A leggere gli articoli del mitico Eugenio Scalfari c’è poco da stare allegri se sale al potere Beppe Grillo. Ora cavalcano la protesta e l’indignazione di tanti cittadini. Ma in Italia c’è una maggioranza di evasori fiscali, anche tra dipendenti, pensionati, disoccupati, cassaintegrati. C’è la truppa di pregiudicati e dintorni che vede giudici e giustizia come il fumo negli occhi, nemici da combattere. A Ceriale, terra di illegalità organizzata diffusa, diventata unica città della Riviera dove la prostituzione si esercita anche di giorno sull’Aurelia. Ceriale che vanta il primato nazionale di ‘belle di notte’ da anni in ‘sosta’ davanti alla casa del sindaco berlusconiano, premiato dai cittadini alle urne. C’è Peagna che ha perso il suo parroco, messo a riposo forzato dal vescovo. In una delle diocesi più chiacchierate d’Italia (vedi Il Secolo XIX). Che dire dell’Associazione ‘Amici di Peagna’, fondata nel 1983, muta e senza una parola di solidarietà per suo tesoriere, ex parroco?
Ceriale sinonimo di volontariato del quale si parla poco, o meglio non si leggono notizie. Li abbiamo visti all’opera, domenica 27 aprile, in piazza Della Vittoria, intenti allo stand a preparare ‘piattini’ popolari. Un’attrazione a cura della Società Libero Mercato di Vercelli che, in alcuni banchi alimentari, poteva permettersi prezzi da nababbi. Il formaggio di capra, 38 euro il chilo. L’avevamo trovato a 35 euro alla fiera gastronomica di Savona. Magari sarebbe utile farlo sapere ai pastori piemontesi e liguri. Nei negozi di alimentari (pensiamo a Pieve di Teco o Ponte di Nava) il ‘caprino’ più pregiato di paga 19, 70€. Alla fonte i prezzi oscillano tra i 12- 14 euro. Un altro stand, sempre a Ceriale, vendeva salamini a 32 euro il chilo. Sbalorditivo ! Il problema è che si promuoveva il marchio Italia, nessuna indicazione esterna della zona d’origine, a meno che non si intendesse la provincia di Vercelli.
L’organizzazione era della Pro Loco, Associazione Alpini, Avis e Protezione civile, grazie alla collaborazione del Comune – ha scritto IVG.it – , indicando il Padellone dei Tesori dell’Orto, evento giunto alla settimana edizione . Tra i volontari, i cerialesi della prima generazione, erano quattro, “i soliti – dicono – che ci troviamo ad ogni appuntamento per lavorare”. Un ‘Padellone’ senza pretese, ma con molto impegno profuso. I ravioli, come accade per tutte le sagre paesane (escluso Massimino) arrivano da un pastificio della zona. Le patatine frittite sono industriali. Di casalingo c’è la panissa, detta anche panizza, le verdure, il pan fritto. Il gruppo di volontari ha fatto del suo meglio pur nell’incertezza del tempo. Meritano il grazie di tutta la comunità.
Nella stessa giornata di domenica, a Ceriale, si sono visti i rappresentanti dei 5 stelle in Europa per l’Italia, non i candidati, ma gli attivisti di zona. Pronti ad incontrare i cittadini, illustrare, rispondere. A Ceriale, in passato, un gruppo che voleva dare vita ad una lista per le comunali; non ha avuto il via libera dai responsabili del Movimento. Poi si sono dispersi e qualcuno è emigrato in altri schieramenti, gli infedeli. Presenze di gazebo anche a Finale Ligure, Pietra Ligure e Loano. In un mini ciclostilato propongono 7 punti: referendum per la permanenza nell’euro, abolizione del Fiscat Compact, adozione degli Eurobond, alleanza con altri paesi mediterranei per una politica comune, investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del terzo anno di deficit di bilancio, finanziamenti per attività agricole ed allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni, abolizione del pareggio di bilancio.
Unica osservazione, c’è da augurarsi che gli amici di Grillo non vogliano insegnare come si può favorire l’agricoltura; i finanziamenti lo Stato italiano ne ha già concessi troppi per ingrassare pochi. A cominciare dalle leggi sulle aree depresse in cui era compresa, pensate, la piana di Albenga dove il costo dei terreni è sempre stato tra i più alti d’Italia, con le zone di vigneti dell’Alto Adige, del cuneese e della provincia di Siena.
Serve semmai una nuova disciplina-incentivo (non finanziamenti) per i terreni lasciati incolti, cosa che accade solo in Italia, non in Alto Adige (Italia autonoma), non in Austria, Svizzerra, Germania. Ceriale, tra l’altro, già cittadina agricola per eccellenza, ha avuto nella sua storia del Dopoguerra due sindaci (prima Delfino ora Fazio) agricoltori. L’ultimo ha iniziato la sua ‘carriera’ nella Coldiretti ed in Comune, poco più che ventenne, oggi superata la soglia dei 60 anni è sempre sulla plancia di comando, timoniere di una nave sempre più alla deriva.
Forse è anche per questa ragione che Ceriale può definirsi una città fortunata o sfortunata, a seconda dei giudizi e degli interessi, o meglio dell’informazione, con l’uomo qualunque disinformato. Cosi ognuno ha quel che merita !
Altro capitolo di recente storia cerialese. A leggere l’autorevole Secolo XIX i cittadini finalmente sono usciti dal clima di omertà diffusa ed hanno segnalato cosa stava avvenendo nella lontana periferia ai confini con Albenga. Qui il Comune ha rilasciato la scorsa estate una concessione edilizia per magazzino, con sistemazione dell’area per realizzare un’azienda agricola. Non sono indicati i nomi di questi giudiziosi cerialesi, positivo è che ancora una volta la magistratura non abbia perso tempo, con uno dei suoi più apprezzati magistrati. Il dr. Giovanbattista Ferro ha posto sotto sequestro l’area, in attesa di accertamenti. Dobbiamo, a completezza di informazione, aggiungere che incontrando casualmente, a Savona, sotto i portici, il vice presidente della Provincia, Gianfranco Sasso, neo presidente della società pubblico-privata Seava-aeroporto di Villanova, ha voluto ricordare: “ A Ceriale dovrebbero farci un monumento per l’iniziativa, solo col nostro coraggio potevamo osare tanto in quella zona, altro che critiche….”. Trucioli.it, in perfetta solitudine, come accade abitualmente, aveva documentato enormi scavi in atto da mesi e posto qualche utile interrogativo. Ben vengano le segnalazioni dei cittadini citati dal Decimonono !
IL CASO DON GERINI – Si è conclusa a tarallucci e vino l’esonero di monsignor Fiorenzo Gerini ? Benemerito apostolo nella piccola comunità di Peagna dal 1954. Non poteva, sua eccellenza il vescovo della diocesi di Albenga – Imperia, Renato Oliveri, aspettare ancora due o tre anni, attendere che fosse l’anziano ex amministratore-economo della Curia vescovile, a chiedere l’esonero ? Cosa è intervenuto di somma urgenza ? La necessità di vendere l’immobile che fu di don Angelo De Negri (non don Giacomo, come ha scritto Il Secolo XIX e riporta erroneamente persino la targa sulla strada comunale ) per coprire un debito e pagare il mutuo diocesano ? Don Gerini ha sempre dimostrato obbedienza al voto sacerdotale, anche se si era detto contrario all’operazione immobiliare (chi acquista deve avere la certezza del via libera del Comune al cambio di destinazione d’uso della casa vacanza ‘spirituale’ Santa Maria Belfiore) . Del resto l’anziano sacerdote non è più nelle condizioni apicali di porre veti. Perchè, allora, questa pubblica ‘umiliazione’ alla quale ha risposto presenziando alla Messa di presa di possesso del successore don Quaranta. Un plauso alla coerenza, almeno in questo caso, è invece doveroso attribuire alla giunta comunale che ha disertato l’avvenimento religioso, dopo che la domenica di Pasqua il sindaco si era presentato alla Messa di addio (a don Gerini) in fascia tricolore, caloroso discorso di commiato e rincrescimento per la decisione del vescovo. Con Fazio, presenti assessori e consiglieri comunali.
A proposito, ascoltando la lettura del decreto di nomina del nuovo arciprete di Peagna ….. “lettere di nostra autorità ordinaria”… nella quale si cita che essendo il precedente parroco avanti con l’età e venendo meno le forze occorreva….. ( dopo queste parole qualcuno lasciato la chiesa!!!! ) la sostituzione del pastore che da 60 anni guidava la comunità, sorge spontaneo chiedersi: ma don Gerini che gestiva amorevolmente una piccola comunità parrocchiale in ottimo stato di salute e dinamico nelle attività pastorali e che ha ‘solo’ 83 anni, perché è stato invitato a lasciare?
Parte della risposta forse è proprio nell’articolo “Don Gerini ‘sacrificato’ per salvare la diocesi dai bilanci in rosso e da un mutuo” pubblicato sul n. 34/2014 di trucioli.it e ripreso a tutta pagina dal Secolo XIX-Savona?
AMICI DI PEAGNA CERCASI – Il silenzio è d’oro. Non è stato un silentio noctis, semmai aliquid silentio praeterire; per altri potrebbe essere un aliquem ad silentium compellere. Noi di trucioli, blog di volontari privi di pubblicità per scelta e senza conflitti di interesse, torniamo a silentium rumpere.
Ancora scioccati, stupiti da una circostanza, se ci è sfuggito chiediamo scusa, e ne daremo atto immediatamente. L’Associazione Amici di Peagna ha fatto bene o male a non ‘dire una parola‘ a proposito del ‘benservito’ a don Fiorenzo Gerini ? Non è sempre stato indicato (Gerini) come l’anima della ‘Fiera del libro’, della ‘capitale della cultura’, della promozione di Peagna in Italia e all’estero ? Dando atto del suo tenace impegno per onorare la Rassegna dei Libri di Liguria, per preservare la cultura locale, valorizzare una biblioteca di oltre 12 mila volumi sulla Liguria, rinnovare la rivista Anthia ?
Dal gennaio 2013 è presidente dell’Associazione il 38 enne Stefano Roascio, laureato in Lettere, specializzato in Archeologia alla Cattolica di Milano, impegnato al ministero per i Beni Culturali a Genova. Al secondo posto il brillante giornalista Andrea Carpi, docente di cultura enogastronomica, organizzatore di eventi culinari (Peagna da 50 anni attende un ristorante-bar, sarà la volta buona ?), quindi Angelo Gallea, figlio del mitico prof. Franco; Ferdinanda Fantini illuminata scrittrice (leggi il suo ultimo capolavoro di aprile), infine il segretario Giancarlo Ascoli. Don Gerini, tesoriere appunto.
Un silenzio, comunque vada, che merita rispetto ?!
L. Cor.