Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto Santo Spirito – Ciao Silvietto…


Nel giorno più corto dell’anno, fresco e ventoso, abbiamo salutato per l’ultima volta Silvietto Torre, che lasciandoci ha prodotto un gran vuoto in tutti noi.

Silvietto Torre, 1999, una serata in onore della sua squadra, la Sampdoria, al G. H. Garden Lido di Loano, con l’imprenditore Pier Santo Ghigliazza e la tifoseria loanese – borghettina

Le sue molte esperienze di vita, per un certo numero di anni, lo avevano portato distante da Borghetto, ma a Borghetto era tornato.

La differenza di età tra lui e me non ha impedito che si instaurasse un rapporto che da semplice conoscenza diventò amicizia e che ci trovò spesso accomunati, insieme ad altri, in piccoli e grandi progetti, non tutti realizzati purtroppo, ma sempre mirati a migliorare questo nostro piccolo paese.

Una delle cose che più mi colpiva in lui era il suo modo di essere educato, che non derivava dall’appartenenza ad una determinata condizione sociale, gli era naturale.

Uomo colto, intelligente e ironico. Ascoltarlo nelle conferenze o leggere i suoi libri era puro piacere, anche perché era dotato di una straordinaria memoria e quando raccontava di personaggi e avvenimenti che aveva conosciuto o vissuto, ti accorgevi che questi erano tutti legati alla storia della cultura italiana degli ultimi sessant’anni.

Qualche volta, lavorando insieme, avevo la sensazione che regnasse sempre una grande confusione: appunti, testi da consultare, stampe, fotografie. Poi, improvvisamente, da quel mucchio di carte usciva il primo capitolo, il secondo, il terzo….e il libro era finito.

Non conta cosa c’è sulla scrivania, conta cos’hai in testa e nel cuore. Questo è il dono che mi ha lasciato Silvietto.

Di lui potremmo raccontare ancora mille storie, ma penso che tutti coloro che lo hanno conosciuto debbano conservare gelosamente e con affetto il proprio ricordo.

Silvestro Pampolini 

CENA DI LUGLIO di Silvio Torre

Mi basta mangiare una pesca per sentire il sapore di un’altra estate…

Adesso sulla terrazza non c’è una bava d’aria.

La girandola pazza dei rondoni mentre diventa sera annulla gli altri rumori.

Al mondo non esiste altra cosa che questa cena fuori, odorosa, all’aperto

con l’insistenza dell’aglio e dell’origano sui pomodori maturi di metà luglio

e i discorsi noiosi di chi ci voleva bene.

In fondo ad un bicchiere posso vedere lo spicchio di un limone

e sulla tovaglia bianca la macchia di vino rosso che doveva portarci fortuna.

In cielo c’è già la luna ma è ancora chiaro.

Senza accendere la luce per via delle zanzare

ascoltiamo l’ordine di arrivo della tappa del giro di Francia

le ore, i minuti, i secondi,

con quella mano sulla mia fronte.



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S.Pampolini

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