Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Esclusivo / Piante ‘delle sabbie’ coltivate dai Bagni Marini. Viaggio – novità con Guardie Ecologiche Volontarie. Dal Malpasso di Finale L. al Rio Torbora, tra Noli e Spotorno


Un fiore di spiaggia: Pancratium maritimum, Cokile maritima, Salsola kali, Chritmum maritimum, Glaucium flavum, Labularia maritima, Lagurus ovatus e Asphodelus fistolosus. Alcune si ritrovano ormai solamente in uno o pochi siti della Provincia di Savona conservando un valore ambientale importantissimo a livello regionale e nazionale. Ecco un reportage inedito e ricco di sorprese di uno studioso, volontario di trucioli.it,  della flora marittima. Dal Malpasso di Finale L.al Rio Torbora, tra Noli e Spotorno. Un nome? Il giglio di mare, pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae, cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi. Ora c’è chi  lo  coltiva a pianta ornamentale, con la collaborazione tra Università, centro di ricerca specializzati della Liguria e una ventina di stabilimenti balneari aderenti all’Associazione Provinciale Bagni Marini.

Le specie di arbusti che crescono sui litorali pseudo sabbiosi si identificano in: Cakile maritima, Salsola kali, Atriplex spp. (particolarmente Atriplex glabriuscula), Polygonum spp., Euphorbia peplis, Mertensia maritima, Elymus repens, Potentilla anserina, e, particolarmente nelle formazioni mediterranee, Glaucium flavum, Matthiola sinuata, Matthiola tricuspidata, Euphorbia paralias, Eryngium maritimum.

Localmente, soprattutto nella riviera di ponente, si distinguono aspetti con Polygonum robertii e Lotus cytisoides, interpretabili come stadi iniziali di consolidamento collegabili alla classe Ammophiletea della quale attualmente non si riscontrano fitocenosi vere e proprie, ma solo elementi dispersi (Elymus farctus, Lagurus ovatus, Medicago littoralis).

In presenza di manufatti che delimitano a monte le spiagge si assiste alla compenetrazione fra elementi dei Cakiletea, Parietarietea e Stellarietea.

L’habitat insiste ormai quasi ovunque in aree di spiaggia utilizzati per l’attività balneare, ove esso non riesce più a svilupparsi in modo soddisfacente a causa dei continui interventi, e in particolare dell’allestimento di strutture mobili (cabine, locali, ecc.) o la distruzione diretta con costruzioni stabili (edifici, strade, moli, muri, difese costiere in cemento o in massi ciclopici, ecc.). Esso inoltre risente indirettamente, ma significativamente dell’uso del suolo e delle attività svolte nella fascia costiera retrostante (insediamenti abitativi o industriali, infrastrutture diverse, turismo, trasporti. Le “Psammofite” (piante delle sabbie) sono specie vegetali che vivono sulle spiagge sabbiose nella zona costiera. Esse, per il fatto di trovarsi esclusivamente in prossimità del mare, e quindi in ambienti ricchi di salsedine, sono anche “alofile” (amanti della salsedine).
La vita delle psammofie alofile è condizionata dall’elevato tenore di sali minerali (sopratutto cloruro di sodio) presenti nelle sabbie e nel vento di mare. Per questo esse hanno evoluto degli adattamenti incredibili per sopravvivere in ambienti tanto ostili, paragonabili ai deserti. In particolare, queste piante hanno una straordinaria capacità di trovare e accumulare la scarsissima acqua disponibile, resistendo al calore dei raggi solari. Tra le specie tipiche delle sabbie, alcune si trovano ormai solamente in uno o pochi siti della nostra provincia, che conservano quindi un valore ambientale importantissimo a livello regionale.
Qui sono raffigurate alcune specie presenti in Provincia di Savona: talune comuni, altre assai più rare, censite in molti anni di ricerca dalle Guardie Ecologiche Volontarie. Impariamo a riconoscerle per ammirarle e per rispettarle: le nostre spiagge sono non solo un piacevole luogo di vacanza, ma anche un importante scrigno di biodiversità.

Da decreto del Dirigente – Regione Liguria, pag.4, comma 4,5 e 6

–    Lungo tutto il tracciato della condotta e delle piste di cantiere, nonché nelle altre aree di spiaggia interessate dal cantiere, sia rilevata prima dell`avvio dei lavori l`eventuale presenza di esemplari di giglio delle spiagge, mediante una dettagliata relazione, comprensiva di documentazione fotografica, sull`ttività preventiva di individuazione delle criticità floristiche, da inviare almeno 30 giorni prima dell`inizio  dei lavori  al Settore Ecosistema Costiero e Ciclo delle Acque e al Comune di Noli.

–   Nel caso in cui sia previsto nel corso della posa della condotta una possibile compromissione e/o distruzione di tali esemplari, gli stessi siano preventivamente rimossi, mediante il prelievo di zolle di dimensioni di almeno 0 cm intorno all`apparato radicale di ciascun esemplare, e conservati in situ con modalità idonee a garantirne la vitalità, e, a fine lavori, siano riposizionati in sede o in altre zone limitrofe all` uopo individuate, situate comunque a tergo della fascia dinamica della spiaggia;

–  Sia consegnata al Settore Ecosistema Costiero e Ciclo delle  Acque una dettagliata relazione comprensiva di documentazione fotografica sullo studio dei luoghi prima e dopo l`intervento, con indicazione delle attività eventualmente messe in opera per adempiere alla prescrizione di cui al sub C.;

Le specie vegetali [A]

Le specie vegetali che vivono che usualmente vivono sulle spiagge sabbiose della zona costiera sono dette “psammofile” [psammos = sabbia]. Queste piante che si trovano in prossimità`del mare, in ambienti ricchi di salsedine,sono anche “alofile” [alòs = sale], ossia in grado  di colonizzare e vivere in luoghi con elevato tenore di Sali minerali, in modo particolare cloruro di sodio.

La sabbia essendo costituita da particelle relativamente grandi ed incoerenti. non è in rado di trattenere la acqua delle precipitazioni atmosferiche, per cui le piante che vivono nella sabbia sono costrette a mettere in atto alcune strategie: in primo luogo devono essere in grado di assorbire velocemente l`acqua dolce delle piogge e trattenerla nei loro tessuti il più a lungo possibile;
in secondo luogo devono possedere un apparato radicale sufficientemente esteso e sviluppato da risultare efficace ad “ancorare” la pianta in un suolo così incoerente.

Le psammofile hanno molti punti di contatto con le piante tipiche dei deserti [in questo caso si parla di convergenza morfologica]; infatti come queste, spesso sono succulente ovvero “carnose”, garantendo così una riserva idrica nei periodi di carenza e siccità. Per vivere in questi ambienti particolarmente ostili, queste piante hanno messo in atto anche altri adattamenti morfologici e fisiologici, generalmente sono di colore chiaro e ricoperti da una leggera peluria per proteggersi al meglio dai raggi del sole, oppure, in casi limiti, presentano una superficie fogliare ridotta, ovvero le foglie si trasformano in spine, al fine di evitare una eccessiva vaporazione. Evapo-traspirazione.

Queste piante, inoltre, generalmente sono basse o presentano un comportamento prostrato per opporre resistenza meccanica al vento e i germogli sono posizionati lungo il loro fusto a diverse altezze per evitare il completo seppellimento della parte aerea da parte della sabbia portata dal vento stesso.
Le comunità psammifile assumono un ruolo fondamentale per l`esistenza delle comunità stabili che si trovano subito a ridosso delle spiagge, poiché mitigano l´effetto di alcuni parametri chimico fisici, costituendo una vera e propria barriera per queste altre piante.
Queste quindi vivono in condizioni migliori, nelle zone più interne, lontano dalla battigia, i luoghi dove diminuisce il contenuto dei sali trasportati dal vento e diminuisce anche l`azione aggressiva della sabbia e dove si ha un maggior contenuto di sostanze organiche nutritive e l`umidità dell`acqua piovana viene trattenuta più efficacemente. Si può immaginare un vero e proprio gradiente vegetazionale e si è assistito ad una continua, processo in atto già da anni.
Nonostante tutti gli adattamenti messi in atto, le condizioni così estreme a cui queste piante sono sottoposte hanno fatto si che solo poche specie pioniere [quali ad esempio Cakile marittima] siano state capaci di sopravvivere, divenendo spesso endemismi specifici solo di alcune zone. Nel caso specifico delle psammofile tipiche della Liguria, queste piante, a causa dell`erosione marina e per il fatto che le spiagge, già da tempo ma soprattutto oggi, sono sempre più soggette ad una intensa attività antropica [attività balneari, turismo, costruzioni di arenili e scogliere) che ha profondamente modificato il loro habitat tipico, sono presenti in numero limitato o si trovano oggi in zone dove originariamente non erano presenti.

{per questi studi è sicuramente utile il confronto tra la vegetazione reale attuale e quella di un tempo (vegetazione potenziale), al fine anche di interpretare le varie modificazioni locali e la loro intensità.}

Le prime indicazioni approfondite riguardanti  lo studio della flora psammofila ligure risalgono al 1939 e questo lavoro risulta molto prezioso come punto di partenza dal momento che vengono dettagliatamente descritte le varie specie e la loro collocazione in zone precise – Sergio Conti – To – Accademia delle scienze. Da allora, un costante monitoraggio e censimento è stato svolto dai ricercatori dell`Università di Genova. Nel 2001 nasce “Un fiore di spiaggia” [B], un originale progetto per la conservazione, lo studio e la reintroduzione di psammofile, rare o a rischio estinzione.quando si parla di progetti di conservazione delle biodiversità vegetale tornano alla mente alcuni luoghi comuni: se il promotore dell`azione è un ente lolale, si pensa subito a norme restrittive o a divieti; se la proposta giunge da un`istituzione scientifica, si pensa a laboratori e ad alchimie per la moltiplicazione di piante rare. Le forti motivazioni che hanno portato a studiare questo particolare gruppo di piante, le psammofile, risiedono nel fatto che durante tutto il Novecento, le attività antropiche in Liguria [la costruzione della linea ferroviaria, l`espansione edilizia ed il crescente turismo balneare], hanno profondamente trasformato gli arenili ed impoverito la flora tipica, portando sull`orlo d`estinzione locale alcune piante rappresentative, quali

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Pancratium maritimum, Cokile maritima, Salsola kali, Chritmum maritimum, Glaucium flavum, Labularia maritima, Lagurus ovatus e Asphodelus fistolosus.

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Tra le specie in questione, infatti, alcune si ritrovano ormai solamente in uno o pochi siti della Provincia di Savona conservando, quindi, un valore ambientale importantissimo a livello regionale e nazionale. Molto particolare ed inusuale risulta il gruppo di lavoro coinvolto: la Provincia di Savona, che si propone come ente promotore, l`Università degli Studi di Genova ed il C.R.A – Unità di ricerca per la Floricoltura e le Specie Ornamentali di Sanremo (IM), quale supporto scientifico e didattico, il Vivaio della Comunità Montana Ingauna e le G.E.V. [Guardie Ecologiche Volontarie], responsabili dell`ambientamento delle piante e una ventina di stabilimenti balneari della Provincia di Savona afferenti all’Associazione Provinciale Bagni Marittimi.

L`idea è stata  quella di raccogliere semi o prelevare piccole talee  di queste piante e di propagarle sia “in vivo” (serra) sia “in vitro” (laboratorio) secondo le loro particolari esigenze colturali. Una volta che si sono ottenuti parecchi nuovi individui per ciascuna specie presa in considerazione, questi sono stati messi a dimora prima della stagione estiva presso gli stabilimenti balneari. Le spiagge quindi sono state abbellite da aiuole contenenti queste piante generalmente  sconosciute; i bagnanti ed i turisti ospiti hanno potuto apprezzarle e vederle da vicino e conoscerle meglio grazie anche ai pannelli divulgativi.

È risultata un`iniziativa innovativa originale, unica nel suo genere, dove i responsabili stessi dell`alterazione di un ambiente, ne promuovono il recupero, traendone un vantaggio di immagine nei riguardi dei propri clienti che imparano a conoscere ed apprezzare le peculiarità di un luogo  che non è di solo divertimento estivo, ma uno dei tanti tasselli che rendono ricca la diversità vegetale di un territorio, garantendo così una nuova fonte di individui e quindi di nuovi semi nel loro specifico habitat originario e facilitando in tal modo il naturale inserimento della specie.

Non tutte le specie prese in considerazione sono rarissime, ma si effettua una scelta di piante che potessero essere esteticamente valide per accontentare gli utenti del progetto (stabilimenti e bagnanti): sono state scelte tra quelle rarissime per la regione, il “giglio di spiaggia” [Pancratium maritimum] e altre meno frequenti [Lagurus ovatus], inoltre sono state individuate altre che garantissero una prolungata fioritura estiva [Loburaria maritima e Cokile maritima] o che avessero fiori molto vistosi [Glaucium flavum]. Di seguito si riporta una breve descrizione botanica ed alcune curiosità di queste psammofile.

CRITHMUM MARITIMUM

[fam. Umbelliferae], conosciuto anche come “Critmo o Finocchio di mare”.

È una pianta perenne e glabra (senza peluria), alta 10 – 15 cm, con fusto flessuoso. Presenta foglie carnose e lucide, di colore verde intenso. I fiori sono molto piccoli, poco vistosi di colore bianco-verdognolo e sono raccolti in ombrelle composte da 10-20 raggi, ornate da un involucro a battee lanceolate e riflesse. La fioritura è principalmente estiva, ma da luglio si può protrarre fino ad ottobre. principalmente estiva, ma da luglio si può potrarre fino ad ottobre.

Il Critmo forma associazioni proprie (Critmeti), in consorzio con altre piante rupicole e alofite, in particolare con gli statici. Il suo areale tipico è rappresentato dai litoranei mediterranei. Le rupi a mare esposte agli spruzzi delle onde e alla salsedine sono  e stazioni preferite dal Finocchio di mare. In altri tempi la pianta era usata per ricavarne la soda; le foglie, di sapore un po`salato e aromatico, vengono talora preparate sott`aceto per condimento.

CAKILE MARITIMA [fam. Cruciferae]

nota come “Ruchetta di mare”.
È tra le piante di spiaggia quella con alto impatto ornamentale grazie al delicato colore ed intenso profumo dei suoi fiori. È una pianta annua, erbacea, a fusti prostato-ascendenti, alta da 10 a 40 cm e labra, con foglie irregolarmente divise e lobate a segmenti interi o dentati. Fiorisce quasi tutto l`anno, dai messi invernali e primaverili sino alla più tardi estate ed è caratterizzata da inflorescenze terminali con fiori rosa o lilla.
I frutti sono delle silique.
La sua distribuzione tipicamente circummediterranea. È una psammofila e alofita facoltativa che vive frequentemente sui litorali sabbiosi e

e arenosi sino alla linea di battigia, formando caratteristiche associazioni (Cokiletum). Questa pianta è abbastanza diffusa sul litorale ligure. I suoi frutti sono facilmente trasportati dai venti garantendone la presena in molti ambienti sabbiosi della nostra regione. Al gusto, tutta la pianta ha un sapore piccante.

GLAUCIUM FLAVUM CRANTZ [fam. Papaveraceae] ”Papavero delle sabbie” o “Papavero cornuto”.

È una specie litoranea caratterizzata da una delicata peluria che ricopre fusti e foglie. Raggiunge l`altezza di 30–50 cm. Fiorisce da primavera a estate inoltrata con appariscenti e grandi fiori solitari terminali, di 5–6 cm di diametro, a quattro petali di un bel colore giallo-oro, talora volgenti all`arancione; i 2 sepali sono pelosi e presto caduchi.

Non meno vistoso e curioso è il frutto: una capsula sub cilindrica liscia, un po`arcuata e lunga da 15 a 20-2 cm, donde il nome vogare di papavero cornuto. È una pianta psammofila e alofila che predilige litorali asciutti, insediandosi nelle sabbie, tra le dune. Il papavero delle sabbie, da sempre è presente nelle coste liguri ma oggi si rinvengono piccole popolazioni significative nella Provincia di Savona. In medicina popolare veniva utilizzato l latice del papavero delle sabbie per la cura di ferite, avendo questo proprietà antisettiche, cicatrizzanti ed epiltelizzanti.

LAGURUS OVATUS [fam. Gramineae] ”Coda di lepre” o “Piumino”.

È un`erba annuale, alta fino a 50 cm. È una specie con impatto ornamentale che si trova sugli arenili litoranei delle nostre coste; caratteristica è la sua densa inflorescenza a pannocchia, di forma ovata (da cui il nome), leggerissima e di colore bianco-candido, sericea e morbida al tatto per le lunghe e finissime creste piumose dei suoi numerosissimi fiori.

Fiorisce da maggio a luglio. I “Piumini” delle inflorescenze sono lungamente persistenti, così che vengono spesso raccolti e utilizzati, sia freschi che seccati, per lavori di decorazione floreali e questo è il motivo principale però per cui le popolazioni di queste specie sono state intensamente depauperate

SALSOLA KALI L. [fam. Chenopodiaceae]

È una pianta annuale, molto poliforma nel suo aspetto. Presenta rami distesi, ascendenti o eretti e un portamento scomposto. I fusti sono di colore verde tendente al giallognolo, rivestiti generalmente da una soffice peluria. Le foglie sono carnose e spinose all`apice. Non ha una fioritura appariscente possedendo piccoli fiori insignificanti circondati da brattee spinose. Il frutto è alato per favorirne al massimo la diffusione.

 

ASPHODELUS FISTULOLUS L. [Liliaceae] È una pianta molto robusta e abbastanza rustica, generalmente glabra. Il suo apparato radicale è molto fibroso e ben si affossa nelle sabbie. Sia i fusti sia le foglie sono cave al loro interno. I fiori sono di colore bianco perlaceo hanno 6 tepali petaloidi che presentano una caratteristica venatura centrale marrone o rosa intenso. Questi sono portati separatamente su steli ramificati.

 PANCRATIUM MARITIMUM L. [immagine inizio relazione]

[fam. Amaryllidaceae] “Giglio di mare”

È sena dubbio, tra le piante dei litorali sabbiosi mediterranei quella che riveste un posto d’onore dal punto di vista estetico-ornamentale. Nella calda estate, schiude alle brezze marine i suoi grandi fiori bianchi e profumati. È dotata di un grosso bulbo da cui emergono le foglie glauche e grandi inflorescenze ad ombrello, che porta da 3 a 10 bellissimi fiori.

Ogni fiore consta di un perigonio, lungo da 5 a 8 cm, la cui porzione inferiore, tubulosa e di colore verde, si prolunga e si divide in sei lacinie lanceolate bianche e segnate da una stria mediana verdognola. La pianta preferisce spiagge sabbiose molto profonde e tollera molto bene la presenza del sale marino essendo rivestita da cere protettive che la isolano dall`ambiente esterno.

Il giglio di mare un tempo era ben noto sulle coste liguri. Nella Riviera di Ponente e in alcune località della Riviera di Levante, si trovano ancora anziani che ricordano le abbondanti fioriture di questi “gigli” tra le barche e le reti dei pescatori, così come sono documentate, nell`immediato dopoguerra, le raccolte di questi fiori sulla spiaggia di Spotorno, che, per tale motivo, veniva chiamata la “Città dei gigli” nella prima metà del secolo.

Pancratium Maritimum è specie esclusivamente arenicola e contribuisce a fissare le dune: il bulbo, infatti, può essere trovato anche ad una profondità di 80 cm, avendo radici retrattili che garantiscono un accurato infossamento. Nei semi è presente un`elevata quantità di parenchima aerifero che circonda e protegge l`embrione con la funzione di permettere il galleggiamento dei semi stessi, facilitandone la dispersione lungo le spiagge.

[B]Un fiore di spiaggia – Piano per la conservazione in situ di specie vegetali rare o in pericolo in habitat costieri nel territorio della Provincia di Savona

Con il presente piano, si vuole individuare altre specie vegetali, non necessariamente ed esclusivamente psammofile, che manifestano anch`esse però particolari difficoltà di sopravvivenza.

Lo scopo è quello di intervenire su quelle specie endemiche o rare per la Liguria, di potenziarle con specifiche attività di conservazione atte ad aumentarne il numero degli individui e a preservarne il patrimonio genetico che le caratterizza. Nella prima fase di realizzazione del piano, sono state individuate le aree più idonee al prelievo del materiale di base per la propagazione delle specie e sono stati considerati alcuni habitat tipici quali la scogliera dei Piani d`Invrea, Punta Predani a Bergeggi [SIC n° IT1323202] dove la vegetazione è resa originale dalla presenza di specie ormai uniche del Tirreno Settentrionale [Thymelaea hirsuta] ed endemiche [Limonium cordatum e Campula sabatia], Capo Noli [SIC n° IT1323202] e foce del Torrente Merula di Andora. In generale, tali habitat presentavano storicamente particolarità floristiche uniche per la regione mentre oggi si assiste ad un drastico calo demografico. Sono in fase di studio, censimento, propagazione Anthyllis barba-jovis [cespuglio costiero presente nel Mediterraneo occidentale], Eryngium maritimum [pianta erbacea di margine di arenile, un tempo presente in alcune località della regione tra cui Andora e Varazze, ma oggi limitata alla sola località di Sestri Levante in una posizione non naturale], Thymelaea hirsuta [cespuglio diffuso in tutto il Mediterraneo che ha in Liguria una sola popolazione a Bergeggi e rappresentata da una piccola popolazione in costante declino costituita oggi da soli 30 individui], Ferula maritima [pianta erbacea che si trova in un`unica località presso Bergeggi], Limonium cordatum [suffrutrice endemico della Liguria e della Provenza], Convolvulus sabatius [pianta erbacea endemica presente solo a Capo Noli], Campanula sabatia [pianta erbacea endemica della Liguria].

Pancratium matitimum [in blù] piante presenti su arenili di levante interessati dal  passaggio fognatura Thymelaea hirsuta [in rosso] piante presenti fra Punta Predani e Capo Noli

Presenza delle specie in prossimità del percorso

A livello di habitat l’ambiente della spiaggia emersa, può essere differenziato, in funzione della presenza della vegetazione, in tre fasce. La prima, compresa tra la linea di bassa marea e la linea ove giungono le mareggiate ordinarie rappresenta una “zona afitoica” ossia priva di vegetazione, a causa dell’elevato dinamismo idrico e sedimentario che non consente la colonizzazione a nessuna specie, anche annuale. La seconda fascia è compresa tra la linea delle mareggiate ordinarie e quella degli eventi sedimenti movimentati dal moto ondoso); in questo ambiente può affermarsi una flora psammofila e alofila di tipo pioniero, adattata cioè a colonizzare ambienti difficili e periodicamente perturbati (in questo caso dall’azione modellatrice delle mareggiate più intense); in questa situazione lo stadio pioniero della colonizzazione è per così dire permanente in quanto l’evoluzione vegetazionale viene ciclicamente “ringiovanita” se non azzerata; in condizioni di maggiore stabilità (ad esempio nel caso di una spiaggia in accrescimento) la vegetazione pioniera può stabilizzarsi e contribuire alla formazione degli apparati dunali. La terza fascia è costituita dagli apparati delle dune costiere, formazioni di sabbie movimentate prevalentemente dal vento e consolidate e stabilizzate progressivamente dalla vegetazione: le dune litorali possono formare parecchie serie più o meno parallele, separate da vallette, ove possono formarsi stagni o laghi costieri con acque più o meno salmastre, secondo i rapporti che hanno col mare e con le fonti di acqua dolce; per questo complessità morfologica ed ecologica rappresentano un habitat di particolare interesse ai fini della conservazione della biodiversità.

La successione ecologica delle dune può evolvere verso situazioni vegetazionalmente sempre più strutturate fino a formazioni arbustive e arboree.
Sotto il profilo botanico tale successione di ambienti può essere schematizzata e meglio specificata, dal punto di vista vegetazionale e floristico, come segue:

 

fascia

Tipo vegetazione

Principali specie

a

a battigia e fascia afitoica priva di vegetazione

nessuna

b

fascia discontinua di piante annuali nitro-alofile appartenenti alla classe Cakiletea maritimae

Cakile maritima, Euphorbia peplis, Salsola kali, Salsola soda, Poligonum maritimum, Xantium italicum

c

fascia di piante pioniere e stabilizzatrici, della associazione Agropyretum

mediterraneum

Agropyrum junceum, Euphorbia paralias,

Calystegia soldanella, Sporobolus pungens,

Otanthus maritimus, Pancratium maritimum

d

fascia di piante stabilizzatrici ed edificatrici

dell’associazione Ammophiletum arundinaceae

Ammophila litoralis, Medicago marina, Anthemis maritima, Echinophora spinosa, Eryngium maritimum

e

fascia di retroduna con specie fissatrici

Crucianella maritima, Helychrisum stoechas,

Matthiola sinuata, Teucrium polium, Ephedra

distachya, Centaurea sphaerocephala, Ononis

variegata

f

fascia di interduna costituita da piante igrofile

scirpi, giunchi, canne

g

fascia arboreo arbustiva

fascia arboreo arbustiva e pini mediterranei

            Tabella 1.1 Fasce vegetazionali

Tali ambienti naturali sono particolarmente vulnerabili rispetto agli usi antropici della costa e sono stati inclusi fra gli habitat meritevoli di salvaguardia nella direttiva comunitaria 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.
In particolare nel territorio ligure l’applicazione della direttiva ha portato al censimento dei seguenti habitat:

 

Codice

Habitat

Descrizione

Specie guida

1210

Vegetazione annua delle linee di deposito

marine

Cakile marittima, Beta vulgaris, Salsola kali, Atriplex ssp., Polygonum maritimum, P. robertii, Euphorbia peplis, Elymus repens, Glaucium flavum, Euphorbia paralias, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa

1220

Vegetazione perenne dei banchi ghiaiosi

Crithmum maritimum, Glaucium flavum, Beta vulgaris ssp. maritima, Silene ssp. , Senecio cineraria.

1310

Vegetazione pioniera a Salicornia e altre

specie annuali delle zone fangose e

sabbiose

Sagina maritima, Plantago coronopus, Salsola kali, Desmazeria marina, Hordeum marinum, Spergularia sp., Chenopodium spp.

2110

Dune mobili embrionali

Elymus farctus, Sporobolus pungens, Echinophora spinosa, Euphorbia peplis, Medicago marina, Eryngium maritimum, Pancratium maritimum, Ammophila arenaria, Solidago litoralis, Otanthus maritima, Centaurea subciliata

2120

Dune mobili del cordone litorale con

presenza di Ammophila arenaria

Elymus farctus, Sporobolus pungens, Echinophora spinosa, Euphorbia peplis, Medicago marina, Eryngium maritimum, Pancratium maritimum, Ammophila arenaria, Solidago litoralis, Otanthus

maritima, Centaurea subciliata

2270

Dune con foreste di Pinus pinea Pinus pinea

Pinus pinea, Quercus ilex, Pistacia lentiscus, Juniperus oxycedrus, Periploca angustifolia

           Tabella 1.2 habitat rete Natura 2000
 La costa ligure, caratterizzata in genere da spiagge di scarsa ampiezza, non ha una particolare vocazione per questo tipo di vegetazione: gli habitat per i quali sussistono in molti siti, almeno in linea teorica, le condizioni idonee sono essenzialmente l’habitat codice 1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine” e l’habitat codice 2110 “Dune mobili embrionali”; quest’ultimo nelle situazioni più favorevoli, può presentare aspetti di transizione con il più complesso habitat 2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria”; per l’habitat 2270 “Dune con foreste di Pinus pinea o Pinus pinaster”, la piana del fiume Magra rappresenta l’unico sito a scala regionale; tale ultimo habitat rappresenta del resto un contesto ormai svincolato dalle dinamiche morfologiche e sedimentarie della spiaggia e non rientra nel campo di applicazione del presenti piano.

’Habitat 1210 comprende le tipologie vegetazionali pioniere di cui ai casi b) e c) del precedente elenco ed è quello più comune sul territorio regionale; gli habitat relativi alle dune comprendono gli aspetti vegetazionale più stabili e strutturanti (casi d), e), f), g)).

Gli habitat 1220 e 1310 rappresentano aspetti particolarmente rari, o addirittura dubitativamente presenti, e comunque legati a pochi siti di limitatissima estensione.

Su di una situazione di partenza non particolarmente favorevole hanno però profondamente inciso le trasformazioni del territorio operate dall’uomo nel corso dell’ultimo secolo: le piane costiere e gli apparati dunali, ove presenti, sono stati ovunque occupati dall’urbanizzazione e dalle infrastrutture; in particolare gli eventi “storici” di trasformazione di maggiore impatto sono stati i seguenti:

– la realizzazione, nel XIX secolo, della linea ferroviaria, che costruita quasi ovunque a filo di costa (direttamente sulle spiagge e sugli apparati dunali) ha di fatto realizzato una improvvisa e definitiva separazione tra ciò che rimaneva “litorale” dall’ambiente retrostante;

– lo sviluppo demografico e urbanistico della costa, avvenuto principalmente nell’ultimo cinquantennio, che ha occupato tutti gli spazi degli antichi ambienti dunali.
Lungo le spiagge la vegetazione psammofila pioniera è infine progressivamente scomparsa a causa del loro pesantissimo sfruttamento ai fini turistico balneari: a tale utilizzo del litorale sono infatti associate attività di manutenzione e occupazione della spiaggia che hanno progressivamente impoverito, spesso fino alla totale estinzione locale, la flora preesistente; fra di esse:

– attività di “pulizia” della spiaggia, intesa come rimozione degli elementi (fra cui le piante)
che sottraggono spazio all’uso balneare

– attività di livellamento e riprofilatura della spiaggia

– attività di vagliatura della spiaggia

– attività di ripascimento della spiaggia

– porto a secco per piccole unità da diporto

Le trasformazioni operate sugli antichi ambienti dunali sono da considerare quasi ovunque irreversibili in quanto non è ipotizzabile cambiare destinazioni d’uso ad ampie aree di territorio ormai consolidate dal punto di vista urbano e infrastrutturale; parimenti non risulta praticabile sottrarre allo sfruttamento turistico una tipologia di territorio, le spiagge, che rappresenta per la regione una delle principali risorse dell’offerta turistica.

Descrizione Degli Interventi progetto COREM

Recupero naturalistico di habitat litoranei compromessi

Spiaggia di NOLI [Area 3]

Caratterizzazione ecologica

Tratto di spiaggia sabbiosa di proprietà comunale lasciata a spiaggia libera. Sono presente tracce di passate infrastrutture balneari oggi rimaste solo nelle fondamenta che non portano particolari impatti ma che andrebbero in parte rimossi. I tratti liberi qui studiati sono tre come riportato nelle mappe seguenti. Tutte posseggono un certo interesse naturalistico in particolre quelle con un retro-spiaggia maggiore [località 2 e 3]

Specie prioritarie

Le specie prioritarie presenti nell`area: Pancratiun maritimum e Polygonum natii (Alle. B L.R. 28/2/2009)

Alterazioni e pericoli
contaminazioni antropiche, presenza umana, escrementi di animali, introduzione di specie esotiche da coltivo circostante (Nerium oleander e Ailanthus gladulosa)

Interventi strutturali
Per coprire i basamenti delle vecchie strutture balneari si può riportare sabbia [h=60 cm max] per la creazione dell`habitat 2110

Interventi sugli habitat

In 1210  la presenza di specie cosmopolite e nitrofile tramite eradicazioni mirate per poi mettere a dimora nuovi esemplari di  Cakile marittima, e qualche Pancratium matitimum. Nella duna neo costituita messa a dimora Asphodelus Fistulolus L, Glaucium flavum e Pancratium matitimum.

Interventi sulle specie
le specie da mettere in prima fase a dimora sono Cakile marittima, Asphodelus Fistulolus L, Glaucium flavum e Pancratium matitimum.. La nuova area, però resterebbe un laboratorio aperto nel quale con azioni successive si potrebbero inserire nuove entità rare della Provincia di Savona che vivono in arenile. In sostanza un vivaio naturale all`aperto.

● Presenza delle specie i prossimità del percorso

Oltre al “giglio di mare” PANCRATIUM MARITIMUM L, nei pressi notiamo anche colonie di LOBULARIA MARITIMA [qui sopra, ]

La filigrana comune, o alisso profumato, è una specie steno mediterranea presente jn tutte le regioni dell’Italia centro-meridionale, in Liguria, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Cresce in campi coltivati, muri, terreni rocciosi e sabbiosi, spiagge, dune e macereti, dal livello del mare a 300 m circa. La pianta è ampiamente coltivata a scopo ornamentale per la continua fioritura e il profumo dei fiori e tende spesso a naturalizzarsi, per cui è difficile stabilire l’areale naturale.
È una pianta erbacea perenne con sabbiosi, spiagge, dune e macereti, dal livello del mare a 300 m circa. La pianta è ampiamente coltivata a scopo ornamentale per la continua fioritura e il profumo dei fiori e tende spesso a naturalizzarsi, per cui è difficile stabilire l’areale naturale.
È una pianta erbacea perenne con rami ascendenti, spesso divisi alla base. Ha fogli strette, grigio-verdi, lineari o lanceolate, dalla punta acuminata od ottusa. I fiori sono di colore bianco o rosa pallido e profumano di miele. I semi hanno sapore piccante.
Il nome generico deriva dal latino ‘globulus’ (piccola sfera) per la caratteristica forma della siliquetta; il nome specifico si riferisce alla preferenza per habitat costieri. Forma biologica: camefita suffruticosa/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio scaposa. Periodo di fioritura: gennaio – novembre

Note:

[A]
Da “Regione Lombardia” documentazione diffusa nell`ambito del <<Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: L`Europa investe nelle zone rurali>> – programma di sviluppo rurale 2007-2013 – Direzione Generale Agricoltura –Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia 2007-2013 in applicazione del regolamento Comunità Europea n. 1698 del 2005, art. 43. misura 111 A formazione informazione e diffusione della conoscenza. “Le piante psammofile: aspetti ambientali e potenzialità d`impiego nel settore turistico ambientale”

[B] “Provincia di Savona” – Progetto COREM Recupero naturalistico di habitat litoranei compromessi –Marzo 2013

[C]
Da “Regione Liguria” – Piano Di Tutela Dell’ambiente Marino E Costiero –AMBITO COSTIERO 15Unità fisiografiche Golfo del Tigullio, Baia del Silenzio e Riva TrigosoART. 41 LEGGE REGIONALE N° 20/2006 – Relazione sulla vegetazione delle spiagge (RV) – Settembre 2011

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