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Che brutta figura gli insegnanti di potenziamento con le mani in mano !


Alla fine se n’è accorta anche il ministro. Stefania Giannini, titolare del dicastero dell’Istruzione, in un’intervista a Repubblica ha ammesso che con gli insegnanti di potenziamento qualcosa non ha funzionato: “Non sono soddisfatta del potenziamento, serviranno tre anni per andare a regime” ha dichiarato il ministro dell’Istruzione a Repubblica.it. http://www.orizzontescuola.it. Leggi….

 

Stefania Giannini ministro della Pubblica Istruzione del governo Renzi

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire: bastava un semplice ragionamento per concludere che le cose non potevano funzionare. Gli insegnanti di potenziamento, infatti (provenienti da ogni dove, e assunti con o senza concorso) dovevano essere utilizzati sui progetti decisi da ogni scuola nei P.T.O.F. (orribile acronimo che sta per Piani Triennali dell’Offerta Formativa) che a loro volta avrebbero dovuto essere coerenti con i R.A.V, ossia con i Rapporti di Autovalutazione delle Scuole, che avrebbero… Va bene, fermiamoci pure qui: basti dire che, nella congerie di sigle e siglette da rispettare e in assenza di indicazioni su metodologie, indirizzi e contenuti, il ministero, alla fine, ha dovuto rimandare a gennaio l’approvazione e al nuovo anno scolastico l’implementazione dei P.T.O.F. inizialmente prevista per la fine di ottobre. A questo punto gli insegnanti di potenziamento, assunti a fine novembre, si sono trovati con le mani in mano, senza sapere, in pratica, né cosa né a chi insegnare. La cosa si complica ulteriormente se si pensa che spesso il ministero ha disatteso le richieste delle scuole: il dirigente che aveva fatto domanda per un docente di matematica si è trovato in aula un “potenziando” di diritto o di storia dell’arte di cui non sa che farsene.

Così, al di là dell’utilizzo per sostituire i professori assenti (e chissà come farà l’avvocato di turno a far lezione di matematica), per fare in modo che i potenziandi si guadagnino lo stipendio i dirigenti devono far sfoggio di creatività: c’è chi impiega i nuovi arrivati per tenere a bada i ragazzi più irrequieti, chi li utilizza in vario modo per i B.E.S, i D.S.A. o gli H. (altri tremendi acronomi che segnalano studenti con bisogni educativi speciali), chi li usa per fare telefonate di segreteria, chi li tiene in classe ad affiancare il docente titolare in qualità di “convitato di pietra”, chi s’inventa nuovi progetti per i quali, peraltro, molti potenziandi non hanno le competenze necessarie, e così via.

Qualche professore di ruolo sopporta a fatica l’arrivo di questa nouvelle vague di docenti scaraventati a scuola senza anestesia (molti di loro sono stati assunti senza essere mai entrati in un’aula) e che talvolta pretendono di insegnare al docente di lungo corso come si insegna. Ma in generale gli insegnanti sono stati accolti bene dai colleghi titolari di cattedra, a conferma del fatto che la classe insegnante è più tollerante delle rappresentazioni che se ne fanno.

Meno tolleranti, ma questa volta verso chi osa remare in direzione non gradita al preside, sembrano essere alcune sigle della parte dirigenziale. In un documento dell’Associazione Nazionale Presidi, vedi…..a proposito del fatto che con la nuova legge saranno i dirigenti a scegliere e a confermare gli insegnanti, si legge testualmente che tra i vantaggi per la scuola vi sarà: “non ‘avere le mani legate’ rispetto a docenti contrastivi” (slide 12) e che durante l’approvazione del P.T.O.F., in collegio dei docenti bisogna “evitare mozioni di tipo ostruzionistico o comunque illegittime” (slide 27) .

Non solo: secondo il documento ANP, nell’ultimo passaggio del Piano al Consiglio d’Istituto occorre evitare la modifica del testo (“si tratta di un evento da evitare con ogni cura”) e che “il dirigente avrà preparato accuratamente la delibera, che sostanzialmente dovrà essere una ratifica” (slide 28): con tanti saluti alla libertà di manifestazione del pensiero.

Il fatto è stato denunciato in un comunicato dall’Associazione NazionalePer la scuola della Repubblica(www.scuolaecostituzione.it). Che dire: d’accordo che la legge 107 adotta un impianto largamente autoritario a favore dei dirigenti, ma nemmeno il testo della famigerata “Buona Scuola” era arrivato al punto di denegare il principio della libertà di insegnamento, la trasparenza e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione e e le stesse competenze degli Organi Collegiali.

 


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