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Liguria e Basso Piemonte

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Andora: meno cemento e più ambiente. Scatta il soccorso all’industriale di Imperia, ora il sindaco riduce oneri di costruzione


La ‘Stampino story’ di Andora tiene banco a suon di comunicati stampa. E’ facile dimenticare il passato, non sono molti coloro che si tengono informati compiutamente del presente. Resta immutato il tema della trasparenza quando sono in ballo interessi pubblici e privati, pur se legittimi. Peccato ci siano i distratti a vita. Non solo, imprenditori che, nel Bel Paese, vogliono investire, produrre posti di lavoro, sano sviluppo e benessere sociale (purchè i soldi siano loro e non maneggi di banche amiche come molte inchieste hanno dimostrato anche in Liguria, a Imperia, a Savona in particolare). Imprenditori che, come spesso raccontano inchieste giudiziarie, devono sottoporsi alle forche caudine della burocrazia e della politica, a volte in attesa di ‘bocconcini’. Riportiamo per completezza di informazione – poco praticata e magari invisa a certi poteri – quanto hanno scritto Marco Preve e Ferruccio Sansa nell’ormai dimenticatissimo ‘Il Partito del Cemento’ diffuso dal giugno 2008. Con interessanti passaggi a Stampino di Andora, di proprietà Isnardi di Imperia.

STRALCI DA IL PARTITO DEL CEMENTO –  capitolo Il Silenzio per Andora….

“Andora non è certo una  delle cosiddette  perle della Riviera ( ci si consentita una notiziola, positiva per residenti e turisti, la città è l’unico centro della Riviera Ligure done non esistono parcheggi pubblici a pagamento ndr). Eppure il paese, adagiato su una delle rare piane costiere della Liguria,  a pochi chilometri da Alassio e da Cervo,  nonostante la selvaggia speculazione degli anni  Settanta (leggi a fondo articolo la lista dei sindaci ndr…), conserva ancora un belissimo polmone verde ai confini dell’abitato: la tenuta  di Stampino.  Diversi ettari di bosco di proprietà della famiglia Isnardi di Imperia,  imprenditori oleari imparentati con gli Scajola e presenti nelle grandi operazioni immobiliari della loro provincia.  E adesso anche in quelle savonesi. Perchè la recente approvazione del Puc di Andora (sindaco Franco Floris ndr), oltre che la costruzione di una torre a ridosso della passeggiata a a – circondata dall’immancabile parco verde –  prevede anche una serie di interventi nella tenuta. Alcuni volumi erano già previsti da un precedente strumento urbanistiuco. Ma il recente piano ne introduce altri nuovi di zecca. Tra  gli ambientalisti, solo il Wwf ha provato a richiamare l’attenzione  rifacendosi anche alla Soprintendenza  regionale che, nel dossier di criticità del 2007 aveva scritto: ” Andora. Nuovo villaggio sulla testata di promontorio, circa 15 mila mc, previsione contemplata nel Puc in sede di valutazione progetto definitivo”.

Qui avevamo questa collina, un milione 200 mila metri quadrati”, spiega il sindaco Franco Floris, nella foto, centro sinistra.  “Il vecchio Isnardi la usava come tenuta di caccia, ci invitava  gli amici, beato lui, e ci aveva messo piante di pregio. Ma oggi c’è bisogno di manutenzione e loro ciu hanno detto non ce la fanno con le spese“. Gli Isnardi ? Fatturati milionari, interessi industriali, immobiliari,  consiglieri di Carige?  “Io non posso mica fare i conti in tasca a nessuno – rispose il sindaco – io ho un interesse politico a salvaguardare la collina . Così abbiamo fatto uno studio e trovato una soluzione che consente di reperire i soldi per il mantenimento, che trasforma la quasi totalità dell’area in parco pubblico, seppur con un biglietto d’ingresso, con percorsi per biciclette e laghetti, punti di sosta, aree per bimbi, un trenino elettrico. Loro, gli Isnardi, potranno trasformare la casa padronale solo in albergo, con parco,  e guardi che avrebbero potuto farne un residence se avessero voluto. Inoltre, sarà loro permesso di realizzare un villaggio turistico, che però era previsto dal precedente piano e poi potranno costruire, questa sì è la cosa nuova,  un borgo chge dovrà però riprendere le caratteristiche di quello storico di Andora, con case di pietra e stradine”.

Non è finita. Sant’Abuso, il patrono della Riviera, è in agguato. “ Visto con con il governo Berlusconi sono stati condonati dei caseggiati, abbiamo pensato che possono essere trasformati in cantine di degustazione, sa, gli Isnardi nella tenuta ci fanno il vino, proprio il loro vino”.

In due altri passaggi un cenno agli Isnardi – Scajola e non è certo un delitto essere congiunti, se il figlio di Alessandro Scajola, Marco nipote prediletto di Claudio Scajola, ha sposato la figlia di Pietro Isnardi . Il libro a pagina  61….” Alla sorprendente iniziativa di Burlando – tra i citati il luogotenente assessore all’Urbanistica regionale Carlo Ruggeri – di non dichiarare guerra alla destra, c’è il plauso di  Claudio Scajola che di Carige se ne intende visto che nel Cda della banca ha suo fratello Alessandro e l’immancabile consuocero di lui, Pietro Isnardi, più altri amici come Marco Simeon e l’ex sindaco di Sanremo Giovenale Bottino. Quanto è piccola la Liguria: sempre le solite facce, gli stessi nomi”. Gli Scajola appunto, ora anche con l’assessore regionale all’Urbanistica, Marco, già consigliere e ,membro di giunta a Imperia, poi la gavetta in regionale all’opposizione del Burlando bis.

Infine ancora un cenno al ‘regno di Claudio Scajola che avrà fatto pure bene a consigliare Marvco a chiedere sommessamente al neo presidente berlusconiano di ferro, Giovanni Toti, ligure d’adozione, di caricarsi la croce  dell’urbanistica. Chi l’ha portato si è quasi sempre distinto, peccato per l’inflazione di smemorati. Ecco cosa scrivono i giornalisti Preve (la Repubblica) e Sansa (ora Il Fatto Quotidiano) dopo l’esperienza al Secolo XIX, Il Messaggero,  la Repubblica, La Stampa. “Il porto di Imperia….Bellavista Caltagirone, Beatrice Cozzi Parodi,  Riccardo Guatelli, Emilio Mancinelli e soprattutto  Pietro Isnardi consuocero di Alessandro Scajola, i due siedono entrambi nel consiglio di amministrazione del gruppo bancario Carige…”. Sono i tempi, dichiarati successivamente galeotti degli affari tra (San) Berneschi e Bellavista Caltagirone, 35 milioni di euro  che gli ispettori di Bankitalia  hanno segnalato alla Procura della Repubblica. Cosette da nulla, visto anche l’alternarsi di clamorose assoluzione giudiziarie, verità processuali dunque.

1960 1975 Walter Momigliano Sindaco
1975 1980 Francesco Bruno Democrazia Cristiana Sindaco
1980 1985 Francesco Bruno Democrazia Cristiana Sindaco
1985 1990 Francesco Bruno Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1995 Francesco Bruno Democrazia Cristiana Sindaco
1995 1999 Pierluigi Pesenti Sindaco
1999 2004 Pierluigi Pesenti Partito Democratico della Sinistra Sindaco
2004 2009 Franco Floris Lista civica di Centro-sinistra “Vivi Andora” Sindaco
2009 2014 Franco Floris Lista civica di Centro-sinistra “Vivi Andora” Sindaco
2014 in carica Mauro Demichelis Lista civica di Centro-destra “Andora Più” Sindaco

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