La valigetta del Papa- Sottile (con leggerezza) è il Signore- Il Cardinal Bagnasco va per conto proprio- La grande fornace umana Brazil- Sud America antica passione ligure-
I comportamenti semplici e normali del novello (nel senso della nomina) Papa sono talmente inusitati, nell’ambito delle costumanze bizantineggianti della Curia romana, da essere valutati atteggiamenti strani, in effetti estranei all’apparire cui il popolo è da secoli abituato del Vicario di Cristo vescovo di Roma.
Così, dopo aver mandato in visibilio le folle per avere detto “Buona sera”, “Buon pranzo”, adesso sconcerta illustri opinionisti e sconvolge le attenzioni del pubblico osannante per essere salito su un aereo portando a mani una cartella nera dove, si presume, abbia riposto appunti e documenti e, forse, qualche comfort per il lungo volo intercontinentale da Roma a Rio de Janeiro. Un esiguo bagaglio, una borsa senza…portaborse (Ohilà, ci rovina la piazza ! ha esclamato “Lui”).
E’ un effettivo paradosso perché tra i comportamenti della Curia romana, ivi compreso quello dei Papi, e il Vangelo predicato razzolando male, da moltissimi secoli si è scavato un abisso. “Sottile è il Signore”, osservò Einstein cercando di dipanare la matassa dell’Universo e risolvendo scienza e conoscenza con formule apparentemente semplici. Possiamo trarre anche una ulteriore constatazione: la “leggerezza”. Non serve a nulla “appesantirsi” di materiale abbondanza, quelli che gli antichi romani chiamavano “impedimenta” sono proprio tali, impediscono, ostacolano il cammino, sono comunque destinati ad essere abbandonati alla fine di esso: si tratta delle “vane preoccupazioni” (Luca, 12: 22), dalle quali liberarsi così come ammaestra il Vangelo; intanto, lo ha ripetuto anche lo stesso Papa, “alla fine, dietro non ci portiamo niente”.
Tentando di riavvicinare il comportamento della Curia Vaticana al dettato evangelico, Francesco si impone, con disarmante candore, uno sforzo immane: l’alleggerimento da una zavorra depositatasi in due millenni sul cosiddetto trono di Pietro comporta la più semplice e, al tempo stesso, la più sconvolgente palingenesi rigeneratrice che si possa immaginare.
Dovrebbero essere messi in condizioni di non nuocere potenti lobbies e gruppi privilegiati sorti, cresciuti e alimentati sotto le ali della Curia, quali, per fare pochi esempi, l’Opus Dei, i Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, i Legionari di Cristo, Regnum Christi , questi ultimi due nati per contrastare la “Teologia della Liberazione” in America Latina, condannata da Papa Woytila con esiti disastrosi tra i quali l’assassinio di Monsignor Romero, arcivescovo di San Salvador -cfr. Paolo Farinella: “Cristo non
abita più qui“, (qui = Vaticano) Milano 2013- .
E lo IOR ? Madre Santa, che cosa facciamo con lo IOR ? Quali e quanti peccati criminosi sono stati commessi sotto le ali dello IOR? Pecunia non olet, antico detto degli usurai: il denaro non puzza. E invece no, stivato nello IOR puzza, altroché se puzza, emana lezzo di marcio, di mafia, di morte.
Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, vescovo di Genova, è andato anch’egli in Brasile per l’incontro con la gioventù, viaggiando però, se abbiamo ben capito, per conto proprio. Ha fatto bene. Formatosi, come anche i cardinali Bertone e Calcagno, alla scuola di Giuseppe Siri, famoso per aver condotto una lotta sotterranea e non contro il rinnovamento del Concilio Vaticano II°, ne conserva l’impronta e ne venera la memoria. Con notevole sconvenienza ne ha pronunciato il nome al funerale di Don Gallo, meritandosi l’indignata contestazione dei fedeli. La Chiesa genovese ha figliato opposti di grande rilievo, da Siri a Don Gallo, da Bagnasco a Don Farinella, i contrasti di vita e di pensiero appaiono inconciliabili.
La grande fornace umana del Brasile è una valida esperienza anche per chi ha contrastato i movimenti di liberazione del Sud America, per chi non ha difeso i sacerdoti che hanno sacrificato se stessi per condannare le dittature e l’infernale sfruttamento del popolo e del territorio operato dalle multinazionali.
L’America del Sud, dall’Argentina al Perù, dall’Uruguay al Brasile, dal Cile alla Columbia, è un’antica passione di noi liguri. Non nasce dal nulla la letteratura di Edmondo De Amicis che ne ha tratto il romantico strappacuore “Dagli Appennini alle Ande”; intere popolazioni di borghi liguri, da Ventimiglia a Genova e a La Spezia, hanno corso mari e terre per portare iniziative e lavoro in Sud America, popolando città e campagne, pampas e porti.
Nessuno di noi è indifferente a ciò che vi accade, nessuno di noi può dimenticare che anche Papa Francesco, in visita negli immensi territori abitati da società macerate dagli enormi problemi della stessa sopravvivenza, dove si è formato come sacerdote, ha origini liguri. Credenti o no siamo con Lui che, almeno oggi, appare uomo tra gli uomini e compagno di strada di tutti i diseredati e gli sfruttati del mondo.
BELLAMIGO