Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Buona Pasqua! Meditazione da Albenga e non solo: Povero Papa Francesco “voce di colui che grida nel deserto” tremende parole


Meditazione sulle vicende tristi dei nostri giorni. Quante parole inutili, quanta prosopopea, in tv, sui giornali, tra la gente. Basta. Basta.

“Se siamo a questo punto è perchè lo abbiamo voluto noi. Solo essere sopra agli altri, schiacciare e non avere pietà per nessuno, successo, soldi, soldi, soldi.” Povero Papa Francescovoce di colui che grida nel deserto”

Ma perchè non lasciano, a validi giovani, posti e comando, perchè il potere deve sempre vivere in completi grigi e orrende cravatte. Cosa aspettano questi vecchi “baroni” dalla vita al tramonto? Trapianti di capelli, sfarzo, godimenti che anche il viagra delude. Certo ostentare, pavoneggiarsi , credersi chissachi fa trascinare le loro gambe stanche. Ma non parlo solo di politici o di industriali, ma anche di quelli di provincia, quelli della porta accanto, aggrappati con le unghie lunghe alla “carega”, illusi di avere un potere, sia che lavori in un ufficio pubblico o sia che strozzi con le tasse la povera gente.

Parigi, Bruxelles cosa insegna, ma non si capisce o si illude la gente che esiste il benessere, che queste sono cose di altri.

Anche le ultime guerre sono cominciate così tra l’indifferenza di chi era troppo mirato al solo guadagno. Siamo in guerra e tutti si pensano a divertirsi ignorandola. E pensare che qualcuno lo ha detto a voce ferma e alta e questo è stato Papa Francesco.

Povero Papa Francesco “voce di colui che grida nel deserto”.

Uomo che ha lasciato sgomenti tutti, non può essere, ma cosa dice?, ma cosa vuol fare, addirittura ma un papa non può dire queste cose si urla nella Curia di Roma e non solo. Ma quale bestemmia più alta se non quella di dire che siamo tutti fratelli e poi , per primi, viaggiano in auto di lusso, non conoscono i poveri, vivono in attici lussuosi, si trinceano in aviti palazzi, pensano alle loro nostalgiche liturgie tridentine……

Altri vietano l’elemosina, non ci sono problemi in questo senso, basta radere al suolo le baracche, basta far sparire la gente o spostarla in un altro luogo meno visibile. Ma cosa servono tutti quei dibattiti in tv, ma forse è solo facciata, ma quanto guadagnano questi conduttori che non riescono a far parlare le persone, ma solo a farle urlare e sopraffarsi l’un l’altra. Quanta gente impoltronita blandita dalle lacrime di disgraziati d’amore, imbecilli che cercano d’accoppiarsi tra di loro mettendo in piazza le loro meschinità, e distruggendo per la fatua fama, la propria personalità.

Perchè i films trasmessi in tutte le tv sono solo farciti di armi, di violenza, di malvagità e inneggiamo alla mafia, ‘ndrangheta, camorra alle 21 di ogni sera.

Ma quali sono i problemi primari? Nessuno li sa , sindacati compresi, e così viva i furbetti, viva il vivere alle spalle degli altri.

10 euro per una giornata di lavoro, lo squalo mangia i piccoli, li annienta, per ingurgitare il dio-denaro, il potere, chi se ne frega se poi la famiglia propria va a pezzi, se ci sono bambini di mezzo, il piacere è piacere, il godere è godere. Un figlio da questa, un figlio da quella, tutto allo sbando, ma sì compriamoci un bambino, sta bene in salotto, è un giocattolo carino, le mamme non servono, ci sono le tate. Costa un pò caro, ma ci pensi quanta invidia e ammirazione, oramai il rolex d’oro non lo guarda più nessuno.

Certo che la plastica serve per avere un bel seno  le guanciotte fresche, un sedere più accattivante, certo che un jeans se non è strappato inutile metterselo, certo che se il mio corpo così bello non lo inzacchero con mostruosi segni o serpenti avvinghiati non sono all’altezza, sai bisogna imitare i calciatori, le veline i rapper che ne hanno fino in gola. Imitare per illudersi di essere come loro e far sfornare pettegolezzi e invidie. Che cretino sono stato, ho fatto tatuare il nome della bella che ora mi ha lasciato, che fare? boh ne cerco una con lo stesso nome o lo faccio cancellare?

Che tempi, che costumi, urlava Cicerone già a quei tempi. I corsi e i ricorsi storici del buon Vico hanno sempre validità.

Siamo in piena crisi e noi la nascondiamo con promesse certe di ricrescita, con le analisi del pil, con le parole della ripresa e intanto ci massacrano, ci bombardano, ci uccidono per il piacere di vederci morire, ci squartano per convincerci a cambiare idee e religione.

Solo Francesco resta fuori dal coro e dice sagge, tremende, sacrosante parole.

Povero Papa Francesco “voce di colui che grida nel deserto”.

Buona Pasqua Gerry Delfino

 


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G. Delfino

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