Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Pieve di Teco, se 7 anni di attesa vi sembrano pochi


Il centro per la raccolta differenziata, al servizio della Valle Arroscia, da realizzare a Pieve di Teco, era già finanziato quando nel 2008 Renzo Brunengo ha lasciato la Comunità Montana. L’ex sindaco, attuale consigliere di opposizione, allarga le braccia: “Una disgrazia che la comunità della valle non merita”. Sbaglia ! Chi amministra Pieve di Teco è stato scelto ed eletto dalla maggioranza dei cittadini. E che dire, allora, della mancata richiesta di finanziamenti per il dissesto idrogeologico ? Vogliamo ‘scherzare’ sulla pelle della gente?

Se gli elettori scelgono di dare fiducia ad un sindaco, ad un gruppo di consiglieri, lo fanno nella speranza o consapevolezza di eleggere i più bravi, meritevoli, galantuomini, capaci. Il giovane sindaco – geometra che ha anche esperienza di Piani regolatori, è stato eletto una prima volta e premiato una seconda. Avrà pure influito il sostegno di alcuni ‘maggiorenti’, di qualche fratello massone, della protezione, giornalisticamente parlando, dell’editore e di un paio di attenti giornalisti di Imperia Tv, il principale organo di informazione dell’entroterra. Una mano lava l’altra. Soprattutto quando c’è di mezzo la pubblicità. Imperia Tv non è di proprietà di un magnate alla Berlusconi che pure con i suoi giornali (vedi Il Giornale) ha picchiato duro e tagliato le redazioni periferiche, affidato ad altri la loro gestione autonoma. Ce ne sono andati di mezzo i posti di lavoro per giornalisti e tecnici. E’ accaduto in molte Regioni d’Italia, a partire dalla Liguria, al Piemonte.  A Pieve di Teco il successo elettorale, dunque, pure propiziato da stampa amica. Nulla di scandaloso, va così non solo in Italia. Il presidente gentiluomo Romano Prodi è stato tra i primi a coniare il detto “i cittadini meritano la classe politica ed amministrativa che scelgono, eleggono”.

La volta scorsa abbia citato il caso della gita organizzata dal vice sindaco, apriti o cielo ! Lesa maestà di qualche cireneo dell’umanità. Manca ancora il sultano capace di risollevare le sorti dei pievesi. Non vogliamo tanto, semmai un po’ più di competenza quando si occupano posti pubblici ! Ha poco da lamentarsi, da stracciarsi le vesti Renzo Brunengo, peraltro una delle isolate voci del dissenso democratico. Uno che attaccherà pure qualche tatzebao di troppo, è tra i pochi a rivolgersi agli organi di informazione. A non chiedere il ‘silenzio stampa’ o benevolenza nel trattare questa o quella notizia. Se un dato di fatto è vero va raccontato e portato a conoscenza dei cittadini, a prescindere da chi giovi o non giovi. Il dissenso è democrazia. Chi ha vissuto il fascismo può testimoniare qualcosa di più in tema di libertà di espressione. In un altro contesto sociale la vicenda della mancata realizzazione del centro per la raccolta differenziata avrebbe scosso i cittadini pievesi, l’opinione pubblica della valle, provocato un confronto ed approfondimento con gli organi di stampa. Invece basta sfogliare l’archivio e tirare le conclusioni, non opinioni. Parlano i fatti che purtroppo sono quelli che danno fastidio. Nel mese di agosto titoloni, nella cronaca imperiese, dopo la diffusione ufficiale dei dati sullo stato della raccolta dei rifiuti. La differenziata.

La provincia di Imperia, un tempo feudo Dc con molti esponenti perbene, poi di Forza Italia, quindi una stagione di rimonta del centro sinistra. Per la differenziata, Imperia, solido fanalino di coda in Liguria, come lo è in molti settori. In compenso per anni ha avuto una Provincia che batteva i record, sempre in Liguria, per numero di dirigenti e stipendi. Per scoprire alla fine che non si hanno neppure i soldi per le strisce di mezzeria sulle provinciali, con un’infinità di problematiche in caso di incidenti, per automobilisti ed assicurazioni.  La provincia di Imperia con il 21,21%,  di differenziata rispetto al 37,29 di La Spezia, al 23 , 31 di Savona.  Con l’annuncio che la Corte dei Conti era pronta a chiedere i danni per il flop.

Pieve di Teco, con 1437 residenti, con 659 ton. di rifiuti prodotti , era a quota 19,7 di raccolta differenziata. Negli ultimi banchi dell’asino si diceva a scuola. Colpa dei cittadini, del senso civico, delle cattive abitudini, o di chi ha il dovere di fare da battistrada, da pungolo, creare le condizioni, le premesse perchè ci si allontani dall’autolesionismo che si ripercuote su tutta la comunità, ad iniziare da chi lavora, produce, fatica, si sacrifica. Vorrebbe appartenere ai cittadini della Comunità Europea del centro e nord Europa.

E che dire di una notizia che meritava la prima pagina dei giornali liguri. A Pieve di Teco il centro dialisi chiuso per carenza di utenti. E’ costato alla casse della Regione oltre 600 mila euro, era stato inaugurato in pompa magna durante l’era del presidente Claudio Burlando. Accadeva sei anni fa e solo un modesto cronista di provincia e montanaro si chiedeva allora se quel denaro fosse ben speso, soprattutto tenendo conto delle prospettive future. L’inaugurazione fu un osanna collettivo e pubblico ludibrio per chi aveva osato farsi delle domande. Dove sono finiti quelli che applaudivano ?  L’associazione dializzati di Imperia che all’epoca tacque, almeno ufficialmente, ora punta l’indice: “ Uno spreco di soldi“. Così riporta Il Secolo XIX.  Il portavoce Aned, Giuseppe Colombo  chiede che i vari enti che hanno sostenuto e portato a termine il progetto Pieve di Teco si assumano le responsabilità del fallimento e porgano riparo ad una vicenda che meriterebbe l’intervento del Gabibbo. Il sindaco Alessandro Alessandri al giornale ha dichiarato: ” Il centro dialisi non è chiuso, ma sospeso per mancanza di utenza, non ci sarà smantellamento. Si potrà utilizzare magari come ambulatorio sanitario turistico estivo e ne parleremo presto con il nuovo governo della Regione e Asl imperiese”. Per ora, sembra, nulla di nuovo.

Tutti tacciano sul fatto che fin dall’inizio la struttura era sovradimensionata, a fronte di potenziali 20 pazienti da trattare, nella realtà la media si è attestata a 4 dializzati, con picchi anche inferiori.  Il giornalista Giorgio Bracco l’ha definita spending review alla rovescia dove invece di accorpare, razionalizzare, si è deciso di decentrare in periferia aumentando i costi dell’assistenza sanitaria pubblica e sottraendo inevitabilmente risorse e personale da altre strutture, settori. Poca soddisfazione per chi può documentare: l’avevamo scritto e siamo stati derisi alla stregua dei qualunquisti. Speriamo di non essere uccelli di male augurio sul disastroso esordio dell’Unione dei Comuni della Valle, anche se ascoltando Imperia Tv e la voce del  potente sindaco Alessandri pare che si stiano raggiungendo soluzioni ottimali sotto una luminosa guida ed intelligente regia. Certamente risse e divisioni non giovano mai, c’è un limite a tutto. Ma all’orizzonte, con queste prerogative, non si intravvede la resurrezione. Non quella celeste.  Per i cittadini sarà un altro motivo di riflessione.

Luciano Corrado


L.Corrado

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