Una storia surreale, se non altro perché colpisce centinaia, migliaia di famiglie che hanno la sola colpa di pagare un canone annuo per le luci votive dove sono sepolti i loro cari. Uno ‘scandalo’ in assenza di reati, ma con gravi disfunzioni – almeno stando a testimonianze – di Poste Italiane. Accade da un anno e a quanto pare nessuno ne parla. Trucioli l’ha scoperto seguendo e documentato un caso – tutt’altro che isolato – accaduto a Carcare dove ad un cittadino che versa da anni due canoni per la tomba dei suoi cari. Per il 2013 si è visto recapitare un conto corrente raddoppiato rispetto al 2012. In Comune gli uffici competenti non sanno nulla, nessuna segnalazione assicurano. Invece c’è una sconcertante verità.Mentre nella cittadina della Valbormida, baciata dall’ottima notizia che qui si trasferirà il solido gruppo Noberasco di Albenga (leader italiano della frutta secca); mentre si polemizza a ragione – peccato siano solo parole e nessun risultato – sull’aumento delle prebende mensile per sindaco ed assessori, si ignora quanto andremo a descrivere.
Lo scorso numero abbiamo titolato: ‘Carcare, stangata sulle lampade votive del camposanto? Raddoppio’. In effetti a Carcare sarebbero una ventina i destinatari ai quali la ditta incaricata Viarengo srl di Asti (subentrata a Lusardi) ha inviato un modulo di conto corrente postale chiedendo – ma non c’è scritto nell’allegato – anche l’arretrato non pagato del 2012. Peccato che qualche destinatario se ne sia accorto ed ha scoperto la disfunzione e le presunte colpe.
“Lavoro in questa azienda dal 1974 – dichiara al giornalista un’impiegata – , mai lavorato così male come da un anno a questa parte. E altri colleghi di aziende come la nostra, nel Nord Italia, si trovano a combattere le stesse problematiche. Le Poste Italiane dove i cittadini, attraverso il conto corrente, hanno versato il canone della fornitura votiva, ci hanno inviato della rendicontazione dove si perdono le tracce, non si riesce più a risalire al mittente che ha versato. C’è da impazzire. Solo noi gestiamo il servizio d’appalto in 180 Comuni di Piemonte, Liguria e una grossa città dell’ Emilia Romagna. Ci mettono i soldi dei versamenti a disposizione, ma non riusciamo a risalire a chi li ha pagati. Incredibile ma vero.”
Se cosi stanno le cose, come ci vengono raccontate e descritte nei minimi particolari, lascia stupefatti il silenzio di tomba. L’indifferenza della stessa amministrazione comunale di Carcare sul cui territorio, ma anche in Piemonte, è diffuso il nostro piccolo blog. E c’è il ‘mondo di internet’. Tutti tacciono,è possibile?
Ancora la gentile e disponibile impiegata, via telefono: ” Il problema è che si verifica pure, in alcuni casi, con il Mav delle banche. Ti accreditano come Poste Italiane, ma perdono i dati per risalire a chi ha versato. Fotocopie illeggibili di bollettini virtuali. I disguidi provocano ripercussioni a catena. Oltre alle aziende, perchè a volte le banche lasciano il denaro su un conto transitorio, sono i cittadini utenti a subire conseguenze più dannose. Ricevono bollettini e inviti a pagare somme già versate. Qualcuno può non rendersi conto, ci sono molti anziani, oppure chi ha smarrito o non conservato la ricevuta della Posta della banca. Così paga due volte, ma noi ditte non abbiamo colpa. Anche in questo campo ci sono dei morosi, tuttavia almeno la nostra azienda dopo due anni stacca la luce ed evita di ricorrere al recupero crediti. Se emergono invece errori, si provvede al riallaccio. Ci sono casi, come a Carcare, dove forniamo la corrente elettrica già a gennaio, ma per contratto possiamo chiedere il pagamento solo a metà luglio”.
Il Comune di Carcare, col il suo governo, non ha comunicato alcunchè a trucioli dopo l’articolo cliccato da centinaia di cittadini. Ci siamo fatti parte diligente. Loro parlano solo con i giornalisti importanti e accreditati?