Loano ‘città patrimonio della legalità’ sulla riviera savonese ? Nel marzo 2012 i quotidiani locali avevano dato notizie della scoperta di 33 alloggi abusivi in una villa del centro, sulla via Aurelia, zona di sosta e di transito per migliaia di persone. Uomini in divisa inclusi. Nessuno si era accorto ? Nell’aprile scorso ha fatto scalpore ( a Loano si dimentica tutto !) l’intervista a Riccardo Ravelli che annunciava un esposto alla magistratura dopo aver comprato un grande chiosco sul lungomare di ponente che da 30 anni esercitava quasi abusivamente, sprovvisto di concessioni e non accatastato. Non si è più saputo nulla, in compenso sono apparsi due cartelli. Il primo: Vendesi – locale, possibilità licenza – bar, discoteca, ristorante. Il secondo: Vendesi – locali, possibilità licenze bar- ristorante-pizzeria – discoteca o altre attività commerciali. Due numeri di telefono. Buon segno ? Vedi articolo di IVG di allora.
Loanesi e turisti sapranno che l’amministrazione comunale ha in programma, tra gli interventi 2015, la nuova passeggiata a mare di ponente, da Piazzale Mazzini ai confini con Borghetto S. Spirito. Un investimento di parecchi milioni di euro, un’attesa e vera riqualificazione di cui beneficeranno per primi i sottostanti stabilimenti balneari e a ruota l’intera cittadina. A levante c’è il grandioso porto turistico, una nuova ed ospitale passeggiata che diventerà più fruibile quando si collegherà con Pietra Ligure. Lo scalo di Loano, ha scritto Il Sole 24 Ore di giovedì, “non ha annessi volumi residenziali e dopo i Ligresti oggi fa capo al gruppo Unipol, ma è destinato a movimentare le compravendite immobiliari della località ligure”. Un pronostico di buon auspicio da parte del prestigioso quotidiano economico e che da fiato a quanti sostengono la linea ‘rapallizzante’ della giunta Pignocca che dopo aver promesso, in campagna elettorale, il varo del Puc, continua a rinviare l’impegno, mentre la ‘riqualificazione’ consiste nel moltiplicare alloggi ed intensità abitativa in aree da tempo sature,povere di adeguate strutture viarie. Come l’Aurelia bis, con strade anguste ed anteguerra, strette rispetto al traffico, ai nuovi insediamenti residenziali e commerciali, prive di marciapiede (vedi il caso di via Bulasce dove prima o poi ci scappa il morto). Arterie cittadine dove i dissuasori ostacolano di fatto solo le autoambulanze. E dire che avevano annunciato ‘guerra’ ai bolidi che circolano indisturbati. Infine il divario crescente tra quattroruote e disponibilità di parcheggi, mitigata in estate dalla presenza e dall’utilizzo delle due ruote. Altrimenti saremmo al caos e alla paralisi. Oltre ai disagi che già si vive in alcune ore del giorno, per dodici mesi all’anno.
Ebbene, tornando sul lungomare di ponente dove, per anni, nessuno tra chi aveva il dovere – organismi politici ed amministrativi, ad iniziare dal Comune, ai vigili, alla Capitaneria di Porto, alla Guardia di Finanza, ai carabinieri – si sarebbe accorto dell’attività di un chiosco bar in gran parte abusivo. Non era stato neppure iscritto a catasto. E di conseguenza che pagava tributi e tasse annesse ? Oggi alle pareti del locale malconcio sono apparsi due vistosi cartelli. La speranza, a questo punto, è che si possa realizzare una struttura con i requisiti di legge e di decoro urbano. Probabilmente è mutato qualcosa dalla notizia della “scoperta del chiosco fantasma, in attività da 30 anni, privo di regolare accatastamento – scriveva Ivg –, sconosciuto per il demanio ferroviario, con una porzione di struttura attigua alla stessa linea ferroviaria…fu un architetto incaricato di redigere una perizia a scoprire che in Comune il chiosco è risultato con concessione scaduta; stesso discorso per la concessione demaniale, non risultava neppure alcuna proroga di licenza….da qui l’esposto alla Procura della Repubblica e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati e Consiglio nazionale Forense”.
E’ interessante ascoltare la registrazione video dello stesso IVG, con le dichiarazioni dell’acquirente Riccardo Ravelli. Da allora non si sa che sbocco abbia preso la vicenda, se sia sia conclusa positivamente o meno. Quali siano stati gli interventi della società delle Ferrovie dello Stato, del Demanio, del Comune, dell’Agenzia delle Entrate e Catasto. Magari lo sapremo tra qualche anno, non bisogna avere fretta. Gli organi di informazione non possono occuparsi di tutto. Essere troppo ‘curiosi’. Lo conferma la vicenda degli alloggi in villa Fameli. Gli uffici comunali competenti (urbanistica), dotati di tecnici e personale alla stregua di un ministero, non si erano accorti quando stavano sorgendo 33 mono e bilocali? Gran parte abitati e dati in affitto ? Chi aveva seguito le pratiche? Solo i vigili urbani ? Solo un paio di dirigenti, magari oggi non più in vita ?
Ciò che incuriosisce nel cartello ‘vendesi’ è la proposta di cedere la licenza di discoteca. Era stata rilasciata ? Da chi e quando ? Loano ha una gloriosa storia, almeno dagli anni ’80, quando attraeva migliaia di persone la maxi discoteca Ai Pozzi, oggi trasformata nel maggiore e più moderno complesso turistico -alberghiero del Ponente Ligure. Ma nei locali del lungomare, illegali per il catasto, chi aveva rilasciato – se nessuno mente – licenze di bar, ristorante, pizzeria ed altre attività commerciali, annuali ? L’Asl era intervenuta con i relativi permessi ? In passato trucioli.it (prima trucioli savonesi) aveva documentato, con immagini fotografiche, che il chiosco vendeva all’esterno e all’interno pure prodotti agricoli, vino, olio; che nei pressi del locale sostavano giorno e notte spacciatori extracomunitari e non. A quanto pare non è successo nulla fino a quando si è arrivati alla storia della cessione e del subentro di Riccardo Ravelli.
I misteri di Loano da tempo adombrano ‘mani sulla città‘, o meglio una diffusa impunità, l’abitudine di ‘girarsi dall’altra parte’, non vedere, farsi i fatti propri. E non è una caratteristica solo della città dei Doria. Forse domani si cambia, per oggi ci sono i cartelli in mostra ed un assessore che ogni domenica va Messa grande e recita le preghiere. Sei giorni su sette rilascia rassicuranti dichiarazioni stampa. Un grande manager pubblico. Fidiamoci almeno di lui che ci mette la faccia, prende uno stipendio e non si vergogna.