Continua il tentativo della Tirreno Power di contrastare l’operato dei magistrati savonesi che hanno sequestrato i due vetusti gruppi a carbone della Centrale di Vado- Quliano su cui tanto lucrarono prima Enel e poi Sorgenia.
Il parco carbone, secondo l’azienda, andrebbe smaltito al più presto, pena rischio di incidente rilevante dovuto all’ossidazione del minerale. Ecco allora ben due istanze di riavvio dei forni, per forzare sui giudici e ricondurli a più miti consigli. Certo, il sistema delle pressioni era ed è efficace sugli amministratori locali e lo è ancora di più in tempi di campagna elettorale, dove il ‘partito del carbone’ a Quiliano e a Vado Ligure spera ardentemente di acciuffare il potere, in nome della ‘santa occupazione’.
Il procuratore della Repubblica ha respinto nettamente la riapertura dei gruppi. Esprimiamogli la solidarietà più convinta, è opportuno fare voti che nessuno auspichi un qualche ‘incidente’ nel carbonile, mimando così comportamenti di sconsiderati che, pur di pescare nel torbido, non esitavano ad incendiare discariche comunali per mettere in difficoltà autorità non condizionabili dai gruppi di potere.
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