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Villeggiante di Albenga scivola sul ghiaccio a Briga Alta: risarcita e ora assolto l’ingegnere


La donna, una villeggiante di Albenga, era scivolata sulla rampa di accesso che portava alla sua casa di Piaggia, capoluogo del comune di Briga Alta. Era 7 febbraio 2010, la strada era ghiacciata e le conseguenze della caduta furono serie: la donna si fratturò tibia, perone e malleolo, riportando un’invalidità e risarcita dall’assicurazione.

 

Si è svolto il processo a carico dell’ingegner G.F., dirigente fino a dicembre 2015 della Comunità Montana Alto Tanaro Cebano Monregalese, al quale, in veste di responsabile dell’ufficio tecnico di Briga Alta, la Procura della Repubblica aveva attribuito la responsabilità del mancato servizio di sgombero neve e pulizia strade. Ma in dibattimento, come ha motivato nella sua requisitoria il pm Massimiliano Bolla, non è emersa alcuna prova che fosse proprio lui a capo dell’ufficio comunale. Conseguentemente, i giudici del tribunale collegiale di Cuneo hanno assolto per non aver commesso il fatto l’ingegnere, imputato con l’accusa di omissione di atti d’ufficio.

La strada principale e quella secondaria erano una lastra di ghiaccio, per camminare attaccavamo i ramponcini alle scarpe perché non era stato sparso il sale”, hanno ricordato alcuni testi. Chi doveva allora provvedere alla manutenzione e pulizia delle strade di Piaggia nel febbraio 2010? Il servizio non era neppure di competenza della Comunità Montana, come ha spiegato il suo ex segretario: “Fu costituita nel 2010, subentrando alle tre comunità montane precedenti che avevano convenzioni ognuna con i propri comuni. Il nuovo ente doveva perciò ristipulare gli accordi per lavori e servizi associati. Nel febbraio 2010 non c’erano convenzioni con il comune di briga Alta, che quindi doveva provvedere al servizio di pulizia strade tramite il proprio ufficio tecnico”. Dove si alternavano il sindaco con il segretario, ma di fatto chi firmava per conto del comune era G.F., autorizzato a farlo: “Ma io abitavo a Ceva e non davo nessuna direttiva sui lavori”, ha spiegato l’imputato.

G.F. era entrato come responsabile dell’ufficio tecnico del comune solo da marzo 2010”, ha concluso il difensore avvocato Paolo Rocca.“Neppure arrivarono richieste da parte del comune di Briga alla comunità montana, che con due soli dipendenti non poteva vigilare sull’intero territorio”. (Inizialmente rischiava di finire sul banco degli accusati pure l’ex sindaco Mario Zentilini, un po’ confuso tra i due Ferraris (ndr).

Monica Bruna (dal blog Targatocn)

La causa era iniziata dopo che la signora Marzia Saccone di Albenga si era rivolta  all’avvocato Vittorio Manduca, con studio ad Albenga, unitamente all’avv. Maria Luisa Testino di Mondovì che, per conto della cliente, aveva citato in causa il sindaco. Il Comune aveva inizialmente affidato la difesa all’avv. Enrico Costa che tuttavia aveva dismesso il mandato in quanto nominato vice ministro della  Giustizia nel marzo 2014 e di conseguenza aveva sospeso  l’esercizio della professione forense. L’incarico passò, con delibera di giunta (sindaco Zentilini, vice sindaco Sergio Pastorelli, assessori Terenzio Toscano, Riccardo Grasso e Giorgio Ferraris) allo studio legale Tomatis – Rocca fiduciario della compagnia UnipolSai. C’è da aggiungere che nessuna spesa era gravata sul bilancio comunale per via della copertura assicurativa.

Ivo Alberti sindaco di Briga Alta

E ORA IL SINDACO IVO ALBERTI PREVIENE I PERICOLI CON ORDINANZA AD HOC

 

 


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