Franco Roberti è il Procuratore Nazionale Antimafia ed il 4 ottobre 2014 in terra emiliana non tace su una realtà che in troppi hanno taciuto (ed ancora vorrebbero tacere). Afferma: “Se tu in occasione delle elezioni che si fanno qui in Emilia vai a fare campagna elettorale in Calabria, vuol dire che sai che l’appoggio o il non appoggio alla tua elezione viene dalla Calabria non dall’Emilia”
A chi si riferiva il Procuratore Nazionale Antimafia? Non ha fatto nomi, ma nella storia politica di emiliana c'è chi per essere eletto nella sua terra, Reggio Emilia, prima di spiccare il volo per il Governo nazionale, andò in Calabria per cercare i voti necessari alla sue elezione...
Questi è Graziano DELRIO, classe 1960, attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nominato da Matteo Renzi, già ministro del Governo Letta ed ora in corsa per il Quirinale.
DELRIO Graziano (Sindaco di REGGIO EMILIA dal 2004 al 2013) in veste di Sindaco, nel 2009, prima delle elezioni amministrative in cui era candidato nuovamente a Sindaco, promosse un gemellaggio con la città di Cutro e si recò in viaggio nella località calabrese per stringere questo patto tra le città e comunità.
Il tutto era anche evidenziato da un Comunicato Stampa ufficiale del Comune titolato “Il sindaco Delrio in visita istituzionale a Cutro” che però è ora “svanito” dall'archivio dei Comunicati sul sito del Comune di Reggio Emilia (il Comunicato è però ancora rintracciabile su diversi siti che ne avevano dato pubblicazione - vedi ad esempio qui).
E l'amministrazione comunale di Reggio Emilia è stata caratterizzata da consolidati rapporti con esponenti della comunità cutrese che hanno “colonizzato” pesantemente il territorio della Provincia di Reggio Emilia (circa 10.000 cutresi si sono insediati a Reggio Emilia). Tra questa comunità anche gli esponenti noti della criminalità organizzata calabrese che hanno infiltrato l'economia locale e la politica in una sorta di “congiura del silenzio” che ne ha garantito la tanto ricercata “invisibilità” e dove, forti di questa “cappa” hanno potuto anche alzare il tiro con attentati volti ad affermare la propria capacità di intimidazione e perseguire i condizionamenti ritenuti utili agli interessi dell'organizzazione 'ndranghetista.
DELRIO (nella foto a lato con la ex Sindaco di Isola Capo Rizzuto, Caterina Girarole, arrestata lo scorso anno su richiesta della DDA di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione “INSULA”) non era certamente l'unico. Alla vigilia elettorale del 2009, con lui, dalla terra emiliana, sono scesi in “pellegrinaggio” a Cutro anche: FILIPPI Fabio (esponente del PDL in Consiglio Regionale e, proprio a quelle elezioni del 2009, eletto anche in Consiglio Comunale a Reggio Emilia); BONARDI Achille (allora assessore del PD al Comune di Brescello); SPAGGIARI Antonella (candidata di una lista civica); PENAZZI Giogio (del PD ed allora sindaco di Viadana). Con loro anche i cutresi SCARPINO Salvatore (già capogruppo del PD a Reggio Emilia) ed i consiglieri OLIVO Antonio e IELO Girolamo.
Il pellegrinaggio di DELRIO & C a Cutro alla vigilia di quelle elezioni del 2009 troverà spazio, grazie ad una paginata dell'associazione degli imprenditori cutresi, su “Il Sole 24 Ore”.
L'allora candidato sindaco del PDL, PAGLIANI Giuseppe (che perse il confronto elettorale con DELRIO), non andò al pellegrinaggio... lui fece una cena-incontro con imprenditori cutresi (compresi quelli soggetti ad interdizioni antimafia) al ristorante “Antichi Sapori” di Reggio Emilia.
Questo è uno spaccato della politica emiliana (di cui del DELRIO è emanazione). Uno spaccato che ha trovato conferme, dei suoi tratti di indecenza, anche di recente. Nel giovane sindaco di Brescello, sempre del PD, COFFRINI Marcello. Questi si è spinto pubblicamente, in un'intervista, a definire “educato, gentile e composto” il boss della 'ndrangheta Francesco GRANDE ARACRI, solamente condannato per mafia e uomo di vertice dell'omonima cosca. Quando, fortunatamente, davanti a quella difesa del boss, vi fu una reazione decisa contro la posizione assunta dal giovane sindaco di Brescello, scattò persino una manifestazione a sostegno suo e delle sue dichiarazioni. Manifestazione a cui parteciparono anche gli uomini della cosca di GRANDE ARACRI. Il figlio del boss non ha avuto, in quell'occasione, alcun tentennamento e parteciò a quella manifestazione di piazza con qualche centinaio di partecipanti. Lì, il giovane della famiglia 'ndranghetista, dichiarò: “Mi dispiace. Siamo con il Sindaco. La risposta? L'ha data la piazza”.
Eppure la presenza della colonia 'ndranghetista, mimetizzata dietro la comunità calabrese, in questa regione, ed anche nel territorio dell'intera provincia di Reggio Emilia, è nota da lungo tempo. In quel territorio è asfissiante da troppo tempo, come ha denunciato un emiliano serio e coraggioso quale Enrico Bini, per portare un esempio di chi non ha avuto tentennamenti nello schierarsi dalla parte della Legalità e, quindi, dello Stato.
Fino a quando non si girò l'Emilia-Romagna, documentando con "Tra la via Emilia e il clan" la devastante presenza delle organizzazioni mafiose in quella regione. Le Istituzioni e Pubbliche Amministrazioni facevano finta di nulla. Negavano e minimizzavano. Poi qualcosa è cambiato e si è arrivati anche all'attivazione della D.I.A. a Bologna. La DDA del capoluogo ha iniziato con il lavorare in modo deciso e le operazioni antimafia in Emilia Romagna sono iniziate ad essere anche coordinate direttamente da quel territorio (prima colpivano gli esponenti mafiosi presenti ed operanti lì con indagini coordinate da altre DDA).
Lì, in provincia di Reggio Emilia, le cosce degli ARENA e dei GRANDE ARACRI, così come gli esponenti della famiglia MUTO ed altri ancora, hanno radici profonde e reti di relazione che andrebbero stroncare anziché alimentate dalla politica (come dall'economia). Pensare oggi di premiare, addirittura come nuovo inquilino del Quirinale, un esponente politico come DELRIO, che scelse di scendere in Calabria, con i suoi colleghi della politica locale, per le elezioni amministrative di Reggio Emilia, sarebbe quindi davvero un pessimo segnale.
P.S.
Una curiosa nota a margine. Nella scorta di DELRIO non era stato anche inserito un tale di nome RIZZO Antonino, fratello della più nota RIZZO Chiara in MATACENA?