Non solo energie alternative, ma anche gestione ottimale del territorio e stili di vita più ecologici. Così gli enti locali diventano green. Non a parole, né programmi o progetti in avvenire, ma nella realtà e pratica quotidiana.
In difesa dell’ambiente. «I Comuni che aderiscono all’Associazione ritengono che intervenire a difesa dell’ambiente e migliorare la qualità della vita, e tutelare i Beni Comuni, intesi come beni naturali e relazionali indisponibili che appartengono all’umanità, sia possibile e tale opportunità la vogliono vivere concretamente non più come uno slogan, consapevoli che la sfida di oggi è rappresentata dal passaggio dalla enunciazione di principi alla prassi quotidiana» (dallo Statuto dell’Associazione dei Comuni Virtuosi).
Quattro comuni danno vita all’Associazione. L’associazione nazionale dei Comuni Virtuosi nasce nel maggio del 2005, su iniziativa di quattro comuni: Monsano (Ancona), Colorno (Parma), Vezzano Ligure (La Spezia) e Melpignano (Lecce). Dall’anno della sua fondazione, è coordinata da Marco Boschini, che è anche assessore all’Urbanistica del comune di Colorno; il presidente è Luca Fioretti, sindaco di Monsano.
Gli scopi. Gli scopi dell’Associazione sono vari. Tra questi:
– aspirare a una gestione ottimale del territorio (cementificazione zero, recupero e riqualificazione delle aree dismesse, progettazione e programmazione del territorio partecipata, bioedilizia);
– ridurre l’impronta ecologica dell’ente attraverso interventi concreti quali l’efficienza energetica, le mense biologiche, ecc;
– ridurre l’inquinamento atmosferico promuovendo politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile (carsharing, bikesharing, carpooling, scelta di carburanti alternativi al petrolio e meno inquinanti, ecc.);
– promuovere una corretta gestione dei rifiuti, visti non più come un problema ma come risorsa, attraverso la raccolta differenziata porta a porta e l’attivazione di progetti concreti tesi alla riduzione della produzione dei rifiuti;
– incentivare nuovi stili di vita negli enti locali e nelle loro comunità (fonte: Statuto dell’Associazione).
Come si aderisce? Per aderire ed essere un Comune Virtuoso bisogna compilare il modulo di adesione disponibile sul sito, esplicitando quali progetti si intendono attivare in relazione agli scopi che si prefigge l’Associazione (vedi paragrafo precedente). Una volta accolta la domanda, bisogna pagare la quota associativa, che è di: 150 euro per i comuni fino a 3.000 abitanti; 300 euro per i comuni fino a 5.000 abitanti; 500 euro per i comuni fino a 10.000 abitanti; da 700 euro per i comuni fino a 15.000 abitanti; da 1.300 euro per i comuni fino a 30.000 abitanti; da 2.000 euro per i comuni fino a 50.000 abitanti; 3.000 euro per i comuni fino a 100.000 abitanti; 4.000 euro per i comuni oltre ai 100.000 abitanti; 500 euro per le Unioni di Comuni.
I desideri di Boschini. Cerreti Sannita (in provincia di Benevento) vanta il 70 per cento dei rifiuti raccolti con la differenziata [fonte: Touring]. Uno dei desideri di Boschini è quello di raggiungere l’obiettivo “zero rifiuti”. A Colorno, paese in cui è assessore, grazie alla raccolta differenziata porta a porta, si ricicla quasi tutto e, anche se applicare il principio alla lettera è impossibile, l’obiettivo è quello di avvicirnarvisi il più possibile.
Quando le asine fanno le spazzine. A Castelbuono (in provincia di Palermo), già nel 2007 il sindaco Mario Cicero aveva “assunto” sei asine per la raccolta differenziata porta a porta: costano 30 volte meno di un autocompattatore (1.000 euro per un’“eco-asina”, 30.000 per la macchina), si accontentano di una balla di fieno al giorno e, naturalmente, non inquinano (fonte: Repubblica.it). Il tutto nel rispetto degli animali.
Comuni a 5 stelle 2012. L’Associazione, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, lancia ogni anno la gara “Comuni a 5 stelle”. Al Premio possono concorrere tutti gli enti locali che abbiano avviato politiche di sensibilizzazione e di sostegno alle “buone pratiche locali”, presentando un progetto che faccia riferimento a cinque categorie (che sono anche quelle su cui l’Associazione costruisce la sua mission): 1. gestione del territorio; 2. impronta ecologica della “macchina comunale”; 3. rifiuti; 4. mobilità sostenibile; 5. nuovi stili di vita. I partecipanti devono versare una quota di 180 euro come spese di segreteria al momento della presentazione della domanda. Al vincitore assoluto spetterà un audit energetico (una valutazione dell’efficienza dell’organizzazione del sistema di gestione del risparmio energetico) su un proprio edificio comunale. L’edizione dello scorso anno è stata vinta dal comune di Castellarano (provincia di Reggio Emilia).
Meno costruzione, più ristrutturazione. Il comune di Capannori (in provincia di Lucca), anch’esso Comune Virtuoso, punta a un utilizzo razionale del territorio e, più che a costruire nuovi alloggi, vuole ristrutturare quelli vecchi. Dal 2007 al 2010, il numero degli alloggi per i quali è stato rilasciato un idoneo permesso edilizio si è ridotto del 66,9%. Nel dettaglio: calo del 72% per i nuovi alloggi su aree vergini del territorio e del 63,1% su aree di recupero. Questo è un esempio piccolo, ma importante, in un Paese come l’Italia dove impazza la corsa alla cementificazione: ogni anno vengono consumati in media oltre 500 chilometri quadrati di territorio, che si trasformano in cemento. Detto in altri termini è come se ogni quattro mesi spuntasse una città di dimensioni equivalenti all’area urbanizzata del comune di Milano (rapporto Ambiente Italia 2011 di Legambiente.it/) (fonte: Ilcambiamento.it).
Edilizia innovativa. Sono sei i comuni vincitori del premio “Sostenibilità Ambientale e Sociale per il Comune. Efficienza energetica e innovazione nell’edilizia” patrocinato dal ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare , dall’Anci e dal Consiglio nazionale degli ingegneri: Carbonia (Carbonia-Iglesias), Verona, Basiglio (Milano), Felino (Parma), Portogruaro (Venezia), Bareggio (Milano). I comuni dovevano distinguersi in due categorie principali: edilizia abitativa comunale (ristrutturazioni/riqualificazioni e nuove realizzazioni edifici ad uso abitativo, già esistenti, di proprietà oppure gestiti dal comune); edilizia comunale non abitativa (realizzazione di nuovi edifici di servizio quali asili, scuole, sedi comunali, edifici ad uso pubblico quali impianti sportivi, ecc.). Ovviamente, il tutto nell’ottica del minimo impatto ambientale e del rispetto degli standard normativi, come per esempio il protocollo di Kyoto (fonte: Infobuildenergia.it).
Il Piano nazionale per le città. Il Piano nazionale per le città, previsto dal decreto legge per la crescita, è dedicato alla riqualificazione di aree urbane con riferimento a quelle degradate e prevede uno stanziamento di 224 milioni di euro. I comuni possono presentare i loro “contratti di valorizzazione urbana” che rispondano ai criteri di cantierabilità degli interventi, capacità di coinvolgimento di soggetti e finanziamenti pubblici e privati, riduzione di tensione abitativa e degrado sociale, miglioramento della dotazione infrastrutturale e miglioramento della qualità urbana (fonte: Roberto Lenzi, ItaliaOggi 22/6/2012).
Fonte e autore: da Voce Arancio