Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Mentre a Savona tagliano le piante
Smog, come evitare 1 miliardo di multa e risolvere il problema polveri sottili


Il sistematico eccesso di inquinamento dell’aria delle principali città e di numerose aree del Paese, potrebbe portare ad una maxi multa Europea, in conseguenza alla procedura di infrazione aperta contro l’Italia.

Alla luce del responso della giustizia italiana sull’inquinamento atmosferico del comprensorio di Savona non era la Tirreno Power la principale responsabile dell’inquinamento killer dell’atmosfera. Tanto allarmismo per nulla ?

La Commissione ha inviato un ultimo avvertimento: il governo ha due mesi di tempo per “adottare e attuare piani ” in grado di migliorare la qualità dell’aria nel più breve “tempo possibile”. Altrimenti Bruxelles porterà il caso alla Corte di Giustizia della UE, poichè l’Agenzia europea dell’Ambiente stima che ogni anno 90mila morti siano dovute allo smog e alle polveri sottili . Le cause risalgono principalmente al riscaldamento-condizionamento edilizio, ai trasporti, ai consumi di energia elettrica prodotta da fonti fossili.

Il nostro paese è la maglia nera in Europa. In quasi tutte le regioni sono stati registrati sforamenti quotidiani della concentrazione limite di 50 milligrammi di polveri Pm10, mentre in 9 aree geografiche non solo del nord, è stato superato il limite dei 35 giorni di sforamento annuale dell’ inquinamento dell’aria.

Di fronte a queste gravissime criticità, il governo ogni anno annuncia interventi, ma di fatto oltre ai soliti inefficaci blocchi del traffico, nulla di strutturale è stato finora previsto.

Tuttavia è possibile, un piano di intervento organico e articolato, che potrebbe far riferimento ad alcuni dei seguenti progetti di immediata attuazione, sebbene gradualmente..

-Una politica del verde cittadino con l’aumento di parchi e giardini, anche con la sistematica piantumazione, di antica tradizione, di nuovi alberi ovunque possibile lungo i corsi e negli spazi liberi, puntando così anche alla loro capacità di catturare le insidiose polveri sottili, oltre la depurazione dell’aria e la mitigazione della temperatura.

E’ significativo ricordare due casi italiani opposti: Torino è la sola città dove il verde raggiunge livelli “europei”, con circa il 16 % del territorio, che tuttavia non è sufficiente.

Mentre a Savona il già scarso patrimonio alberato, non solo non viene incrementato ma si parla di tagli consistenti di alberi, colpevoli di ribellarsi al soffocamento provocato dal troppo asfalto che li circonda e impedisce la naturale irrigazione e aerazione delle radici, le quali nell’estremo tentativo di sopravvivere, sollevano e frantumano il letale manto impermeabile.

-Il secondo progetto strutturale si basa sul superamento del modello di mobilità generale del Paese, a partire dalla sostituzione dei mezzi di trasporto a carburanti fossili, con quelli con motori a zero emissioni, principalmente elettrici.

Spostare buona parte del volume delle merci ora trasportate su gomma a grandi e medie distanze, distribuendole invece, oltre che sulle “autostrade del mare”, soprattutto sulle ferrovie come avveniva nei decenni passati, risparmiamdo notevolmente sui costi,.

Anche riguardo la mobilità urbana e interurbana delle persone, il trasporto su ferro può essere utilmente incrementato per diminuire l’uso delle auto private, con opportuni treni “metropolitani”.

Ma il piano più efficace e rapido possibile contro lo smog urbano, non può prescindere dalla messa al bando dei motori a scoppio, sostituiti con quelli elettrici, sia per i bus che per le auto e gli scooter privati..

Qesta scelta può immediatamente abbattere in modo strutturale e definitivo l’nquinamento più insidioso e dannoso, quello che agisce ad altezza d’uomo e in modo intensivo.

Allo stesso scopo, contribuiscono molto alla vivibilità urbana, sia l’istituzione di più ampie aree pedonali, sia la realizzazione della rete capillare di piste ciclabili.

Infine il mercato dei mezzi elettrici privati, si sbloccherebbe definitivamente con un piano di incentivi fiscali come la riduzione dell’Iva all’acquisto di auto e moto, il cui uso diventerebbe conveniente, considerando che nell’arco del tempo di vita dei mezzi, essi consentono un notevole risparmio dei costi di esercizio, relativi al carburante e alla manutenzione.

Dunque paradossalmente si potrebbe evitare il pagamento della multa miliardaria, investendo in modo virtuoso le stesse risorse, risolvendo contemporaneamente in gran parte il problema dell’inquinamento urbano, migliorando il bilancio della spesa petrolifera e la dipendenza dai paesi produttori.

Senza contare i notevoli benefici indiretti derivanti dalla migliore vivibilità dei cittadini, oltre a quelli della minor spesa per la salute, accanto agli effetti derivanti dall’economia verde e dal migliore equilibrio ecologico ambientale.

Ad esempio, un possibile impiego alternativo e virtuoso del “ miliardo di multa“, potrebbe essere così strutturato:

  • installazione di circa 5000 colonnine a ricarica rapida nelle città, al fine di rendere effettivamente possibile l’uso dei mezzi elettrici. (Investimento di circa 10 Milioni)
  • acquisto di circa 5000 minibus elettrici per sevizio pubblico urbano, nelle ore di bassa utenza, intermedie a quelle di punta, oltre che ovunque siano utlizzati grandi bus per pochi passeggeri. (Costo circa mezzo Miliardo)
  • Incentivi pari alla riduzione dell’Iva al 4% per l’acquisto degli scooter elettrici, per sostituire quelli a benzina che sono i mezzi più inquinanti rapportati al numero di passeggeri e alla cilindrata.( Costo 150 Milioni, per circa 100 mila moto).

      Analogo incentivo fiscale, del 18% per le auto elettriche, escluse quelle ibride che danno uncontributo ecologico solo marginale. (Costo 350 Milioni, per circa 100 mila auto).

    Un investimento equo poiché sposterebbe risorse dal settore prevalentemente privato (petrolieri), in modo più equilibrato, verso quello degli interessi collettivi.

    Inoltre in questo campo l’Italia da un lato si avvicinerebbe agli standard della maggior parte dei paesi europei, mentre dall’altro rispetterebbe l’impegno internazionale Cop 21 sottoscritto a Parigi, per la tutela dell’ambiente.

    Del resto è risaputo che tutti gli incentivi erogati per migliorare l’efficenza energetica, hanno comportato per lo Stato ritorni superiori all’investimento effettuato.

    Anche in questo caso il risultato è garantito dalla semplice constatazione che a parità di caratteristiche tecniche, i mezzi elettrici consumano 5 volte di meno dei tradizionali.

    Concludendo è doveroso ricordare che esistono altre alternative egualmente finalizzate alla risoluzione strutturale dell’inquinamento, capaci di incidere sui medesimi tre fronti del problema in discussione:

  • ottimizzare l’efficienza del modello energetico,verso la sostenibilità
  • riduzione dell’inquinamento dell’aria in modo permanente
  • induzione di un virtuoso e multiforme risparmio economico.

    Si tratta di pianificare un modello di riscaldamento- condizionamento degli edifici, basato da un lato sulla sistematica coibentazione delle strutture, verso dispersioni minimali, mentre dall’altro prevede il teleriscaldamento ottenuto dalla cogenerazione delle centrali termoelettriche e dalle fonti rinnovabili solari e geotermiche, escludendo però rigorosamente i termovalorizzatori dei rifiuti.

    Ovviamente questo secondo settore di intervento urbano, richiede tempi di realizzazione molto piu lunghi e risorse notevolmente maggiori, rispetto al piano di mobilità. Proposto

    Da oggi la Procedura di Infrazione della Commissione Europea per inquinamento dell’aria è in corso. Evitare la multa è possibile. Tutelare la salute, gli interessi e i quattrini della collettività si deve. Per il Governo è ora di agire.

     Giovanni Maina



Avatar

G.Maina

Torna in alto