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Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale, la tutela della legalità


Bar di Ceriale chiuso per 15 giorni perchè frequentato da elementi poco raccomandabili e dove sono avvenuti almeno un paio di episodi criminosi. Non solo, a poche decine di metri dalla casa del sindaco. Non è il primo esercizio pubblico messo all’indice, un paio d’anni fa la Casa della Legalità di Genova aveva messo in rete la fotocronaca di un bar, sempre sull’Aurelia, ma in zona più centrale dove si davano appuntamento esponenti e vecchie conoscenze in odore di ‘ndrangheta. Tanto per non sbagliare l’organizzazione che sovraintende al solido mercato della prostituzione affidato alla gestione di rumeni, albanesi, bulgari.

La notizia è stata diffusa con un comunicato dell’Arma dei carabinieri e ripresa da tutti i mass media provinciali e regionali. Con un curiosa omissione manca il nome dell’attuale gestore. Il bar punito, si legge, è  Valentina. La proprietà dei muri è degli eredi Costa, pionieri negli anni ’50  della commercializzazione di frutta e verdura dalla Piana al mercato all’ingrosso di Alessandria.  Il bar è stato aperto da Valentina coniugata Costa che ha ceduto dopo aver aperto una vicina osteria, oggi chiusa. Negli anni il bar è stato gestito da diversi esercenti, l’ultimo, di cui non viene reso noto il nome nella nota stampa, è un cittadino piemontese. Gestisce altri locali. Il suo arrivo si è caratterizzato con l’orario lungo, praticamente dal mattino fino alle luci dell’alba. Non è un mistero che quella zona rientri ormai da mezzo secolo nel ‘Ceriale by night‘, popolata dalle belle di notte o se volete ‘schiave del sesso a pagamento‘. Va da se che un bar, dopo una certa ora, diventi punto di riferimento anche di balordi, ubriachi, clienti più o meno normali che non hanno il problema di alzarsi per il lavoro.  A questo si aggiunga che dietro il bancone sono arrivate negli ultimi mesi anche avvenenti bariste. Questo non significa ovviamente che il bar faccia da specchietto delle allodole. Resta il fatto che ci sono stati episodi di violenza con due clienti che hanno arrecato danni al locale e all’arrivo dei carabinieri hanno sferrato calci e pugni.

Purtroppo in Italia non è facile impedire ad un cittadino l’ingresso in un esercizio pubblico e d’altronde si finisce per essere puniti se diventa ritrovo di pregiudicati. Va aggiunto che spesso non è casuale, si creano le condizioni. In questo caso le forze dell’ordine hanno risparmiato al titolare della licenza di finire con nome cognome e residenza sui media che spesso fanno più ‘danno’ di immagine del provvedimento di chiusura.

L’immobile sulla via Aurelia, in località Muragne, che al piano terra ospita il bar Valentina

Ceriale, come trucioli.it riporta  con doverosa frequenza, è diventato anche il punto di riferimento per gli ambulanti abusivi di frutta e verdura. Quelli che in teoria comprerebbero dai contadini napoletani e poi vendono ai turisti, ai rivieraschi con la convenienza della super offerta reclamizzata sugli automezzi con tanto di cartelloni e megafoni. Praticamente tutto l’anno a Ceriale sostano gli automezzi che vengono caricati e scaricati. Durante il giorno si dirigono verso le località costiere, si spingono fino oltre Savona. Nell’imperiese le cose cambiano. Due automezzi che hanno evidentemente ‘sfidato’ chi comanda in loco sono stati dati alle fiamme, le indagini per identificare gli autori sono in corso. Di recente un paio di episodi analoghi sono accaduti nello spezzino.

In provincia di Savona, quelli che un tempo venivano definiti ‘melonari’, non corrono questo rischio. Meglio per loro, qualcuno dovrebbero pure farsene una ragione. Sta di fatto che avranno pure messo in conto qualche sequestro (ad opera di vigili urbani), ma il gioco vale la candela. Basterebbe ripercorrere le fotocronache che abbiamo pubblicato negli anni. Con un obiettivo riscontro. Ormai gli ambulanti di frutta e verdura abusivi non pare temano le divise, semmai il cronista fotografo che azzarda. “Quello merita una lezioncina….”, hanno già fatto sapere.

Questa è convivenza con la legalità, è il messaggio che le Istituzioni mandano ai cittadini onesti. Ai commercianti che giustamente vengono perseguiti se non rilasciano lo scontrino. L’abbiamo già scritto. Si procede per rassegnazione, con un rischio molto alto. Girarsi dall’altra parte potrebbe essere un ottimo incentivo a quell’illegalità di cui si conosce più o meno l’inizio e mai la fine. Potrebbe significare, ad esempio, ciò che in certi ambienti non è difficile ascoltare “C’è già una zona della riviera dove il pizzo non è un’eccezione”. Speriamo e crediamo che non sia ancora così, accadeva nei primi anni settanta e ottanta quando andavano a fuoco ritrovi notturni ed esercizi commerciali.

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L’ARRIVO NELLA ZONA DI SOSTA A CERIALE


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