Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Alassio, il requisito minimo della credibilità


Il giornalista alassino Daniele La Corte, pensionato, ma in piena attività dalle pagine di ‘rivisto’ e dal piccolo schermo di Imperia Tv, ha scritto per il suo blog “Anche Noi per Alassio” due articoli-riflessione-testimonianza, sulla crisi esplosa con le dimissioni del sindaco e della giunta. E le prospettive di eleggere un nuovo parlamentino. Con quali requisiti? Con quali credenziali? Un rinnovamento totale di uomini e di metodi. Pulizia delle liste. Via gli impresentabili. Basta ombre ed affari inconfessabili. Basta conflitti di interesse. Resterà un sogno?

UNA CATASTROFE ANNUNCIATA

E’ ALASSIO BELLEZZA!

 

Non hanno il senso della ragione. Non hanno retto all’impatto con la realtà di una città che ha bisogno di interventi decisi e immediati. Non hanno capito che per amministrare una paese turistico occorrono idee d’avanguardia, persone capaci e non dilettanti allo sbaraglio. Non hanno capito nulla e ora Alassio vive il suo nuovo dramma fatto di dimissioni a catena, dell’abbandono di persone che, sino a ieri, avrebbero anche “mangiato…” pur di rimanere in sella.

“Il giorno in cui abbiamo vinto le elezioni con la squadra capitanata da Avogadro è stato uno dei più belli della mia vita. Questo, al contrario, è un momento tristissimo”.

Questa è la frase che un quotidiano on line attribuisce a Domenico Bogliolo, assessore (Pd) ai lavori pubblici appena dimesso. Ma questo politico rivoluzionario, coraggioso e dinamico, dove si trovava quando il suo compagno di partito, Franco Boggiano, denunciava strane prebende, conti non del tutto chiari e costruendi parcheggi che facevano emergere più di un dubbio? Il valente e sprintoso ormai ex assessore pare non si dia pace di fronte a una situazione che soltanto un “bendato” non avrebbe visto, ma forse intuito. Verrebbe da dire “E’ Alassio Bellezza!”. La città dove tutto si può e nulla si crea. Senza questa amministrazione risentiremo i contraccolpi. La cultura avrà un sussulto stile terremoto, le opere pubbliche vedranno il blocco totale. E le strade collinari? Chi terrà sotto controllo i famosi lucchetti delle sbarre sistemate in maniera che i camion possano continuare a distruggere? Ma soprattutto il mercato del sabato senza bancarelle in corso Europa? E la pista ciclabile per togliere di mezzo le auto e magari costruire nuovi box? Siamo alla disperazione. Non leggeremo più sui giornali di mezzo mondo delle tante manifestazioni, dell’ondata culturale fatta di grandi eventi internazionali…

Scusate. Per un attimo mi sono distratto e ho sognato. Per un attimo ho visto qualcosa apparire all’orizzonte e un’allucinazione mi ha anche fatto “vivere” il momento della cremazione…. La mia salma là in Valbona pronta per “ritornare polvere”.

Invece niente. La realtà è fatta di presunzione e incapacità, la stessa che ha caratterizzato anche i piccoli eventi quelli che nessuno si è neppure accorto che esistessero. Ritornerà per tante volte l’orchestra sinfonica di Sanremo? Pare che nella Città del Fiori abbiano preso male la notizia del crollo amministrativo alassino. Chi pagherà, vista la crisi, gli orchestrali  matuziani?

Basta! La colpa è soltanto nostra. Per cambiare servono volti nuovi, gente disposta al sacrificio, SENZA STIPENDIO, per risollevare le sorti della città.

Ma, purtroppo, le solite “sirene”, sono già riapparse con il loro canto falso e ammaliatore, felici di poter tornare in pista per riprovare a vincere la partita. Sarebbe bello chiudere definitivamente con il passato e vedere, una volta per tutte, persone oneste e capaci decise ad assumersi la responsabilità di un Paese fantastico che da ormai più di vent’anni naviga alla deriva.

                                           Daniele La Corte

PIANTI E BRINDISI PER TANTA VERGOGNA

L’assurdo è brindare mentre la città è alla deriva

Inutile piangere sul latte versato, sul nulla di fatto. E’ finito il sogno e, credo, per sempre. La presunzione non paga e ancora di più la poca conoscenza di argomenti che avrebbero dovuto rilanciare, cancellare periodi bui. Invece arroganza, supponenza, convinzione, forse, di onnipotenza. Il classico “io so tutto” non funziona. Alassio è senza amministrazione e c’è chi ha anche il coraggio di brindare di fronte ai “topi che abbandonano la nave” e alle battute che Melgrati e Avogadro, dopo il mancato “inciucio”, fanno, all’unisono, nei confronti degli avversari. Poi quel Domenico Bogliolo che alza le dita non in segno di vittoria, ma per indicare che lui e il suo partito hanno fatto fuori due sindaci in poco tempo. E, ancora, disperazione per chi non vedrà più poltrone se non su cataloghi e in vetrina. Basta! Questa povera Alassio deve risorgere e agli uomini e alle donne di buona volontà facciamo appello perché si rimbocchino le maniche, perché si mettano a lavorare per il bene, quello vero,della città.

Inutile piangere sul latte versato

Chi scrive non ha interessi di   sorta.

Non è gestore di stabilimenti balneari o di ristoranti.

Non è titolare di alberghi, chioschi bar o imprese edili. Non ha studi professionali e neppure lavoro in città.

E per questo che mi sento di urlare, ancora una volta, BASTA! Alassio è la città dove sono nato e dove la mia famiglia si è formata e cresciuta. Non posso accettare che sia ancora abbandonata alla deriva per colpa dei soliti senza stipendio o professionisti del business.

Rabbia e disperazione per un viaggio durato poco

Dietro l’angolo sono già pronti i soliti avvoltoi decisi a rimpossessarsi della città senza neppure conoscerla.

Destra, sinistra e pseudo centro hanno solo provocato danni e la gente che lavora,     dall’imprenditore al dipendente, debbono rendersi

conto che la crisi ha investito il territorio e che ai ladri di Pisa non bisogna più lasciare spazio.

Contate le aziende che in questo ultimo anno sono scomparse dal mercato, fate l’elenco dei negozi e di quanti non riescono a pagare l’affitto.

Due sindaci cacciati da Bogliolo.
Un record che fa gridare alla vergogna

Vi chiederete  perché, ma potrete subito rendervi conto che nulla è stato fatto per arginare il fenomeno. Questo è  il mio pensiero, per quel che può valere. Non credo serva continuare a guardare al passato.
Non brindo alla catastrofe,
ma vorrei si chiudesse definitivamente la parentesi sui  faccendieri e sui “disoccupati” in cerca di poltrone.

 Daniele La Corte


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