Chi ha seguito la storia dello sviluppo immobiliare sulla fascia costiera e nell’immediato retroterra, si è sempre chiesto per quale ragione i più diffusi quotidiani lombardi, piemontesi non hanno mai approfondito cosa accade a migliaia di loro concittadini che hanno acquistato casa al mare. Quanti si sono pentiti, rimasti delusi, magari fregati (l’aspetto più comune si compra in una zona con bella veduta e dopo qualche anno ci si trova circondati da mura di cemento). Un piccolo dato, sempre ignorato, è rappresentato dal numero della cause che in 4 decenni hanno interessato la fascia di ‘acquirenti’. Una media di 1.550 ‘citazioni’ legali all’anno, sommano a 62 mila cause. E’ vero, ci sono beghe condominiali, litigiosità in cui non manca la spinta dell’alto numero di avvocati (oltre 850 solo nel savonese). E chi 40 anni fa trovava ancora una Riviera a misura d’uomo, è precipitato nelle mostruosità dello sviluppo irrazionale sotto ogni aspetto. Con poche lodevoli eccezioni. Ebbene, come non considerare monito il titolo del Sole 24 Ore – il più qualificato quotidiano dell’alta finanza confindustriale -: Rustici – Anche l’entreterra perde appeal. Si osserva chi fino a ieri chi non riusciva ad acquistare abitazioni di ‘prima linea fronte mare, cercava nei borghi dell’entroterra che offrono quiete, panorami e la possibilità di recarsi sulla costa in pochi minuti.’
E poi un importante notizia. L’unico vero mercato dell’entroterra legato al mare – in Italia – è quello della Liguria dove si può scegliere di stare in alto con vista. Mentre in altre aree d’Italia, tipo la Toscana, l’entroterra diventa campagna e più indicato per chi ama meno il mare.
Come sta funzionando il mercato della Liguria e del Ponente ? Secondo un’indicazione di Fondocasa i prezzi si sono ridimensionati rispetto a qualche anno fa. Gianluca Grosso, consulente Fondocasa, conferma che si riscontra un buon interesse di piemontesi e lombardi. E aggiunge: ” Le aree più richieste sono quelle del Ponente Ligure, tra cui spiccano Alassio, Loano e Finale Ligure, dove è molto gettonata Varigotti“. Grosso, responsabile area provincia di Savona, li definisce ‘paesini rinomati” (sic !). Parla di “flessione delle quotazioni, ma l’investimento rimane”.
Aggiunge. “L’entroterra come zona per acquistare una casa vacanza è ricercato soprattutto per un abbattimento di costi. Anche se questo trend è oggi in calo visto che i valori ridimensionati sulla costa permettono di spuntare occasioni anche nella fascia sul mare“.
Già fascia sul mare dove si è consumato, nell’indifferenza quasi generale, nonostante le centinaia di pubbliche constatazioni anche autorevoli e da pulpiti di massimo ascolto. Una sera, l’ex ministro Castelli (Lega Nord) ammetteva nella trasmissione di Bruno Vespa che il fenomeno speculazione in Liguria aveva assunto aspetti da vera e propria ‘devastazione’, un’emergenza. Parlando della realtà di ‘alveari che si susseguono da una città all’altra, palazzi, palazzoni, muraglie di cemento, strade e parcheggi conseguentemente inadeguati, deleteria trasformazione delle originarie caratteristiche di borghi marinari, ricchi di fascino e colori, in brutti agglomerati, vuoti 300 giorni l’anno. Più che la moltiplicazione di cubatura, pesa la centuplicazione di vani, sottotetti abitabili, la corsa aiposti letto, lo snaturamento marinaro ed agricolo, peculiarità ligure.
Ma troppi interessi, anche editoriali, hanno impedito che su questo fronte primario per il futuro economico e sociale, si creasse una diffusa coscienza collettiva. La cupidigia, sotto molte forme ed aspetti, ha prevalso su ogni altra cosa. Ha corrotto le fondamenta, le basi della società civile. E senza rendersi conto, a scapito di tutti, delle future generazioni. Dopo le fabbriche, chiudono alberghi (aziende produttive), negozi, ristoranti, domani toccherà alle agenzie immobiliari ed in parte è già toccato a decine di imprese edili iscritte nell’albo d’oro della Confedilizia savonese, imperiese e ligure. Prolificano piccoli artigiani romeni, albanesi, polacchi, curiose cooperative di manopodera, che tra lavoro nero e sottopaga, evasione, possono continuare nella concorrenza ed ingrassare gli ‘speculatori’.
Torniamo a parlare del mercato immobiliare ai nostri giorni. Qual è l’entroterra più appetibile ? E’ ancora casa24plus ad informarci con Grosso: “Molto piacevole è quello di Loano, con le località di Boissano e la frazione Verzi (dove ha la sua dimora il più tecnico degli assessori all’urbanistica, il geometra Vittorio Burastero, eletto in Forza Italia e sostenuto da alcuni imprenditori loanesi e pietresi, dirigente del settore nel Comune di Pietra Ligure ndr) ; oppure c’è il finalese, o ancora l’entroterra di Alassio che ha perso il 10 per cento degli ultimi 5 anni “.
Ma ecco l’ultima interessante novità del Sole 24 Ore, a conferma di cosa abbia significato l’assalto e la distruzione della Riviera ponentina che aveva un ambiente senza pari: ” Gli acquisti di case al mare si sono trasferiti all’estero in località dove la natura è rimasta incontaminata, complessivamente 45 mila italiani hanno comprato seconde case fuori Italia, contro le 25 mila scambiate nel Bel Paese nell’ultimo anno. Con una frote presenza di abitazioni al mare, in Spagna, Grecia, alle Baleari e soprattutto in Francia. La Costa Azzurra, con i suoi angoli più caratteristici e tutelati resta una delle mete più gettonate. Può vantare piccoli borghi come Villefranche e mete del jet set come Cannes, Montecarlo e Sanit Tropez”. In questa fascia del territorio, negli ultimi anni, sono stati aperti 12 hotel a 5 stelle e 23 a quattro stelle.
Conclusione? Se per caso incontrate qualche sindaco, un paio di presidenti di Provincia (Savona e Imperia), qualche assessore regionale, qualche presidente di associazione albergatori, bravi mezzibusti ciarlieri sul piccolo schermo, fategli un accenno di questa fotografia che non è farina del nostro sacco. Loro non ci leggono, hanno solo il tempo per documentarsi con pubblicazione più autorevoli e credibili. Con paginoni di pubblicità di vendite immobiliari, ma seguendo l’esempio della libera stampa (non come negli Stati Uniti) informano i loro lettori (Piemontesi, Lombardi, Liguri) con completezza. Contribuiscono, insomma, come tutti constatiamo, alla cultura ambientale e ad una coscienza critica, ma costruttiva.
Ci sono decine di paesi della nostra montagna che vanno in malora, sempre meno residenti e molti fittizi. Al mare e dintorni si continua a costruire, ingolfare, rovinare. Il blocco cozza contro troppi interessi costituiti. Servirebbe con priorità assoluta trasferire nell’entroterra prima le ristrutturazioni di migliaia di immobili fatiscenti, poi eventuali nuovi volumi per dare un aiuto e uno sviluppo concreto a veri paesini, non quelli che indica il dr. Grosso seppure eufemisticamente. Dare finalmente fiato ed ossigeno ai bilanci, davvero poveri, dei piccoli Comuni, attraverso gli oneri di urbanizzazione. Avviare un sano rilancio dell’edilizia anche nel legittimo interesse delle agenzie immobiliari.
L.C.