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Savona, i gioielli del mare a Mondomarine, ma ha vinto la malagestione sulla pelle….
Assedio di Savona del 1800, pagine inedite


Giovedi, 31 agosto, alle 17,30 assemblea pubblica dei lavoratori della Mondomarine, presso la Sala Rossa del Comune di Savona (g.c.), organizzata dalla R.S.U. Ecco una breve storia dell’azienda. Leggi anche da Storia Patria pagine inedite dell’assedio di Savona del 1800.

Nella foto d’archivio l’allora sindaco Berruti dopo la presenza al Festival de la Plaisance di Cannes ed al Monaco Yacht Show, la Mondomarine Savona ha partecipato per la prima volta all’International Boat Show di Fort Lauderdale (Florida-Usa),capitale mondiale della nautica.

COMUNICATO STAMPA – La RSU e le maestranze Mondomarine (ex cantieri Campanella) intendono far conoscere la loro problematica lavorativa alla cittadinanza di Savona, alle Istituzioni pubbliche e a tutte le organizzazioni sociali, politiche e religiose presenti nel tessuto Savonese.

Purtroppo, come è già successo in passato, il cantiere navale Campanella, oggi Mondomarine, è nuovamente sull’orlo del fallimento, scongiurato, per ora, dalla domanda di concordato in continuità al tribunale di Savona che ha dato 90 giorni all’azienda per risolvere le sue inadempienze finanziarie.

Ben 3 commissari giudiziali sono stati nominati dal Giudice per la complessità della situazione debitoria in cui oggi versa il cantiere. L’anno scorso di questi tempi avevamo il cantiere pieno di lavoro con barche in costruzione e in refitting. Da allora nel giro di 6 mesi (precisamente dopo Natale), il cantiere ha annunciato una crisi finanziaria – di liquidità, ci hanno spiegato i vertici aziendali – che non permetteva di pagare i fornitori e quindi di assicurare il completamento delle commesse in fase di costruzione (un 60m., un 54m. e un 40m.).

Infatti, date le inadempienze, le denunce, le ingiunzioni di pagamento e i vari pignoramenti ci siamo visti portare via, ad una ad una, le imbarcazioni in fase di costruzione che i vari armatori hanno deciso di far completare ad altri cantieri, sia all’estero sia in altre parti d’Italia.

Piano piano, mentre la situazione continuava a peggiorare, ci siamo sentiti dire che i nostri stipendi erano a rischio. Naturalmente con l’appoggio dei sindacati abbiamo rivendicato i nostri diritti, ma dopo proteste, assemblee e scioperi siamo arrivati alla richiesta della C.I.G.O. (Cassa integrazione ordinaria a zero ore) esclusi i servizi essenziali, e successivamente alla presentazione del Concordato presso il Tribunale di Savona.

Stessa sorte hanno avuto le maestranze dei Cantieri navali di Pisa, da qualche anno rilevati da Mondomarine che li ha trascinati allo stesso punto da dove erano rimasti. e cioè in cassa integrazione.

Ci hanno fatto credere che l’azienda, con 3 marchi di eccellenza (Mondomarine, Campanella e Cantieri di Pisa) potesse competere sul mercato della nautica a tal punto da impensierire i più importanti cantieri olandesi.

Effettivamente dai nostri cantieri navali sono usciti dei veri e propri gioielli del mare, quindi le potenzialità ci sono ma…il problema è chi sta al timone.

Per malagestione o per speculazioni varie, e magari calcolate con largo anticipo a nostra insaputa, oggi circa 600 lavoratori, fra diretti e indotto, si trovano in difficoltà economiche con prospettive incerte, mentre la città di Savona rischia di perdere un fiore all’occhiello della nautica.

Ci auguriamo che arrivino al più presto imprenditori seri, competenti e con voglia di far crescere e sviluppare una realtà così storicamente legata a Savona.

Molti di noi, lavoratori della cantieristica navale, si identificano col proprio lavoro che svolgono con passione ed orgoglio da generazioni.

Anche per questo motivo non permetteremo ad imprenditori ed investitori scellerati e senza scrupoli di cancellare un sito produttivo storico di questa importanza per Savona e per l’Italia.

Chiediamo, pertanto, la solidarietà di tutta la cittadinanza affinché la cantieristica navale savonese abbia un futuro anziché andare in estinzione.

Rappresentanza sindacale unitaria Mondomarine – Savona

DA STORIA PATRIA

L’assedio di Savona dell’aprile 1800, con un disegno inedito

Il disegno è stato acquistato da un antiquario di Parigi nel 2015 e faceva parte di un piccolo faldone di documenti originali, purtroppo frazionati e venduti, appartenuti ad un ufficiale francese di stato maggiore che prestò servizio in Liguria nell’aprile del 1800.

La carta rappresenta una immagine “istantanea” dei giorni 6 e 7 aprile 1800, quando il presidio francese di Savona, formato dalla 93a mezza brigata di fanteria, integrato da un gruppo misto di artiglieria ed elementi di truppe liguri di Genova e Savona – per un totale di circa 600 uomini agli ordini del generale di brigata Claude Buget – tentò con poca convinzione di mantenere il possesso della città di Savona, per poi ritirarsi nel Priamàr e sostenere un lungo assedio degli imperiali.

Sul disegno, eseguito ad inchiostro, sono state aggiunte a matita le disposizioni ed il numero di soldati francesi a presidio all’interno delle mura. Ben visibili i “rettangoli” che segnalano le posizioni di “blocco” del nemico su tutte le vie di comunicazione. Le posizioni dell’esercito austriaco, più di mille uomini di fanteria, un corpo di cavalleria, rinforzati da un contingente piemontese del reggimento Acqui (rettangoli bianchi/neri) ed il comando imperiale (rettangolo bianco/nero più grande) al bivio fra la strada di Vado e di Cadibona.

Alessandro Garulla

Dopo brevi scaramucce per le vie della città, il generale Buget, pluridecorato e reduce da due ferite in battaglia, decise di ritirarsi all’interno della fortezza del Priamàr dove resistette fino al 16 maggio dello stesso anno. Alle operazioni di blocco partecipò anche la marina inglese che, con base in Vado, fornì due fregate e qualche legno minore per impedire il rifornimento dal mare alle truppe assediate.

Durante questi 40 giorni, la guarnigione francese del Priamàr tentò ripetute ed ardite sortite, respinse attacchi e svariate proposte di resa. I cannoni della fortezza, sempre attivi, riuscirono ad impedire il transito dalle principali arterie di comunicazione alle truppe nemiche di passaggio ed in smistamento verso i vari fronti del momento.

Per eliminare avamposti austriaci troppo avanzati, si arrivò a cannoneggiare le mura e le case dei savonesi. Il 16 maggio 1800, l’intero contingente francese del Priamàr, in base agli accordi siglati con il generale imperiale St. Julien, esce dalla fortezza a tamburo battente, bandiere spiegate ed armi alla spalla; rendono gli onori delle armi due reggimenti imperiali “tirati a lustro” ed il generale St. Julien in persona. Buget, dopo tanta gloriosa resistenza, finirà prigioniero di guerra in Carinzia.ag

Per gentile concessione del nostro socio Alessandro Garulla, riportiamo un disegno inedito e finora sconosciuto tratto dalla sua collezione. Egli stesso ha preparato per noi la didascalia esplicativa.

 


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