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Diano Marina alle urne. Chi ha più chance di vincere. Un giornalista imperiese prevede…


Cinque liste in gara a Diano Marina. Sulla scheda elettorale occuperanno questo posto: Al primo Diano Riparte del candidato Sindaco Michele Calcagno, in seconda posizione PD di Marco Ghirelli, terza Diano Oggi per Domani di Loredana Grita, al quarto posto Viva Diano di Giacomo Chiappori, al numero 5 il M5S di Simone Borgarello. Fin qui l’unica ufficialità del momento. Ovviamente le previsioni sul risultato si sprecano. Ma chi ha veramente qualche chance?

Franco Bianchi giornalista e già capo della redazione di Imperia del Secolo XIX, autore dell’articolo per trucioli.it

Normalmente in pole position c’è l’Amministrazione uscente, e anche a Diano Marina Chiappori se la gioca. Deve però fare i conti con ben tre rinvii a giudizio, una situazione che in altre realtà avrebbe scatenato una forsennata corsa al “dimettiti“. E’ infatti imputato per voto di scambio, per abuso d’ufficio e per finanziamento illecito (relativo al periodo in cui è stato parlamentare). Ma a Diano la “corsa al dimettiti” non c’è stata. Forse perché non c’è praticamente stata opposizione. Basti ricordare che negli ultimi consigli comunali i consiglieri di minoranza neanche si presentavano. I soliti maligni insinuano invece che a Diano è difficile fare opposizione, nel senso che chi ci ha provato si è trovato a fare i conti con “attenzioni particolari”, ed ha quindi preferito rinunciare. Paura? Forse. Certo che un simile sospetto ricorda molto da vicino quei sospetti di mafia che hanno portato all’invio a Diano di tre commissari che dopo sei mesi di indagini hanno scoperto una serie di cose che non vanno, ed hanno chiesto lo scioglimento del Consiglio comunale per mafia. Lo scioglimento non c’è stato perché il Ministro Angelino Alfano (il suo partito a Diano è in maggioranza) ha stabilito che la mafia magari ci sarà anche ma non avrebbe “condizionato” l’Amministrazione comunale. Di diverso avviso Rosy Bindi, presidente della Commissione Nazionale Antimafia. Ma questo è un altro discorso.
Il problema è complicato dal fatto che a doversi sedere sulla banchetta degli imputati non sarà solo il Sindaco uscente Chiappori, ma anche il suo vice, Cristiano Za Garibaldi, l’Assessore Bregolin, l’ex Assessore Manitta, l’Amministratore Unico della società municipale per la gestione del porto e delle spiagge Surace. Insomma, non è una bella presentazione in una campagna elettorale. A completare il quadro, tanto per gradire, anche il segretario comunale è indagato, ed il vice comandante della Polizia Municipale (ff), Mistretta, è sotto processo per falsa testimonianza.

Di contro ci sono liste agguerrite, tra cui spicca quella guidata da Michele Calcagno, un ingegnere edile specializzato nei calcoli strutturali del cemento armato. Visto che è appoggiato dal gruppo dell’ex Sindaco Angelo Basso, è stato subito identificato come il candidato con maggiori probabilità di spuntarla. Ed è partita la controffensiva. Ha ha…. anche lui è indagato: per un abuso edilizio! In effetti ha effettuato i calcoli del cemento armato per una costruzione sulla quale sono in corso verifiche di conformità urbanistica. Che con il cemento armato hanno ben poco da spartire, ma in ogni caso la Procura ha inviato un “avviso di garanzia”. Ora non è necessaria una laurea in Giurisprudenza per capire la differenza tra un “avviso” ed un “rinvio a giudizio“, ma in campagna elettorale certe….come dire… sottigliezze passano in secondo piano.

Tutti gli altri candidati non sembrano avere grandi possibilità di vincere la competizione. Potrebbe saltar fuori una sorpresa, magari da Loredana Grita, la giornalista che in un primo momento era stata “tirata per i capelli” dal fratello comunista, e che poi si è sganciata dando vita ad una formazione che rivendica la sua indipendenza e ribadisce la voglia di cambiare la città.

Già, perché aldilà di ogni differenziazione e di ogni diatriba elettoralistica, resta il fatto che l’Amministrazione Chiappori non ha certo spiccato per intraprendenza positiva. Anzi, è riuscita a “cancellare” un paio di stagioni teatrali (perdendo la causa con il gestore), e a chiudere il Circolo del tennis nonostante le promesse contrarie. E a proposito di promesse, nel programma elettorale di cinque anni fa il Sindaco uscente prometteva: Sarò un Sindaco a costo zero, perché devolverò la mia indennità al sociale. Peccato che poi se ne sia dimenticato, e il “sociale” stia ancora aspettando…

Nell’imminenza delle elezioni, però, qualcosa è stato fatto: una serie di piccoli lavori per tappare i buchi più grossi nelle strade, piantare qualche fiore, dipingere due strisce pedonali, ed un impegno più consistente per riqualificare un pezzettino di Corso Roma e Via Cairoli.

Eh si, ma la colpa è dell’Amministrazione precedente, che ha lasciato un mare di debiti. Naturalmente. Non importa se nell’approvazione del primo “bilancio Chiappori” ci sia scritto che Basso ha lasciato in cassa qualcosa come 4 milioni di Euro, un avanzo di amministrazione di un milione e 270 mila, e non siano emersi debiti “fuori bilancio”. A furia di dire e ripetere certe verità addomesticate, si finisce per farle sembrare vere.

Uno degli aspetti pre-elettorali più curiosi è stato comunque il tentativo fallito di mettere assieme una coalizione di tutti coloro che desideravano riportare Diano Marina ai fasti di un tempo, convinti dell’assoluta incapacità degli attuali amministratori. Ci sono stati incontri a ripetizione tra il PD, i rappresentanti del gruppo Basso, variamente definiti come “ex forzisti” o “vecchi amministratori”, ed il gruppo di Diano Futura imperniato su Pippo Manduca, l’unico che negli ultimi anni ha rappresentato – da solo – una forma di opposizione: “Me ne hanno fatte di tutti i colori, ma non sono tipo da farsi intimidire“. Il che la dice lunga.

L’accordo però è sfumato, perché una parte del Pd, quella rappresentata da Dino Sciolli, farmacista, ex presidente (con poca fortuna) di Imperia e Sanremese calcio, ha posto un veto “irremovibile” sulla presenza in lista dell’ex Sindaco Basso. Cioè quello che per due volte lo ha battuto e che lo ha querelato per alcune affermazioni diffamanti, ottenendone la condanna. Non sarà mica una questione personale?

Quanto a “colpi bassi” non ci facciamo mancare niente. L’ultima storiella sul candidato Michele Calcagno parla di una presunta incompatibilità perché svolge la professione di ingegnere. Incompatibilità che non esiste. Esiste solo una disposizione che vieta a certi professionisti di svolgere la loro attività nel Comune di cui sono Amministratori. Del resto proprio a Diano ci sono stati due Sindaci in questa situazione: Candida Ferrari e Giancarlo Queirolo, e più recentemente a Imperia Luca Lanteri è stato assessore per diversi anni…. Evidentemente Calcagno sembra essere il candidato più “pericoloso” per l’attuale establishment…

Franco Bianchi

 


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