Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Imperia…Chi si vende per un piatto di lenticchie? Chi si vende a ‘me frai’ danaroso


Gli imperiesi doc ai ‘bei tempi’ invocavano Sanremo capoluogo, una provincia ‘grande’ da Spotorno a Ventimiglia, l’aggregazione Imperia – Albenga. Noi imperiesi siamo blasonati per il casinò, il Festival della canzone, la Milano -Sanremo. Siamo frustrati per il ministro più ‘perseguitato d’Italia’, secondo solo a Berlusconi. Nessuno può sottrarci il fustigatore, salutare, di casa nostra. L’esemplare scrittore prof. Vittorio Coletti. E poi il ‘me frai’, personaggio del dietro le quinte. Pare esista davvero: ‘ Il malaffare vince…e punisce ‘. Ma lui bisbigliava: …io finora l’ho fatta franca. Che dice ‘sciabolone’ ?

Siamo tra gli imperiesi – montanari (Scarpe grosse e cervellu fin)- che non stravedono per il sistema corrotto, il consociativismo imprenditoriale senza concorrenza. Siamo tra coloro che deprecano l’egoismo individuale o di categoria. Tra chi sostiene che il buon esempio deve partire dal basso e dall’alto. Proponiamo che ognuno non deve badare solo ai fatti propri, all’egoismo personale e fregarsene dei vicini di casa, degli amici, di tutti gli altri cittadini. Deprechiamo che all’aumento del benessere diffuso non abbia corrisposto una crescita, stile nord Europa, della coscienza civile o sociale, della cultura, dell’educazione civica (materia abolita persino dall’insegnamento scolastico) e soprattutto della classe politica. Sia provinciale, regionale, nazionale. Non taciamo il ‘peccato mortale’ del sindacato di destra e di sinistra. Non ha mai preso le distanze (ci scusiamo per eventuali dimenticanze a noi sconosciute) dagli scansafatiche, assenteisti, incapaci, nati stanchi. Siamo solidali con imprenditori e dipendenti (pubblici e privati) che praticano il senso della responsabilità e del dovere. Non è vero che chi ci ha governato appartiene al mondo del ‘tutti uguali’. Nell’imperiese abbiamo avuto l’esempio di Natta, Lucifredi, Amadeo, Viale; nonostante il lungo potere non si arricchivano, non custodivano tesori da ‘nascondere’, così per il savonese Pertini, il genovese Taviani. Nessuno di loro abitava in ville da favola con parco e campo giochi, piscina, garage, hobby dell’imbarcazione in porto.

Pur con ideologie e fede diverse si sono battuti nella difesa dei ‘nostri valori’, dell’uguaglianza, dell’equità verso i più deboli e indifesi. Non facevano passerelle con gli irresponsabili, con chi pratica l’ingiustizia del proprio potere, non si inchinavano al vescovo gay e ai monsignori giullari. Siamo tra gli imperiesi – montanari  solidali con i cittadini probi, le questioni di principio vengono dopo. Siamo per i preti di ‘campagna’ come lo furono don Bellocchio, don Tassara, don Contestabile, don Gastaldi, don Ferrari, don Brunengo, don Gandolfo che negli anni ’50 percorreva ogni giorno, a piedi, strade e sentieri per raggiungere la parrocchia di Marta (82 parrocchiani), frazione di Villanova d’Albenga e morto disperso nei boschi, causa arteriosclerosi. Celebrava la S. Messa ogni mattina e per le 9 tornava nel Seminario Vescovile dove insegnava ai seminaristi del ginnasio e liceo. C’è ancora chi ricorda qualche parroco dell’entroterra che nelle credenza della canonica custodiva pane raffermo.

Sosteniamo che oggi più di ieri ha vita difficile chi svolge onestamente il proprio lavoro.  In un contesto da Belpaese  che pratica il sistema vincente della corruzione, potendo contare su omertà e scambievoli complicità. Vorremmo rompere l’indifferenza. Le manette e la certezza della pena per i corrotti non siano un’eccezione, contrariamente a quanto accade negli Stati Uniti, nel centro e nord Europa. Un rigore e una giustizia tali da scoraggiare anche i delinquenti in giacca e cravatta,  magari prediletti  dal piccolo schermo televisivo che aiuta a conquistare consenso, popolarità. La corruzione si fa scudo delle inefficienze della burocrazia, quelle sabbie mobili che consegnano nelle mani del sistema corrotto il rilascio di un permesso o di una concessione, controlli sui posti di lavoro e sicurezza (cantieri edili in particolare), la tutela dell’ambiente, bene comune. Non mancano sindaci e pubblici amministratori piccoli eroi del dovere e che non partecipano alla spartizione dei costi della politica. Praticano nel loro piccolo l’eroismo quotidiano senza suonare la tromba o le campane.  (luciano corrado).

FATECI SAPERE CHI HA VINTO I PREMI, COME E’ FINITA…GRAZIE. GLI AMICI GIORNALISTI TACCIONO, DIMENTICANO ?  

 


L.Corrado

L.Corrado

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