Giornalisti: diffamò De Benedetti, Sallusti condannato in sede civile a pagare 90 mila euro
Per aver diffamato Carlo De Benedetti il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti è stato condannato dal giudice Del Tribunale civile di Milano Patrizio Gattari a versare 90 mila euro all’imprenditore. Come si legge nel dispositivo della sentenza di primo grado che risale a poco più di un mese fa ma che è stata pubblicata ieri, nella causa civile è stato “accertato” che i due editoriali di Sallusti comparsi sulla prima pagine del quotidiano di via Negri il 6 e il 7 febbraio 2011 intitolati rispettivamente ‘Il padrinò (è stato pubblicato corredato dalla foto dell’imprenditore) e ‘De Benedetti a Milano, comparsata da 800 milionì “costituiscono diffamazioni a mezzo stampa lesive dell’onore e della reputazione” del presidente del gruppo editoriale l’Espresso. Per questo Sallusti e la Società Europea Edizioni spa sono stati condannati, in solido, a pagare all’imprenditore “a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale la somma complessiva” di 90 mila euro oltre agli interessi legali. (ANSA)
Chissà quando verrà il giorno che il sindacato nazionale dei giornalisti, o magari lo stesso ordine professione, o se volete il gruppo cronisti, aprirranno le finestre per far conoscere cosa accade, da qualche anno a questa parte, nelle edizioni de Il Giornale del Piemonte e della Liguria dove sono stati dati in appalto (gestione) e poi in subappalto la ‘produzione’ delle pagine locali, con l’utilizzo di giornalisti e collaboratori pagati a fattura (media max 1500 euro al mese), senza ferie, malattie e via discorrendo. Per ora si sono salvati alla redazione di Genova.
In pratica chi vuole gestire-affittare la pagina o le pagine di una provincia ottiene l’incarico e l’esclusiva, dietro firma di un contratto. Ci si si impegna a versare alla società che ha rilevato la ‘proprietà dell’edizione’ una quota che varia dai 2500 ai 4000 mila euro il mese. In compenso chi riesce a raccogliere pubblicità riceve un tornaconto trattenendo l’incasso, dedotte le spese. Va bene quando si riescono a coltivare rapporti con enti pubblici, dalla Regione, alle Province, ai Comuni, o alle municipalizzate, il tutto se è controllato dagli amici e da schieramenti filantropici. C’è il cliente sensibile e vicino al gruppo di riferimento. Nel ponente ligure non pare che la pubblicità faccia faville.
Non si capisce dove voglia arrivare il gruppo Berlusconi, si sono tenuti l’edizione nazionale, hanno fatto una cura dimagrante, si fa per dire. Il direttore Sallusti in Tv ha rivelato la sua busta paga netta, oltre 18 mila euro il mese; alcuni giornalisti (uno in Liguria, a Genova, può accontentarsi di uno stipendio loro di 180 mila euro), Altri sono finiti nel tritacarne e nella strategia di stancarli. Sempre in Liguria, c’è persino chi si è trovato con mensilità arretrate di tre mesi e, senza l’assistenza del sindacato, non si è presentato al lavoro. Braccio di ferro? Rimane un mistero per quale ragione giornali d’attacco e di approfondimento abbiano ignorato il grande ‘pantano’ in cui si trovano od operare giornalisti e gregari che consentono al Giornale di uscire con edizioni locali. In Liguria, ai promotori di pubblicità, si indica una diffusione regionale in 12-15 mila copie. A quanto pare scese a 2500 copie vendute nelle edicole. Va meglio in Piemonte, in particolare in alcune province. Tempi di crisi sì, ma anche tempi di sfruttamento in nome e per conto del berlusconismo ? sembra davvero un paradosso per chi, con orgoglio, non perde occasione per può esibire il ‘modello aziendale berlusconiano’.
GIULIO ANSELMI IL TURISTA VIP DI LAIGUEGLIA LASCIA LA FIEG
Roma, 13 maggio 2014. ”Concludo il mio mandato alla presidenza della Fieg a giugno, come previsto”. E’ il presidente della Federazione degli editori, Giulio Anselmi, a confermare così all’Adnkronos i rumours circolati in queste ore. ”Non prevedo di andare oltre”, precisa Anselmi che ha assunto la presidenza della Fieg il 15 dicembre del 2011 dopo le dimissioni di Carlo Malinconico e ha poi proseguito nell’incarico che scade appunto fra poco piu’ di un mese. ”Sono molto tranquillo – ha detto Anselmi – semplicemente considero esaurito il mandato.”. (Adnkronos)
Anselmi, già vice direttore del Secolo XIX, da anni è fedele frequentatore ed ammiratore di Laigueglia. Ha acquistato casa nel centro storico, vista mare e non è raro incontrarlo sulla spiaggia (abituè di uno stabilimento balneare), sul lungomare o in qualche locale. Nonostante la brillante posizione sociale ed economica, non ha mai fatto sfoggio, nè utilizza l’auto blu dei grandi manger o comis di Stato. E’ rimasto un cittadino coerente, tra i colleghi amici della Baia, Daniele La Corte. Qualche incontro con Silvio Fasano. A Laigueglia trascorre i suoi soggiorni anche Franco Manzitti, altro big del giornalismo, dove la famiglia possiede un immobile nel centro storico di ponente.
GIORNALISTA NON RIVELA LA FONTE DELLA NOTIZIA ASSOLTA DOPO LA CONDANNA IN PRIMO GRADO
Giornalisti: pubblicista non rivela la fonte, assolta in appello. In primo grado era stata condannata a 20 giorni. Ha vinto la giurisprudenza della Corte di Strasburgo riferita alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.
Palermo, 14 maggio 2014. L’Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime soddisfazione per l’assoluzione della giornalista Giulia Martorana, decisa dalla Corte d’appello di Caltanissetta, che ha riformato una sentenza di condanna a 20 giorni di arresto, pronunciata dal Tribunale di Enna per il reato di favoreggiamento. La pubblicista, difesa dall’avvocato Gianfranco D’Alessandro, aveva taciuto il nome della fonte che le aveva rivelato una notizia, ma il segreto professionale non le era stato riconosciuto, dato che il codice lo ammette solo per i giornalisti professionisti. L’assoluzione in appello, le cui motivazioni saranno rese note nei prossimi mesi, è con la formula “perché il fatto non sussiste”. L’Ordine di Sicilia auspica che con questa decisione la magistratura siciliana abbia recepito le tesi più innovative sul segreto professionale dei giornalisti, riconoscendo che anche un pubblicista possa avvalersene. Sarebbe comunque decisiva una modifica del codice di procedura penale, che espressamente prevedesse che a potersi avvalere del segreto non siano solo i giornalisti professionisti ma, più in generale, i giornalisti iscritti all’albo. Probabilmente i giudici faranno riferimento nelle motivazioni all’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nella interpretazione che ne dà la Corte di Strasburgo: i cittadini europei, che svolgono la professione di giornalista, hanno diritto alla tutela delle loro fonti e al segreto sulle stesse (sentenza Goodwin e seguenti).