L’indagine delle Fiamme Gialle ha raggiunto i primi obiettivi che dovranno essere approfonditi. Con il Bel Paese scosso da avvisi di garanzia a risonanza nazionale (il padre del presidente del consiglio ed un candidato a giudice della Corte Costituzionale) ha creato scalpore, imbarazzo, interrogativi la notizia stampa su un presunto peculato nell’Alto Tanaro a carico del dirigente della Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese (commissariata). Il personaggio chiamato in causa sarebbe l’ingegner Gino Ferrari, 61 anni il prossimo 17 ottobre, apprezzato e popolare. Il padre, di Viozene, è stato sindaco di Ormea. Il figlio ha ‘firmato’ pratiche importanti come la ristrutturazione del Palazzo di Giustizia di Cuneo, le case popolari di Odda a Garessio e appalti all’Opera pia Garelli, la palestra dell’Istituto Solerio (Cuneo), il contratto per impianto di telecomunicazione tra il Comune di Briga Alta, quale responsabile del Servizio Tecnico e Carlo Capacci, 51 anni, amministratore delegato e legale rappresentante di Uno Comunications Spa (cariche che ha lasciato con l’elezione a sindaco di Imperia). Tra gli ultimi incarichi di Ferraris la rinascita dell’ex strada militare Monesi – Limone (coinvolta la Francia) di cui dirige il l’iter amministrativo.
Pare pacifico ricordare che ‘avviso di reato’ non significa condanna, siamo ai primi scalini dell’istruttoria. Per Gino Ferraris sarebbe la prima tegola, da indagato. E’ noto che si confrontino, non da oggi, due o più correnti di pensiero. Una di queste ritiene che l’uomo pubblico, sia esso politico o ‘servitore dello Stato’ (enti e società partecipate) debba essere come la ‘moglie di Cesare‘. In Italia abbiamo il record dei tempi lunghi della giustizia, per leggi e norme scritte ed approvate dal Parlamento, con un eccesso di garantismo dai risultati deleteri. Tutti a parole invocano giustizia rapida, nei fatti c’è chi ha interesse a dilatare i tempi, utilizzando cavilli procedurali, e magari con l’obiettivo della prescrizione. Né tutti innocenti, né tutti colpevoli dunque. Si aggiunga che rispetto ai paesi del centro o nord europa, degli Stati Uniti, l’Italia detiene il record negativo di carenza di reclusi ‘colletti bianchi’ per reati fiscali e contro la pubblica amministrazione: corruzione, concussione, peculato, abuso d’ufficio. Ma quando ci troviamo di fronte ad inchieste con personaggi eccellenti i processi avvengono via media. Un altro dei malanni tipici italiani e non certo per colpa dei giudici, degli inquirenti.
La vicenda venuta a galla con gli articoli apparsi in rete, nella cronaca locale, chiamerebbe in causa l’ingegner Ferraris nel ruolo di funzionario – dirigente della pubblica amministrazione. Il materiale fino ad oggi reso noto illustra un aspetto dell’indagine prima, inchiesta penale poi. Possiamo mettere a disposizione dei lettori navigatori altri link di approfondimento come il sito che illustra l’opera finanziata dalla Comunità Europea per i lavori da due milioni di euro sulla Monesi – Limone e che interessa i comuni montani francesi La Brigue, Col de Tende, oltre la già citata Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese (Leggi…..)
L’ingegner Ferraris – nessuna parentela col neo sindaco di Ormea con il quale ha invece condiviso interessi comuni nella valle e parte del Parco – attraverso la famiglia dell’allora sindaco di Briga Alta, Zentilini, i Ferraris sono entrati nel piccolo parlamento di Briga Alta, poi rappresentante nell’ente parco e per anni con la carica di vice presidente. Originario di Garessio è stato assunto in Comunità a Ceva prima dello smembramento. Dopo la nascita della nuova Comunità Alta Valle Tanaro, ancora sede Garessio, si è infine arrivati alla soppressione definitiva. L’ingegnere nella veste di super tecnico, mentre l’insegnante – sindaco è stato presidente. Con la ricostruzione della grande comunità montana, l’ingegnere si è ‘trasferito’ a Ceva dove era corsa voce di asseriti dissidi con il segretario generale dell’ente.
Quale sarebbe l’origine dell’indagine dei finanzieri del luogotenente Proietti ? Nulla di certo. Solo ipotesi. Il Secolo XIX Imperia, il 29 giugno 2013, a firma di Ino Gazo, aveva illustrato il progetto di recupero italo- francese dell’ex percorso militare che collega Monesi di Triora, La Brigue, Limone Piemonte e Col de Tende. Opera transfontaliera con contributo europeo con l’obiettivo di salvarla dallo stato di abbandono e renderla transitabile senza superare ostacoli, pericoli, insidie. Nel 2011 la Provincia di Imperia, insieme alla Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese, al Sivom de la Haute Vallée de Roya ha presentato il progetto Alcotra 2007- 2013 di quasi due milioni di euro. Un milione dalle casse europee, poco più quelle nazionali, mezzo milioni per i francesi. Una magnifica collaborazione tra due stati, Italia- Francia, due regioni, Piemonte e Liguria e quattro diversi comuni. Dichiarava l’assessore, alla Viabilità, Giacomo Raineri poi trombato in Provincia, pochi a rimpiangerlo e candidato sindaco non eletto a Dolcedo: “Prima di essere un’iniziativa infrastrutturale e un’impresa ricca di significati, anche storici. Si tratta di ridare vita all’antica strada del sale, una via che fino a due secoli fa, univa Liguria e Piemonte”. E sono state messe in campo le migliori risorse umane. Il progetto porta la firma dell’ingegnere Herve Bongioianni per il Comune di La Brigue, dell’ingegner dirigente Michele Russo e del geometra Roberto Meriggio per la provincia di Imperia, mentre l’ing. Gino Ferraris per la Comunità Montana è responsabile del procedimento.
Il giornale proseguiva osservando che nei 39 km di strada non è previsto alcun tratto asfaltato e l’appalto è stato aggiudicato alla ditta Icose di Cisano sul Neva, sede legale a Paroldo (CN). Aggiungiamo che per la storia giudiziaria savonese i fratelli Defilippi (ora il timone è passato a figlie e figli) risultavano tra i taglieggiati (anni 70) della banda capeggiata secondo una sentenza passata in giudicato dall’ex presidente socialista della Regione, Alberto Teardo. Furono testimonianze tormentate quelle Defilippi perchè in ballo c’erano stati pure attentati ad imprese appaltanti lavori pubblici ed un’accusa di ‘attività mafiosa’ ad opera anche di pubblici ufficiali. Oggi Icose è assai attiva in Provincia di Savona dove ha vinto importanti appalti di Opere pubbliche, tra cui la passeggiata a levante di Pietra Ligure (sindaci Pd) e a Vado Ligure dove è primo cittadino una esponente piddina destinata a ricoprire il ruolo di presidente della Provincia di Savona, dopo le elezioni del 12 ottobre.
Tornando all’articolo del Decimonono si dava infine notizia che era al lavoro una specifica commissione per il regolamento che prevede il pagamento di un pedaggio destinato alla periodica manutenzione dei piano viabile, dei muri a secco e su tutto il percorso, annunciò il sindaco di Limone Piemonte, Franco Rovelli, sarà fruibile gratuitamente il wi-fi. Un’iniezione di speranza in un territorio da decenni dimenticato con la morte turistico – economica della nuova Monesi dei fondatori banchieri Galleani. Un territorio dove, per un rarissimo caso, si trovano 200 diverse specie di vegetali e che sul versante mare (20 km dalla costa) ha ospitato la seggiovia più lunga d’Italia prima che fosse dichiarata inidonea, mentre continua la sua ‘missione’ la gemella che si trova nel più fortunato Alto Adige tirolese.
Luciano Corrado
ECCO COME HA RIPORTATO LA NOTIZIA UN BLOG DI CUNEO.
Nei giorni scorsi i finanzieri di Ceva, agli ordini del Luogotenente Luigino Proietti, hanno concluso un’indagine nel settore dei delitti contro la Pubblica Amministrazione denunciando un uomo per il reato di “peculato”.
Le attività investigative, svolte presso la Comunità Montana di Ceva, si sono incentrate sul delicato settore della gestione degli appalti pubblici, con specifico riferimento al cosiddetto “incentivo di progettazione”, indennità istituita al fine di ottimizzare i costi all’interno della Pubblica Amministrazione. La norma, rivisitata recentemente nell’ambito della “spending review”, stabilisce che, qualora le attività tecniche previste per la realizzazione di un’opera pubblica (progettazione, direzione dei lavori, sicurezza), vengano realizzate da personale interno all’Ufficio Tecnico dell’Ente pubblico appaltante, al medesimo personale spetta, a titolo di incentivo, una quota non superiore al 2% dell’importo a base d’asta. Di contro, nel caso in cui le predette attività tecniche vengano affidate a professionisti esterni alla Pubblica Amministrazione, la quota del 2% è da accantonare e destinare ad economie interne dell’Ente appaltante.
La finalità della norma, quindi, mira ad incentivare lo svolgimento delle attività tecniche da parte del personale interno, al fine di contenere i costi legati all’affidamento “all’esterno” delle stesse.
Nel corso delle operazioni, le Fiamme Gialle cebane hanno invece constatato che, in numerosi casi analizzati relativamente al periodo 2010-2013, un dirigente pubblico, responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’Ente appaltante, si è indebitamente appropriato delle somme liquidate a titolo di incentivo di progettazione, in realtà non spettanti in quanto le attività tecniche erano state affidate a professionisti esterni.