Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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‘Non farmi fare brutta figura
Ormea rispetta il tuo paese’. Sacrosanto!


“Resta un ‘Protocollo di Intesa’ che esprime la volontà comune ad una serie di enti di lavorare insieme per valorizzare e utilizzare il patrimonio boschivo locale, cosa che continua ad essere uno degli obiettivi su cui sta lavorando l’Amministrazione Comunale di Ormea”. Così ha scritto in una recente lettera a trucioli.it il sindaco di Ormea, Giorgio Ferraris, sul tema dimenticato pure dai media del progetto originario di ‘filiera del legno’. E sul numero scorso abbiamo dato notizia dell’iniziativa, ormai a buon punto, del Consorzio Forestale Alpi Liguri che vede già coinvolti sei comuni imperiesi per sfruttare la risorsa dei boschi pubblici e privati. In parte si copia quanto a Ormea pare invece abbandonato.

Ormea quando il buon senso non c’è serve una sonora lezione. Almeno in questo il paese dell’Alta Val Tanaro non è diviso

Il progetto di cui parla il sindaco Ferraris, se non sbagliamo, non si sa mai, si riferisce alla “cogenerazione” ossia alla possibilità per l’impianto del teleriscaldamento di produrre anche l’energia elettrica, oltre al calore. Sarebbe il riconoscimento dell’errore fatto a suo tempo proprio dal primo cittadino ed esponente di rilievo della sinistra del basso cuneese,  sempre asserragliato nella sua ostinata avversione a quello che lui definiva e definisce ‘progetto elettorale del candidato Gianfranco Benzo ?’

Non solo, calcando la mano rimarca nella lettera a trucioli: ” La verità è che abbiamo dovuto porre rimedio ad un’iniziativa impostata per motivazioni esclusivamente elettorali, con una procedura definita dal Tribunale Regionale Amministrativo “contra legem” e “caratterizzata da tali anomalie e palesi violazioni dei principi di evidenza pubblica da non poter essere considerata idonea a suscitare alcun tipo di legittimo affidamento in un ragionevole operatore di mercato”. Su questo aspetto si è forse è già chiarito con un commento di un alto funzionario comunale in pensione che ha servito parecchi comuni dell’Alta Valle Tanaro e Arroscia: “Il Tar non si è pronunciato nel merito, ma ci si è fermati ad un vizio di forma. E comunque su queste montagne, oltre al turismo da anni azzoppato dalla crisi, ma non  solo, resta l’industria dei boschi fino ad oggi non valorizzata come meriterebbe. Il progetto di filiera poteva semmai essere modificato, migliorato, ma non condannato a morte e l’iniziativa del Consorzio imperiese è la controprova. Un danno per Ormea, speriamo si possa rimediare in qualche modo, intanto il tempo passa….”.

C’è pure chi ricorda, ma non lo facciamo per rinfocolare polemiche, quando l’allora minoranza contestava e criticava l’ iniziativa del “teleriscaldamento” così come concepita e rappresentata negli atti. Non evidenziava infatti i criteri di economicità e di efficacia richiesti dalla legge quali elementi di principio dell’attività amministrativa. Una “resa” troppo bassa! Significa che, in questi anni di funzionamento, l’impianto ha disperso enormi quantità di energia, che i “teleriscaldati” di Ormea hanno comunque pagato ( e pagano) con tariffe ben superiori a quelle che potrebbero considerarsi normali.

Significativo per la rassegna stampa un articolo apparso il 30 agosto 2013 su “Provincia Granda” . Il progetto di “filiera  del legno” affossato prevedeva proprio un sistema di cogenerazione. E questo è difficilmente confutabile o sbagliamo ? Nell’articolo si fanno alcuni riferimenti a dati di fatto che è utile alla conoscenza complessiva delle strategie di Ormea.  Dichiarava l’allora sindaco Benzo (siamo nell’agosto 2013): ” Di recente l’opposizione consiliare  ha stigmatizzato il fatto  che l’attuale amministrazione  non abbia adeguatamente sostenuto il progetto per la costruzione  di un gruppo di pale eoliche, avviato dalla precedente amministrazione (Massimo Seno 2004- 2009 ndr) proprio nella zona dove  altri comuni confinanti con Ormea  ne hanno favorito la realizzazione, ricavandone consistenti entrate. I progetti eolici  finora presentati in zona di Ormea  hanno un’efficienza bassa, intorno al 20 %,  Con la costante  riduzione dei prezzi incentivati, presto l’eolico in zona  non sarà più redditizio e crescerà il rischio di abbandono degli impianti,  In parole semplici per la nostra amministrazione  comunale– concludeva Benzo –  ‘ne deve valere la pena’.

Il sindaco Ferraris ha fatto rilevare nelle ferme risposte, al tema filiera, riportate da trucioli: “Qualcuno può credere che, se un progetto di tale portata fosse stato minimamente attuabile o credibile, nessuno fra Regioni, Province, Camere di Commercio, Comuni e altri enti, avrebbe mosso un dito o detto qualcosa? …Purtroppo nulla di quel progetto era attuabile e credibile: non lo era la gara, nella procedura e nel merito della proposta, come non lo erano le migliaia di euro che sarebbero dovuti andare ai comuni. Neppure l’indagine sulle proprietà boschive comunali fatta dall’Università, su cui si sarebbe dovuta basare la ripartizione delle quote fra i comuni, era utilizzabile: in risposta a una mia precisa richiesta il Prof. Zanini ha scritto che nessuno poteva firmare e sottoscrivere l’elenco dei boschi di proprietà comunale, quello di cui “Trucioli” ha pubblicato il quadro sintetico e che è costato molte, ma molte, decine di migliaia di euro di denaro pubblico….Non c’è da stupirsi quindi che nessuno abbia risposto alla lettera dei tre consiglieri che l’articolo definisce “drammatica”, ma in realtà è semplicemente un insieme di falsità e di bugie. Resta un “Protocollo di Intesa” che esprime la volontà comune ad una serie di enti di lavorare insieme per valorizzare e utilizzare il patrimonio boschivo locale, cosa che continua ad essere uno degli obiettivi su cui sta lavorando l’Amministrazione Comunale di Ormea.”

Le argomentazioni dell’articolo di trucioli.it si basano sui costi del servizio di teleriscaldamento,che sono il motivo principale per cui la procedura della cosiddetta “filiera del legno” era stata correttamente annullata dall’attuale Amministrazione.

L’Amministrazione non ha assolutamente in programma la realizzazione di una rete del gas, come è scritto nell’articolo, ma sta invece lavorando, con la società Calore Verde, per affiancare alle attuali caldaie che producono calore un impianto di cogenerazione, per produrre anche energia elettrica, sempre alimentato a cippato di legna, proprio per sviluppare le attività economiche legate all’utilizzo del patrimonio boschivo locale, esigenza per la quale è stato ideato e realizzato, nel 2000, l’impianto cittadino di teleriscaldamento, che Gianfranco Benzo, allora consigliere di opposizione, ha sempre avversato.

Come riportava il titolo dell’articolo era pure in predicato il progetto idroelettrico. Ormea che avrebbe già dovuto  aspirare ad un’amministrazione all’insegna dell’unità (non parliamo di consociativismo), del lavorare inseme uniti. Ci sono comunità nell’imperiese che stanno marciando finalmente nel solco della fusione dei Comuni, vincendo sulle piccole battaglie di campanile. Ormea che non dovrebbe soffiare sul fuoco delle divisioni, dei personalismi, sapendo che divisi si è più deboli, si conta di meno e si fa del male alla stessa comunità.

Bisogna aggiungere, per dovere di cronaca, che se Gianfranco Benzo, pure interpellato da trucioli.it, così come abbiamo fatto con il sindaco Fearris, ha scelto il silenzio stampa è perchè “mi sono ritirato da ogni carica comunale nel mio paese e mi sembra corretto non interferire“. Non per questo si debba tacere. Non ci si debba porre il problema di una soluzione allo sfruttamento della risorsa forestale (comunale e privata) e idroelettrica. Non ci si debba porre la questione di un risparmio delle bollette dell’energia elettrica per le famiglie ormeesi. Ci si debba arrendere allo stato di abbandono in cui versa l’ex cartiera. A porre le bassi per far si che i giovani possano trovare occasioni di lavoro e può avvenire solo con lo sviluppo tra investimenti pubblici in simbiosi con quelli privati. Troppo riduttivo pensare siano solo le feste, le sagre, le fiere, il turismo ‘mordi e fuggi’ dei fine settimana e del ‘pienone agostano’ – se il tempo non ci mette lo zampino – a risolvere le ragioni di una crisi che vede persino in depressione il mercato immobiliare, il desolante abbandono di terreni un tempo coltivati, la contrazione del settore ricettivo alberghiero. L’assenza di interesse ad aprire attività commerciali. Basti pensare alla sorte della proposta “Ormea ora affitta dieci negozi in centro grazie alla collaborazione tra Comune e Tecnocasa.ei

Serve essere uniti e dare segnali di incoraggiamento verso chi resiste, chi vorrebbe dare un futuro ai figli, a chi gli piange il cuore vedere andare a ramengo i sudori di una vita o di passate generazioni. Non esiste la bacchetta magica, ma anche ad Ormea dovrebbe esistere il buon senso dell’unione e della condivisione del fare, anzichè dell’apparire, del dividere. Il Sole 24 Ore di mercoledì 10 titolava: “Il Piemonte ritrova lo slancio….”. E Ormea ? C’è solo l’eredità negativa lasciata dal sindaco Benzo come sostiene Ferraris ? La filiera del legno, senza essere dei colletti bianchi illuminati,  doveva e poteva fare da traino.


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