Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Le piccole storie sconosciute. A Varazze, San’Ermete (Vado Ligure) e Toirano


La Società Savonese di Storia Patria propone tre approfondimenti di ‘piccole storie di Liguria’ da Varazze (la prima famiglia che si stabilì in Argentina). Sant’Ermete di Vado Ligure (la cappella romanica) e Toirano (un teccio di castagne o un theicos bizantino?).

Varazze

Il secolo XIX è stato un secolo di transizione, travagliato da guerre, attraversato da cambiamenti in ogni campo: politico, economico, sociale e scientifico. La Liguria e la sua popolazione ne furono anche loro toccati e questa indagine mette in luce le conseguenze che questi avvenimenti ebbero sia sulla regione che su una piccola comunità come Varazze.

Vi sono quindi varie storie da seguire. La prima è quella di Varazze, nella quale viene descritta la vita economica della comunità e i suoi riflessi sulla popolazione. Tipologie e tecniche di coltivazione, rese dei prodotti agricoli, usi agricoli, alimentazione e malattie, allevamento del bestiame, caratteristiche della pesca varazzina sono esaminati in maniera dettagliata e approfondita. Come pure l’evoluzione industriale della cittadina, dalle tradizionali cartiere ai cantieri navali e al loro indotto, alle fabbriche di biacca, alle corderie, al cotonificio. Senza dimenticare l’artigianato, il commercio, i trasporti e la nascita del turismo verso la fine del secolo XIX. Vengono delineate pure le condizioni di lavoro nelle fabbriche, la nascita delle prime società operaie e i primi scioperi.

Per quanto riguarda la popolazione, i dati arrivano fino ai giorni nostri. L’ammontare e lo stato della popolazione, il movimento naturale (nascite, morti, matrimoni), i quozienti di natalità, mortalità, nuzialità mettono in evidenza le relazioni tra economia e popolazione e i profondi cambiamenti intervenuti nel tessuto socio-economico e culturale della comunità di Varazze. Ma non mancano informazioni sulle malattie e sulle epidemie che colpirono i varazzini nel secolo XIX e sulla mortalità infantile. E accanto ai rimedi della medicina ufficiale, vedremo quali furono quelli messi in campo dalla medicina popolare del tempo. L’indagine sulla popolazione non poteva tralasciare, infine, il fenomeno dell’emigrazione di massa che, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e in seguito alla crisi dell’agricoltura e della cantieristica, caratterizzò profondamente la società varazzina: intere famiglie lasciarono Varazze per dirigersi verso le Americhe. E a proposito di famiglie emigrate, seguiremo la piccola storia della prima famiglia di Varazze che si stabilì in Argentina.

Sant’Ermete di Vado Ligure cappella romanica

Uno dei più interessanti esempi di architettura romanica religiosa dell’area savonese è rappresentata dalla cappella di Sant’Ermete, nel territorio di Vado Ligure. Anche se molto rimaneggiata, presenta ancora numerosi particolari che la rendono meritevole di essere studiata a fondo e conservata. Purtroppo la cappella è inagibile dal 2007 per il crollo del soffitto.

La fotografia storica in alto indica perfettamente la sua peculiarità territoriale, essere situata nei pressi di un fondo agricolo pianeggiante da cui derivarono reperti romani ed una tenace tradizione, non suffragata da prove convincenti, che sia stata la sede dell’azienda produttiva di Publio Elvio Pertinace, imperatore romano per pochi mesi nell’anno 193.

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Il busto marmoreo nei pressi della facciata (a sinistra nella foto in alto) rappresenterebbe – ovviamente nella leggenda trattandosi di un’opera ben più recente – le sembianze dell’imperatore. La popolazione di Sant’Ermete e gli enti religiosi e civili locali si sono mobilitati per il salvataggio ed il recupero del monumento.

 

 

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Un’ultima curiosità: fin dal pieno medioevo, nella lingua locale, il luogo è chiamatoSant’Ermu; la dedica ci farebbe pensare a Sant’Elmo, piuttosto che a Sant’Ermete. Potrà essere anche questo un argomento di studio e di dibattito storico.

 

 

 

 

 

 

 

Toirano 1508: un teccio da castagne o un teichos bizantino?

Tra le insidie della ricerca toponomastica dobbiamo in primo luogo considerare come determinati termini possano essere interpretati in maniera diversa e contrastante. Nel caso di Toirano, nel corso della raccolta toponomastica che stiamo curando insieme con Giacomo Nervi, abbiamo rinvenuto un toponimo che compare per la prima volta nel locale catasto del 1508 come lo Teiho ed anche lo Theiho e nel successivo catasto del 1568 come Techio.

P1280741 - CopiaArchivio Storico del Comune di Toirano, Catasto del 1508, foglio 181v (lo theiho)

Di sicuro sappiamo che si trova in fondovalle, nei pressi del torrente Varatella, e confina con una parallela via pubblica, probabilmente nei pressi del centro abitato: non è quindi in un zona montana o tra i castagneti, non un semplice tecciu (= essiccatoio di castagne), come potrebbe sembrare nella versione del catasto del 1568.

Una fonte bizantina – Giorgio Cipro – cita un kastron Baractelìa (kastron = castrum, castello) che molti storici, tra cui Lamboglia, hanno individuato con Toirano, anche se rimangono alcuni dubbi su tale identificazione. Se il nostro toponimo si riferisse proprio ad un teichos (= fortificazione, in lingua greca) avremmo una prima conferma toponomastica di Giorgio e di un castello altomedievale in valle Varatella. Si tratterebbe di uno dei pochi toponimi di origine bizantina presenti in Liguria, confrontabile con il non lontano Pieve di Teco.

 


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