Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Carceri, giustizia e l’Europa? Visti da Savona


Ci siamo dimenticati che la Commissione Europea dei Diritti Umanici ha chiesto di rimuovere le cause strutturali del dissesto del nostro sistema carcerario che genera trattamenti inumani e degradanti. Intanto giunge notizia che la Regione Liguria ha stanziato 250 mila euro a sostegno dei detenuti, su iniziativa dell’assessore Rambaudi.

Inoltre la Corte di Giustizia Europea, per lo stato vergognoso delle nostre carceri, ci ha dato un ultimatum – che scadrà a fine mese – per attuare una adeguata riforma. Nel solito modo pasticciato e confuso il nostro Parlamento qualche timido passo l’ha fatto facendo ridurre , grazie all’ ennesimo sollecito del ” Colle”, da 66.028 a 60.419 il numero dei carcerati , mentre le vittime del sovraffollamento sono scese «sicuramente più di 10mila» ( dati ottimistici del ministero del mese di marzo 2014 ). Ma non si tratta solo di numeri perché non siamo assolutamente in grado, come ci è stato richiesto dall’Europa, di permettere ai carcerati di poter trascorrere almeno 8 ore fuori dalla propria cella e di ridurre il numero dei carcerati per cella rispettando il numero minimo di mq. per persona per non essere incolpati di affliggere la tortura.

Pare che il nostro ministro alla Giustizia abbia chiesto una proroga per i nostri inadempimenti e non si ha notizia sulla sua concessione perché i giornali su questo argomento tacciono.

Negli ultimi decenni siamo stati ripetutamente condannati dalla Corte per la violazione dell’art. 6 della Convezione dei diritti dell’uomo, e cioè per l’irragionevole durata dei processi, che secondo il Comitato dei ministri dell’Europa mette in pericolo lo stato di diritto. Delle riforme del sistema giudiziario se ne parla da trenta anni ma nulla è stato fatto !

Chissà cosa diranno in Europa leggendo la notizia del malcapitato Mohamed Salim che, arrestato 10 anni fa per favoreggiamento di immigrazione clandestina, ora è stato scarcerato perché si è trattato di un caso di anonimia . L’avvocato difensore sin dall’udienza preliminare ha cercato di dimostrare l’errore del magistrato, ma non c’è stato niente da fare. L’uomo in galera sì è ammalato e non è stato curato ed ora che è uscito gode di pessima salute, è rimasto solo e senza lavoro. Bel colpo, ma sicuramente i magistrati colpevoli di tanta negligenza non pagheranno per la superficialità del loro lavoro causa del clamoroso errore giudiziario commesso . E magari faranno pure carriera ! Responsabilità civile dei magistrati neanche a parlarne, risponde lo Stato per loro colpe ! Il caso Tortora non ha insegnato niente !

In Europa non diranno niente perché i giornali non hanno pubblicato la notizia in quanto hanno altro cui pensare o forse perché ritengono che non convenga ai loro editori criticare la magistratura.

Luciano Locci

REGIONE LIGURIA, POLITICHE SOCIALI, ASSESSORE RAMBAUDI:

”250MILA EURO PER IL SOSTEGNO AI DETENUTI”

GENOVA. Duecentocinquantamila euro per il sostegno a detenuti, persone in esecuzione penale esterna e minori sottoposti a provvedimenti penali, per migliorare la qualità della vita nelle carceri liguridi GenovaMarassi, Genova Pontedecimo, Savona, Imperia, La Spezia, Sanremo. Sono stati stanziati oggi dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore al welfare, Lorena Rambaudi.

Il progetto prevede il miglioramento della qualità della vita in carcere, il sostegno alla genitorialità, la mediazione penale minorile tra la vittima e il minore autore del reato con il supporto di personale qualificato per accompagnare i detenuti e i minori in esecuzione penale al reinserimento nella società, l’accoglienza abitativa  per consentire ai detenuti senza domicilio di avere a disposizione un alloggio per usufruire del permesso premio.

Il progetto è gestito dalla “Rete che unisce”, un’associazione temporanea di scopo che ha come capofila il consorzio Agorà di Genova.

Nei prossimi giorni verrà avviato il procedimento amministrativo di tipo partecipato, attraverso un percorso ad evidenza pubblica, per individuare le realtà del terzo settore, in possesso di particolari requisiti, che parteciperanno alla realizzazione del progetto.

La richiesta di partecipazione alla coprogettazione regionale deve essere inviata all’ufficio protocollo della regione Liguria entro e non oltre le ore 12.00 del 10 luglio 2014.

“Dopo la positiva sperimentazione degli anni scorsi – ha spiegato l’assessore Rambaudi – proseguiamo l’offerta dei progetti sociali sulle carceri, attraverso i patti di sussidiarietà, un metodo per utilizzare al meglio le risorse economiche e professionali a disposizione, evitare sovrapposizioni e sostenere la collaborazione tra enti. Un’esperienza tutta ligure, seguita con attenzione anche a livello nazionale, che dimostra la ricchezza del rapporto tra pubblico e settore non profit nel nostro territorio”.


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L. Locci

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