Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I magnifici frenatori di Savona: fanatici o redentori


Ora l’antibitume è a quota 10 mila firme, equiparando la memorabile anti- Margonara story. Sono tornati all’opera i magnifici frenatori?Contro i ras di ‘bitume selvaggio’, cemento Crescent, volumi Solimano, carbone ‘assassino’ a Vado L. e Cairo – San Giuseppe; anni fa lo gridava un medico e lo riportava un solitario cronista, entrambi finiti emarginati dai più. I magnifici ‘sognatori’ rifiutano inceneritore, piattaforma, ‘vecchie’ autostrade (Albenga – Garessio – Cuneo, Borghetto S. Spirito – Predosa) di cui si blatera da tempo. La ‘guerra di colti guerrieri’ si combatte a Savona e nel comprensorio, all’insegna dello ‘sviluppo (in)sostenibile’, mancati investimenti privati e pubblici, posti di lavoro persi, disoccupazione galoppante, occasioni sfumate per giovani laureati e diplomati condannati alla migrazione forzata. Il gota del potere bancario, editoriale tacciono, invece, per 300-400 mila auto usate (Euro 2-3-4) già imbarcate a Savona e destinate alla martoriata Libia ad opera di ‘spedizionieri’ arabi operanti in Germania. Qui si troverebbe il tesoro del ‘re degli schiavisti’, l’etiope Ermias Ghermay. E poi da 6-7 anni prospera il traffico ‘spazzatura europea’ utilizzando vecchi traghetti che la Capitaneria blocca, puntuali ripartono.

Un maledetto o benedetto silenzio ? Non sarebbe difficile scoprire le motivazioni o le distrazioni. C’è chi ricorda quando si ‘movimentava’, sulle panchine savonesi , il pastello di piombo Acna, i veleni  targati Stoppani, il rottame di ferro della Russia, il caolino per le ceramiche. Partenza dai moli  terminali delle ‘rinfuse’ verso le Albissole. E le ‘schede di rischio’? Veritiere, falsate, ‘aggiustate’ ? Chi controlla i controllori ? Quale sorte hanno avuto le inchieste ? Siamo arrivati agli anni delle auto, della cellulosa con tanta ‘bella’ polvere. Le maschere, consegnate, vengono utilizzate di rado per via della scarsa aerazione nelle vecchie stive. Il mitico sindacato rosso è stato spazzato via soprattutto dalla sfiducia crescente. Dai saltimbanco. La Compagnia ‘camalli’, dopo aver dettato legge negli anni d’oro (si poteva guadagnare fino 4- 5 milioni di lire al mese in busta paga) con 10 /15 giorni lavorati. Oggi si è passati dai ‘signori in porto‘ alla vacche magre. I più fortunati guadagnano 2 mila €. Non si sa quando arriva la chiamata al lavoro, l’annuncio è via sms. Prima era obbligatoria la presenza in porto, con tre diversi orari, ad intervalli: 8-14-18.  Ricordi da raccontare, come il ‘salario garantito’. Si lavorava in squadre di 15 quando bastavano la metà. Ora a volte impegnano due operatori dove ce ne vorrebbe almeno il doppio. E’ vero, non si arriva a casa, in famiglia, stanchi e morti, fradici di sudore, basta spalloni forzuti. Ma non è rimasto quasi nulla della ‘fortezza ‘, serbatoio formidabile di voti per compagni vecchio e nuovo stampo, idealisti ed arrivisti, cacciatori di poltrone meglio se in enti pubblici. La compagnia, già Srl, società satellite, era potenza, a Savona e nel comprensorio, in Regione, poteva contare su un peso politico formidabile. Con la ‘liberalizzazione del lavoro sulle banchine’, la cancellazione dell’esclusiva, sono rimasti 200 circa della Compagnia che alla fin fine, conti fatti, costano meno di altri dipendenti.

Può così accadere che il chiacchierato e contestato progetto ‘deposito di bitume‘, i portuali savonesi l’abbiano appreso  solo dai giornali. Non trapela più nulla dalle ‘fortezze’ dell’Authority e della ‘Rebagliati’. Non sono più loro gli interlocutori che contano. Ci sono altri ‘livelli’ di alleanze.

I ‘portuali’ sono rimasti testimoni neppure scomodi: movimentano, per l’imbarco, destinazione la comunista- capitalista Cina, un migliaio di Maserati la settimana, auto di alto segmento, da ‘sogno’ per un comune mortale del Bel Paese. Stesso destino per le 2 mila Alfa Romeo dirette in Giappone. Piccola curiosità, in questo caso opera una squadra di giovani con la mansione di accendere ‘il motore’ per evitare che, prima dell’arrivo a destinazione, la batteria vada in tilt. Storie di vita quotidiana nello scalo marittimo, seconda o prima fonte  economica (dipendenti e fatturato) della provincia di Savona, insieme all’Usl.

Il porto di Savona – Vado, tra i pochi enti che ha saputo fare investimenti. Dicono che abbia la fortuna di non essere uno dei carrozzoni delle municipalizzate.

Si è arrivati alla ‘scossa’ del bitume, dopo aver superato un altro progetto.  Chi ricorda che il leader mondiale nella trasformazione dell’acciaio, gruppo siderurgico Marcegaglia (Emma, prima donna presidente di Confindustria), voleva insediarsi nella Ferrania, con operatività su un’area del porto di Savona ?

Si sono perse dagli anni ’70 in poi decine di industrie private e pubbliche (quelle sane e quella malate da mala gestione, le inquinanti e le ‘pulite’) per far posto, con qualche eccezione, al lucroso mercato immobiliare. Fumo negli occhi per i ‘movimentisti’ – verdi.

Il turismo alberghiero, soprattutto in Riviera, ha dovuto soccombere alle brame di immobiliaristi, gran esperti (in stragrande maggioranza) di evasione -elusione fiscale, lubrificazione di apparati e burocrazia comunale, provinciale, regionale e statale. I proprietari  degli immobili erano stanchi, del resto, di ‘fare gli albergatori’ per la gloria. E chi per capacità non ci rimetteva, doveva e deve accontentarsi di margini di guadagno risicati, degli annunci spot del politico, più o meno boss, di turno, in sella ad un potere  spesso opprimente sia a destra, sia a sinistra, e di ‘mangioni’.

Ed eccoci giunti alle madre delle ultime battaglie in ordine di tempo, a proposito di bitume sì, bitume no. Savona si è liberata della Tirreno Power  (killer ?). Per altri sono stati abili i ‘manovratori’ TP a liberarsi del fardello. Il tam tam fischiava da tempo, era giunto alle orecchie di influenti maestri venerabili poco chiacchieroni e a ‘muratori’ di rango. L’inchiesta della magistratura, doverosa e coraggiosa, è stata come il cacio sui maccheroni.  L’ultimo capitolo resta una  misteriosa scommessa. Ma sarà il bis, il tris della Acna story,  la famigerata ‘fabbrica della morte’? Tutti assolti, dopo sei gradi di giudizio. L’elenco istruttivo, almeno per gli storici di maxi processi ambientali potrebbe proseguire, con altri colpi di spugna, lungo il percorso giudiziario.

Chi ha fatto o continua a fare danni al tessuto socio economico? I ‘frenatori’ ideologizzati, strumentalizzati ? I progetti prima sbandierati, quindi bocciati, rimandati, sospesi. Gli elettori, alle soglie del terzo secolo, premiano i partiti del ‘no’ e del ‘boia chi molla’ ? Quanto durerà la stella nascente dei 5 Stelle e la resurrezione leghista in salsa salviniana ? qualora andassero loro al governo locale e nazionale.

Il combattente parroco genovese, don Paolo Farinella, ha scritto di recente su la Repubblica – Liguria: ” Le masse (liguri inclusi ndr) sono inaffidabili  perchè senza memoria alcuna dimenticano che se l’Italia si trova in una situazione drammatica, lo deve proprio alla Lega che negli ultimi 20 anni ha governato per 11 (51,6%), facendo leggi  aberranti che hanno aggravato la situazione (legalità e mafie incluse ndr) invece di risolverla. La Lega di Salvini è la stessa (almeno alcuni dei suoi vertici ndr) che investiva in diamanti della Tanzania, comprava lauree false per i figli di Bossi, finanziava la scuola della moglie del Senatur sperperando denaro pubblico esattamente come gli altri, alla faccia di Roma Ladrona”. Poteva contare su buoni e riservati amici nel porto di Savona.

Buon ultimo chi sono e saranno i cementificatori – benefattori di Savona se persino Massimiliano Fuksas sosteneva che “La Torre alla Margonara (Savona-Abissola) è un ‘progetto che rispetta l’ambiente e si concilia col territorio’. Non ho mai lavorato per i grandi speculatori, ovvero Ligresti, Zunino…” Se Carlo Freccero, peso massimo del pensiero comunista e della Tv, nemico dichiarato del giornalismo asservito al potere, è sfilato da maratoneta nella città della Torretta con la mascherina bianca antigas, per ‘urlare’ in silenzio lo sdegno, la nuova minaccia alla salute dei cittadini. Non importa fosse assente un altro pezzo da novanta del piccolo schermo, Fabio Fazio (c’era Tatti Sanguinetti). E il vescovo Vittorio Lupi, imperiese di Ceriana,  si sia tenuto alla larga. Abbronzatissimo, non ha esortato il suo clero a far sentire la sua voce in ‘vicende terrene’. Del resto 10 mila (firme) non è la maggioranza dei savonesi.

I big savonesi Carlo Freccero e Tatti Sanguinetti alla marcia ‘no al bitume in porto’ (Foto blog Ninin)
Livio Di Tullio, dal sindacato a Palazzo Sisto, alla festa di Liberazione comunista nel 2008

Chi non ricorda l’architetto Marco Melgrati, già sindaco  votatissimo nella Baia del Sole e per un periodo da capogruppo Pdl – Forza Italia in Regione, esclamare: “Hanno bocciato il progetto della Margonara con motivazioni strumentali e figlie di una politica  di stampo comunista, ostaggio di ambientalisti radicali, ma sempre affascinati da poltrone quando arrivano al potere. Sono i veri ostacoli allo sviluppo della Liguria e della sua economia”. Il già potente dell’ ‘Authority, ex senatore leghista Rino Canavese, capace di assicurare ‘eccellenze’nello staff dirigenziale dell’ente porto Savona – Vado,  ora alla corte di ‘ re Gavio ‘, ricordava a proposito della bocciatura della Margonara: Il futuro lo vedremo…per proporre i suoi progetti, il primo e quest’ultimo, la Società Porticciolo Savona Albissola ha vinto una gara con evidenza pubblica. Quindi potrebbero chiedere i danni”. Silvio Rossi  che ricopriva la carica di manager director Rossamare International  ed ex Consigliere V Circoscrizione- LEGA NORD, incalzava: “L’opportunità Margonara può tradursi in 50 megayachts da 50 metri , considerando che ognuno ha 10 persone d’equipaggio sono 500 posti di lavoro; le altre 500 imbarcazioni di dimensioni minori con una media di 3 persone ad equipaggio rappresentano altri 1500 posti di lavoro. Le strutture del porto, i negozi, l’albergo e tutto ciò che verrà sono altri 500 posti e siamo a 2500. Il numero può raddoppiare considerato l’ulteriore indotto legato al fatto che tutta questa gente dovrà anche vivere a contatto con la città. Cosa offrono gli oppositori al progetto ad una città sempre più vecchia, sempre più assistita dai pensionati e da soldi dello Stato”. Poteva aggiungere  dai talenti nella ‘scienza delle poltrone’ che accompagna da decenni alcuni premiati e affermati sindacalisti di sinistra e di centro.

E il dr. Luciano Pasquale ? Proprio lui che  il 13 luglio 2014 nella pagina ‘economia e giustizia‘ di la Repubblica (edizione Liguria) si ‘guadagnava’ il titolone: ‘Carisa, il tramonto di Pasquale. Il collezionista di incarichi  giunto al capolinea’.  E ancora: “Il presidente della controllata di Carige nel mirino del nuovo management era stato a lungo contemporaneamente direttore degli industriali savonesi e presidente della Camera di Commercio”.  L’articolista Marco Preve richiamava  un servizio del Secolo XIX, maggio 2014, in cui Pasquale  dichiarava di avere le ‘mani salde’ e che se la banca fosse risultata danneggiata dai fidi agli imprenditori Orsero, Roveraro – Cappelluto, Andrea Nucera e C.  non avrebbe esitato a costituirsi ‘parte offesa‘. E ancora: ” A Genova – continuava Preve che a Pasquale aveva menato altri fendenti, non pare smentiti – hanno pensato che proprio Pasquale era presidente Carisa quando alcuni di questi fidi sono stati erogati, che sempre da presidente della banca finanziava associati dell’Unione Industriali che erano suoi datori di lavoro….Insomma hanno ritenuto che probabilmente Pasquale non fosse il soggetto indicato per presentarsi in tribunale a chiedere un risarcimento“. Come è andata a finire, direbbe Milena Gabanelli, è alla luce del sole. O forse no ?

Luciano Pasquale agosto 2015: ‘gela’ ambientalisti e Comune….Bacchettate del presidente di Camera di Commercio e Carisa..: L’Authority non è un’azienda municipalizzata – titolano in tandem Il Secolo XIX e La Stampa del 27 agosto scorso. “Nel caso del bitume – obietta Pasquale al quale è difficile trovare nei suoi interventi pubblici un parola di troppo o un inciampo –  valgono le considerazioni per altre attività. Rispetto delle norme vigenti, prescrizioni in sede di autorizzazione. ..Siamo di fronte ad una situazione emblematica sulla difficoltà che abbiamo ad affrontare il dilemma tra ambiente e salute. Non una sfida da vincere ma un’occasione per cavalcare uno dei due corni senza costruire nulla…Manca certamente l’autorevolezza di chi deve decidere se una cosa si può fare o meno sulla base delle norme e delle migliori tecnologie. All’interlocutore pubblico (vedi Comune e Regione ndr)  non viene riconosciuta  autorevolezza e credibilità. E’ un problema grosso e non si riesce a trovare una sintesi….”. Chissà  se questa volta gli ‘uomini del fare’ del berlusconismo al governo della Regione, con i ponenti imperiesi Sonia Viale, Marco Scajola, Giovanni Berrino, con i savonesi Stefano Mai ed il capogruppo Angelo Vaccarezza batteranno un colpo ? Ricorderanno l’allora big dei big, Claudio Scajola e la sua investitura via Secolo XIX: ” Pasquale lo vorrei in Regione, al Parlamento, nel governo fin da domani, è uno dei migliori manager che abbia Confindustria…, una grande risorsa”.

Per chi è appassionato di ‘come eravamo’, leggiamoci l’istruttiva (?) Margonary story con le firme, in sequenza, di Ermanno Branca e Ferruccio Sansa (La Stampa), Antonella Granero (Il Secolo XIX), Ferdinando Molteni (Il Secolo XIX), Luciano Angelini (la Repubblica), Gianluigi Granero (Il Secolo XIX), Vincenzo Delfino, da consigliere comunale (Il Secolo XIX), Angelo Verrando (Il Secolo XIX), Dario Freccero (Il Secolo XIX).

Luciano Corrado

 

Il sindaco Berruti e Giannotti (staff) alla Festa di Liberazione comunista del 2008

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IL SECOLO XIX 4 DICEMBRE 2008 PRIMA PAGINA SAVONA

LETTERA AL SECOLO XIX DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA FERDINANDO MOLTENI, GIORNALISTA E MUSICISTA (30 MARZO 2007)

LA REPUBBLICA – IL LAVORO LUCIANO ANGELINI (GIA’ CONDIRETTORE DEL SECOLO XIX E DOPO BRUNO BINI CAPO DELLA REDAZIONE DI SAVONA) DICEMBRE 2006

LETTERA AL SECOLO DI GIANLUIGI GRANERO  PRESIDENTE DELLA LEGA DELLE COOPERATIVE  DICEMBRE 2006

LETTERA AL SECOLO XIX DI VINCENZO DELFINO ( EX CONSIGLIERE COMUNALE E OPERATORE ORAFO) DEL GENNAIO 2007

ECCO TUTTI I NUMERI DEL PROGETTO PRESENTATI ALLA CATEGORIE ECONOMICHE: ARTICOLI DI ANTONELLA GRANERO E ANGELO VERRANDO FEBBRAIO 2007

IL GRAN GIORNO DELLA MARGONARA: FUKSAS IL VERO ECOMOSTRO E’ L’OSPEDALE-  FEBBRAIO 2007

SAVONA FAVOREVOLI E CONTRARI 2007

IL PROGETTO CHE PIACE ALLA CATEGORIE ECONOMICHE 2007

SINDACATI FAVOREVOLI AL PROGETTO 2007

 

LE FORZE IN CAMPO

 

L’ULTIMA INTERVISTA  AL GIGANTE GAMBARDELLA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L.Corrado

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