Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Un lusso sfrenato ? Parco Monte Bignone viaggio sorpresa: Rai, Mediaset, Imperia Tv. Hotel, ville, ristoranti, bar, antenne favolose


Qui sul monte Bignone, podere della giocosa, gioiosa e canterina Sanremo, la vista sul golfo è un miracolo di colori e fascino. Si sposano architettura, storia, strade lastricate di sudore. E poi ville principesche, hotel 5 stelle lusso, ristoranti e bar da sogno, funivia. Si scopre l’altra Liguria che non vuole apparire, mal sopporta i riflettori, destinati invece ad accendersi. Colpa di Belfagor. Il diavolo dissacrante del lusso, dei ricchi sfondati, peccatori vicini e lontani. Seguitemi nell’esplorazione esclusiva se volete salvarvi dal fuoco eterno. Riflettete sulle straordinarie immagini. In che condizioni disastrose si trovava un secolo fa il paradiso naturale San Romolo-Bignone. Oggi angolo misterioso. L’entroterra che guarda il mare da lontano. Con distacco osserva il sindaco di Sanremo, assessori, consiglieri, funzionari. Si scruta in Provincia, in Regione. Allietano con buone novelle Rai, Mediaset, La 7, Imperia Tv, Telenord. Hanno realizzato – i potenti del piccolo schermo nazionali e liguri – un villaggio faraonico, transennato, ricco di 97 ripetitori – mega antenne in ogni dove.  Nell’ordine e nella legalità antimafia, anticrimine, anti mazzette, anti corruzione. Qui si vede domina lo Stato, le istituzioni legalitarie e democratiche. All’unico ingresso guardiani robusti e per nulla gentili.  Una security professionale, inflessibile. Temono intrusioni, sospettano chiunque sia munito di cellulare, videocamera, cinepresa, macchina fotografica. Impossibile superare la barriera, neppure quando ci travestiamo, da diavolo a padreterno, alla guida di una Ferrari, di una Rolls Royce. I ‘gorilla’ non lasciano neppure varchi oltre la boscaglia dove si ritrovano incuriositi i piccoli cinghiali. I cartelli non sono più quelli dei vecchi tempi: Comune di Sanremo, strada carrozzabile interrotta, vietato il transito, pericolo.  Ma ‘area protetta – vincoli nazionali, regionali, provinciali, comunali, europei’. Sulla vetta, a 1.299 metri di altezza, ecco i resti (senza sacchi di rifiuti dispersi) di un castellaro pre romano, risalenti al V e VI secolo a.C.;  si può ammirare un panorama unico. Sedute le Alpi Liguri, Marittime, le Alpi Italiane, francesi. Nelle giornate limpide (almeno 300 giorni) in bella mostra la Corsica. Tutt’intorno alla vetta il volo di rapaci, aquile reali, biancone, poana, sparviero, gheppio, frinquelli.  Sono protetti dai faggi, abete rosso, acero montano, castagno e pino silvestre. Ci sono i prati, i pascoli.

Siamo nel Granducato delle televisioni. Più in basso scenario mozzafiato: ripetitori alti, altissimi, a decine, sparsi per qualche chilometro quadrato, persino a ridosso delle reggie, tutti muniti di autorizzazioni (9 per la precisione), dopo rigorosissimi sopralluoghi e controlli del Corpo Forestale dello Stato, vigili urbani, Polizia Provinciale, Arpal, Polizia Postale. L’unico segreto che si riesce a svelare: una dolce musica grazie ai sonagli  di capre, becchi, pecore, montoni. Rompono il silenzio devoto e perfetto. Più a valle ancora, sulla provinciale, incontri frequenti con mucche in libera uscita. C’è un’armonia lontana e spirituale, ci sono i profumi degli animali e del bosco. Un tempo i nostri avi percorrevano solo mulattiere, ora è tutto cambiato. Itinerari e percorsi a misura di turista, anzi di miliardari coccolati, top secret.

Non a caso questa straordinaria reggia di Liguria, per mantenere la sua privacy, viene rigorosamente ignorata dai potenti veicoli di comunicazione. Non si parla, si ignora, si dimentica, si tace. Sul Bignone i ‘gran capi ‘ hanno dimore segrete, avvenenti fanciulle rallegrano feste sfarzose. Possenti simboli  di grandezza e potere, le parche parole sono un inno costante al ‘rilancio dell’entroterra’. Lo manifestano con gesta di grande amore, di amicizia, serenità, auguri. Ecco, non è dunque un mistero perchè le guide turistiche fingono di ignorare la montagna sacra sanremese, sorgente di bellezza, ordine, legalità, ingegno umano, perseveranza al bene comune, tutelato, protetto, salvaguardato.

Accade dove vivono big e vip, quassù non hanno accesso i poveri sconsolati. Per gli umili non esiste misericordia di Belfagor.  In questa grande tenuta opulenta, non si conoscono i piccoli piaceri che rallegrano l’anima, felicità minime, che trasformano  qualche ora di relax in vera e propria vacanza. La montagna monte Bignone racconta storiche vie di trasporto e commercio, sviluppo: entusiasmanti escursioni, tra conche alpestri,  impreziosite da vezzosità barocche, sgargianti di dimore pastello. Un grande borgo multiforme, sottratto a chi vorrebbe vedere, sapere, conoscere, amare, gustare. Non ci sono le streghe, ma gelosi custodi di un mondo di beatitudini, capaci di sopravvivere al coraggioso giornalismo d’assalto.

Qui si ritrovano golosoni, godurioni, peccatori indiavolati dalle ricchezze. Si cibano di formaggi d’alpeggio autentico, di frutti con nomi e sapori dimenticati, di pane flagrante appena sfornato. Prediligono erbe selvatiche con cui preparano tisane corroboranti e liquori, pietanze. Gli ospiti si dilettano a guardare le loro tv intigranti. Monte Bignone resta ‘riserva vietata’. Al popolino non far vedere di cosa sono capaci i ‘grandi’ della provincia imperiese, ligure, i ricchi ricchi, l’intellighenzia dura e pura capace di  folgoranti editoriali. Un osanna lungo, profondo, sublime che invade anima e corpo.

E Belfagor, dall’inferno, manda a dire “Beati i telespettatori, i lettori, i navigatori che non vogliono sapere perchè sul Monte Bignone (non) hanno lasciato morire la funivia che un tempo era la più lunga del mondo, (non) hanno reso percorribili con auto le strade, (non) hanno permesso che un patrimonio edilizio diventasse un’estesa di ruderi, (non) hanno autorizzato installazioni di antenne gigantesche, disseminate in (s)pregio a vincoli ambientali ed al buon (dis)gusto, (non) hanno reso praticabile  il percorso che porta  alla deliziosa chiesetta per la gioia del parroco che un tempo restava bloccato con l’auto e doveva essere soccorso. Poteva andare tutto in rovina, abbandonato dagli uomini e da Dio. Invece ecco diavolo, Belfagor,  che odia le ingiustizie e augura in bocca al lupo a tutti i santi matuziani.

Belfagor 

IL VIAGGIO NEL PRINCIPATO DEL MONTE BIGNPONE (SANREMO) DA UN REPORTAGE ESCLUSIVO DI BELFAGOR NEGLI ANNI ’50’. OGGI LE GUARDIE IMPEDISCONO L’ACCESSO AL VILLAGGIO DEI MILIARDARI, TRA ANTENNE, VILLE FARAONICHE, HOTEL DI LUSSO, RISTORANTI E BAR, MUSEI, SALE ESPOSITIVE, ORDINE, PULIZIA E LEGALITA’ 

  

  

  

  

  

  


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Belfagor

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