Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona, un traffico migliore è possibile. Ecco perchè. A quando i bus elettrici?


A Savona il problema della mobilità è complesso e molto sentito dai cittadini, che da decenni hanno assistito a una successione di studi che purtroppo non hanno condotto ad una soluzione nemmeno parziale. Consapevoli che una soluzione definitiva presuppone un piano coordinato di interventi stradali e ferroviari di più ampio respiro, tuttavia a breve termine, è possibile una serie di iniziative con effetti positivi sopprattutto rispetto all’inquinamento ambientale, semplicemente passando gradualmente ma sin da subito ai mezzi elettrici pubblici e privati.L’unico percorso che, insieme con l’uso dei mezzi a idrogeno peraltro assai più costosi, conduce al modello di traffico urbano sostenibile, come sta avvenendo in molte città. Questa previsione ottimista si basa sul motore elettrico, un propulsore con un rendimento più che doppio rispetto al motore endotermico a benzina, gasolio o gas, che conferisce alle auto prestazioni equivalenti.

In particolare a parità di potenza e velocità, l’automezzo è silenzioso, l’accelerazione è migliore, il costo al km è meno della metà e il solo limite per ora sta nella capacità di carica delle batterie, che ne riduce l’autonomia a percorrenze inferiori a 200 km. Inoltre il propulsore, è molto più semplice e leggero, richiede poca manutenzione e costa meno di un quinto di quelli endotermici. Inoltre mentre il prezzo maggiore dell’auto elettrica è dovuto alla limitata produzione attuale e al costo delle batterie, quello degli scooter e dei bus elettici è pressochè paragonabile con quelli tradizionali e in alcuni casi è vantaggioso.

Così, in attesa di un miglioramento del costo e della capacità delle batterie (al grafene) e soprattutto della costruzione della rete di punti di ricarica rapida, i mezzi elettrici sono perfettamente adatti ad un impiego urbano, oppure interurbano a piccolo raggio.

La situazione attuale è desolante: a Savona dove i punti di ricarica rapida, che in mezz’ora riforniscono l’80% della batteria, sono solo alcuni, presso il campus universitario, non di servizio pubblico e solo a Bergeggi esiste un “distributore” comunale a carica da pannelli solari.

A Genova funzionano due parcheggi pubblici con 13 colonnine rapide. A Milano sono 59 e a Roma 122. In tutta Italia i punti pubblici Enel ammontano a 479. Veramente troppo pochi, ma sufficienti a testimoniare che la tecnologia necessaria esiste , a basso costo, per organizzare un sistema a sostegno di un uso diffuso dei mezzi elettrici, moto comprese.

Eppure i dati del possibile grande vantaggio di esercizio sono chiari. Una ricarica auto per 170 km costa 5€ ( 15€ e 12€ a benzina e a gasolio ).Inoltre fa risparmiare 5 kg di gas serra.

Per una percorrenza di 10000 km si risparmiano 600 oppure 400 € rispetto alle auto a benzina o gasolio. Manca soltanto la volontà” politica”, poiché le risorse per una rete di prese per alimentazione elettrica pubblica, sono veramente molto modeste. Infatti altrove, tutte le ditte che devono operare in zona urbana ZTL, ne sono dotate per i propri mezzi auto e furgoni.

Purtroppo il sistema paese è in grave ritardo, e a parte gli scooter, pressochè tutti i mezzi elettrici sono di produzione straniera, in continua evoluzione positiva

Ma una svolta verso la mobilità ad emissioni zero peraltro prevista dal protocollo di Lima, sottoscritta dal nostro paese, comporterebbe non soltanto benefici ecologici, bensì anche un consistente incremento di occupazione nell’industria e nei servizi. Per raggiungere gli obiettivi di Lima, che prevedono la riduzione di 36 mld di tonnellate / anno di gas serra entro il 2070, un contributo fondamentale deve venire da un piano di interventi riguardanti la mobilità su gomma, basato sia sul livello legislativo che su quello normativo locale, con un programma di incentivi almeno decennale, per le auto e le moto elettriche.

Gli incentivi attuali sono il bollo gratis e il dimezzamento della polizza assicurativa.

Tuttavia un piano efficace per lanciare veramente l’uso dei mezzi elettrici potrebbe comprendere, ad esempio norme del tipo: entro il 2070 in città potranno circolare solo veicoli a inquinamento zero. Perciò ogni comune dovrà ampliare del 10% ogni 5 anni la zona a traffico limitato. Si impone gradualmente un limite all’acquisto delle auto inquinanti, promuovendo ogni altro mezzo a zero gas, con un programma incentivato a contributo decrescente: Enti pubblici: un ‘auto ecologica 0, ogni 10 nuovi acquisti da subito, con graduale aumento del rapporto ogni 5 anni, fino a 10 su 10. Privati: la terza auto di famiglia in poi deve essere elettrica da subito. Per tutti gli acquisti di mezzi ad emissioni 0, è previsto un incentivo ( diretto o fiscale ), ove necessario, decrescente gradualmente per auto e moto.

Ogni comune deve installare da subito, 10 :–: 100 colonnine a ricarica rapida a due prese, in proporzione agli abitanti, presso i parcheggi pubblici. Una normativa ad oc è indispensabile per promuovere e facilitare i punti di ricarica a pannelli solari, sia per i privati, che soprattutto presso i distributori di benzina, dove l’installazione dei pannelli fotovoltaici è facilitata dalla struttura già esistente. Infine, gli enti del sistema fiscale nazionale, finalmente dovrebbero utilizzare i consistenti finanziamenti delle quote che tutti gli automobilisti pagano sui carburanti e sulle bollette di gas e luce, ma che in realtà usa diversamente.

Il modo migliore forse è quello di installare i punti di ricarica per batterie, alimentati dal sole, in tutti i distributori nazionali esistenti.

  • BUS ELETTRICI A SAVONA, UN PROGRAMMA DA ATTUARE SUBITO

    Constatato che gli attuali Bus da 50 posti sono sottoutilizzati nella maggior parte delle corse, circa10 passeggeri in media, escluse le ore di punta, è proponibile una sostituzione programmata delle “macchine più obsolete”con navette da 10-20 posti a trazione elettrica: costano un terzo, consumano un quarto e non inquinano neanche col rumore.

    Dunque inizialmente, in concreto una procedura possibile consiste in tre iniziative:

    – installazione di 10:-:20 colonnine a ricarica rapida, alcune riservate ai bus.

    – acquisto di 3 navette elettriche, in sostituzione di un bus a gasolio attuale rottamato

    – attivazione di una linea “Litoranea” da Albisola a Vado, passante per la stazione, in parallelo, oppure in alternativa o in alternanza con una linea “Circolare”dalla Stazione al Santuario, passante per i quartieri della città, con un beneficio ambientale immediato.

    Osservazioni conclusive

    La parte immediatamente realizzabile del programma, meno costosa e più virtuosa, è quella mirata ai motocicli in parallelo ai Bus, infatti:

    -moltissimi sono gli utenti potenziali disponibili

    -numerose le ditte anche italiane produttrici dei motocicli

    -non sono indispensibili gli incentivi e il costo è il più limitato possibile

    -il rapporto costo-ecologia è il migliore poiché a parità di potenza le moto sostituite inquinano di

    più delle auto anche acusticamente, mentre quelle elettriche sono del tutto silenziose e pulite

    -occorre installare un minor numero di colonnine per avviare il volano del sistema in tempi brevi.

    -per il loro minor costo, sono molto più numerose le centraline a pannelli solari prefabbricate a kit di montaggio, che ottimizzano il sistema e che anche i privati possono installare.

    Inoltre, il sistema della mobilità elettrica delle moto, se realizzato, fa da rompighiaccio per quello delle auto, assai più grande, lento e costoso da realizzare.

     

    Giovanni Maina

     

     

     

     

     

    – il


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G.Maina

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