‘L’esperienza degli errori, la rivoluzione delle parole’ ‘i casi della vita portano a percorrere strade inaspettate’ ‘a noi socialisti la nostalgia non serve a riprenderci il passato’‘siamo socialisti non per convenienza ma per una forte ragione morale’‘al momento la situazione dei socialisti in Italia è grave, ma non è seria’ (Flaiano)
L’esaltazione del poco, in questa nostra Italia peregrina, è una corrosione continua che mette a rischio la stabilità del vivere civile, con accumuli di macerie sempre più difficili da smaltire; quando i pilastri di una Nazione sono fragili, pericolanti, per evitarne il crollo necessitano iniezioni consolidanti di democrazia.
Se questo è il tempo giusto per iniziare a ricostruire con ritrovata saggezza, o l’ultimo tempo utile per salvare il salvabile, non è compito, o non solo, dei cittadini comuni, oltretutto estraniati dalla cosa pubblica, tenuti a guinzaglio da quella parte di politici che non vogliono intralci al loro gestire il potere, non interessati ad invertire il drammatico scivolo che sempre più conduce alla povertà, alimentando una sudditanza senza prospettive; e se qualche giovane si palesa, pensiamo a Matteo Renzi, novello Forrest Gump, sussiste il dubbio dell’abbaglio, di una meteora passeggera, oppure se l’uomo giusto al posto e al momento giusto.
A noi socialisti la nostalgia non serve a riprenderci il passato, tanto più se si è perso l’orgoglio, la voglia e la capacità di reagire, abdicando mestamente a quanto ci è stato tolto ingiustamente, con artifizi anche subdoli, ancor oggi oltraggiati come gli eredi di ‘tangentopoli’.
I socialisti, quelli savonesi come esempio e riferimento, dovrebbero avere la lucidità che un conto è il nostro territorio, un altro il PSI nazionale, sovente astruso e privo di riscontri, salvo la comunella con il PD quando conveniente per ottenerne qualche pre benda a favore dei soliti noti.
E’ ora di uscire dalle catacombe, respirare aria nuova, affiancarsi con quella parte dei cittadini abbandonati a se stessi, senza la possibilità di potere condurre una dignitosa esistenza.
Stiamo pericolosamente cavalcando l’esperienza del lavoro rivelatasi perdente della Thatcher, della sfida di chi riesce a fare peggio paleggiandosi le responsabilità tra socialdemocratici e coriace lobby conservatrici, il giochino di sempre per fare credere di volere rilanciare l’economia tagliuzzando i dirittti e il costo del lavoro, disconoscendo meriti e bisogni con il risultato di uno scoramento generale e di una miseria tangibile; quanto dobbiamo ancora attendere per acquisire la consapevolezza che le strutture del neocapitalismo, dei sindacati e della politica drogata, non sono più in grado di dare risposte convincenti per una diversa e concreta cultura del sociale?.
Compagni socialisti savonesi, presentiamoci alla cittadinanza con un chiaro calendario d’iniziative (non uno ‘spoot’, non un proclama ‘tanto per’) aderenti alle problematiche dei tempi odierni, vicino alle famiglie, ai problemi degli anziani e dei giovani, di chi ha perso il lavoro, dei disoccupati e degli ammalati senza sostegno: con tutto quello che si vede e si sente in giro, partiti e politici di basso profilo, abbiamo mille ragioni per essere gli unici credibili, di essere ascoltati; basta! con questa apatia che non porta da nessuna parte, basta a questa estranietà a quando ci circonda, che, ‘siamo socialisti o caporali?’ e, per dirla alla Flaiano ‘la situazione dei socialisti in Italia è grave ma non è seria’.
Spiace ammetterlo, ma non sono pochi i compagni che ‘un giorno sì e l’altro pure’ si chiedono che cosa stanno a fare in questo PSI savonese meno certo della presenza degli ufo, eternamente manipolato dalle ‘solite vecchie volpi che se pure hanno perso il pelo, per via dell’età, conservano il vizio di sempre’, che non hanno ancora compreso che disconoscere gli ideali in quanto non danno da mangiare, è solo una stupida menzogna, gli ideali sono il ‘dna’ di ogni partito e consolano molto.
I casi della vita portano a percorrere strade inaspettate: noi di ‘Azione Riformista’, proviamo a ‘vivir para contarlo’ (Gabriel Garcia Marquez) in modo onesto e popolare, senza filtri, lacci o tagliole, senza cupezza, non faziosi e con un leggero sorriso anche se a volte velato di ironia, cercando di sgombrare una volta per tutte quel passaggio spinoso di dopo ‘tangentopoli‘ e che impedisce il normale proseguo politico; può darsi, noi di ‘A.R.’, di non essere riusciti a gestire le diversità, i conflitti di opinioni interni al partito, il grigio e sordido provincialismo, la noiosa routine: se così può sembrare, o è veramente stato, chiediamo scusa, riproveremo a colloquiare con pazienza e ritrovato impegno ma, sia ben chiaro, senza ‘leccamenti’, questi proprio non fa parte del nostro modo di rapportarci, abbiamo scelto di essere socialisti non per convenienza ma per una forte ‘ragione morale’.
Gianni Gigliotti