di razza della partitocrazia‘, Enrico Mozzoni, esordiente nella Dc del compianto prof. Olimpio Secondo capo ufficio stampa dell’allora potentissimo ed onesto ministro Paolo Emilio Taviani, poi passato armi e bagagli nelle truppe berlusconiane e nella fede al berlusconismo. Mozzoni sindaco di Bardineto, di Calizzano, candidato ovunque c’era un’opportunità. Perdente alle ultime comunali, proprio nella sua terra di Bardineto e il conseguente annuncio (bravo Mozzoni!) che avrebbe lasciato alle nuove leve il ruolo di capo dell’opposizione, lui si faceva da parte. Il tandem Ruggeri-  Mozzoni (sinistra, centro, destra) pare lo specchio fedele del rinnovamento negato, di cui un giorno sì e l’altro pure parla il presidente della Confindustria, Squinzi. Nella cronaca politica di Imperia, Graziano Cetara, capo delle edizioni del ponente del Decimonono,  definisce questi camaleonti  “vecchi dinosauri“. A Savona invece restano “giovani dinosauri”?
La differenza sta nella benedizione delle Coop rosse e dei poteri trasversali, della massoneria affaristica ?  Chissà per quale ragione in questa provincia un giornalista, ormai dimenticato e nell’angolino dei ‘cattivi’, ha continuato a scrivere, ignorato, forse deriso, del ruolo di una certa consorteria massonica ! Ma ci vuole lo ‘scandalo’ (puntuale bolla di sapone?) per ricordarci che anche l’ex potente Berneschi, a lungo indiscusso padre padrone nella Carige e della già savonese Carisa, faceva affari particolari sotto la regia di un ‘gran fratello‘ svizzero, con entrature liguri.  E che dire di quell’altro ‘fratello’, per nulla chiacchierato, che di recente ha scritto su Il Fatto Quotidiano (venerdì 6 giugno, pagina 22): ” Intanto il dopo Taviani (morto senza ricchezze, senza figli sistemati, il suo alloggio a Roma dove rispondeva personalmente al telefono 06 -86217706 anche all’umile cronista di questa provincia, ndr) della politica genovese (aggiungiamo savonese ndr) individua nell’intermediazione partito- affari la propria nuova ragione d’essere. Prima  con il deputato socialista Antonio Canepa, morto giovanissimo per overdose; poi Claudio Burlando, da un trentennio silente presidiatore della catastrofe ligure tra desertificazioni economiche e degrado dell’etica pubblica”. Mettiamoci pure un Burlando che arrestato, venne prosciolto da ogni accusa, poi diventato ministro con un attivo sottosegretario calabrese. Da  due mandati presidente della Regione, ottimi rapporti anche  con i ‘capi’ di alcuni giornali.  Non sono state rarissime le sue visite ad un capo redazione del più diffuso quotidiano della città di Savona.

Nell’articolo intitolato(Il Fatto Quotidiano) ‘Berneschi, Bertone, Bagnasco e Burlando’ un passo è riservato “alla stampa locale (genovese e ligure ndr) per decenni in ginocchio. Quanto invece  inizia a venire alla luce sono le cortesie (di Berneschi ndr) nei confronti di un altro potentato con cui si stipularono lunghe alleanze, la Curia“. E a Savona chi c’è stato,  promosso cardinale, con gli osanna della stessa stampa locale ? Con articoli profumati di incenso firmati da figli di magistrati “.  L’autorevole autore del quotidiano più grintoso sulla scena nazionale aggiunge: “La città – Genova ? ndr – attende di sapere meglio chi fossero i magistrati legati da ragioni – come dire – amicali al signore delle sponsorizzazioni”.  Chissà se il furbo dei parvenù ha fatto danni anche in quel di Savona ! In attesa manco a dirlo dei tempi lunghi della giustizia.  Cioè i vari gradi di giudizio. In ipotesi: tribunale, Corte d’appello, Cassazione, possibile ritorno in Corte d’appello ed infine Cassazione.  Dulcis in fundo è prevista, se richiesta e motivata, la revisione del processo in Corte d’appello. Può durare 25 anni, vedi il caso dell’ex procuratore della Repubblica di Savona, Michele Russo.

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