Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Da Borgio a Laigueglia unico ATO: cos’è?


L’articolo di Augusto Rembado comparso su LA STAMPA di sabato 28 febbraio 2015 dal titolo “ATO UNICO DA BORGIO A LAIGUEGLIA”, per chi non è un addetto ai lavori come me, è abbastanza incomprensibile. Ad esempio non so cosa significa ATO, oppure sub-ambito, oppure ancora “Servizio idrico integrato”. Certo il giornalista non ne ha alcuna colpa, avendo lui unicamente il compito di riferire i fatti, ciò che accade.

Roberto Melone del Comitato Savonese Acqua Bene Comune

Le spiegazioni ed i chiarimenti, invece, dovrebbero giungerci dai nostri amministratori che, in teoria, hanno l’obbligo di informare e coinvolgere i cittadini negli impegni che sottoscrivono a loro nome, ma che, in pratica, mai avviene.

La lettura dell’articolo ci ha fatto capire che è stato creato un nuovo e importante soggetto pubblico, che avrà il compito di gestire l’acqua e la depurazione della stessa.

Per comprendere meglio cosa è accaduto in Provincia durante la conferenza dei sindaci di sabato scorso ricorriamo ancora una volta alla competenza ed alla conoscenza di Roberto MELONE, del Comitato Savonese Acqua Bene Comune.

Domanda: Cos’è l’ATO e perché nasce?

L’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) nasce con la Legge Galli del 1994 con l’intento di superare la frammentazione delle gestioni del Servizio Idrico. Da questo punto di vista una legge di buon senso che sarebbe stata, ove applicata sul serio, in grado di rispondere al fatto che stiamo parlando di acqua, quindi di un Bene Comune, di un diritto umano come è stato sancito anche dalle Nazioni Unite (ONU).

D. Cos’è il Sub-ambito?

La tendenza della politica, passata, presente e, immagino, anche futura, è quella di trattare la gestione dell’acqua (dalla captazione alla depurazione) come una questione meramente mercanitilistica, dove a farla da padrone non c’è il diritto umano e il Bene Comune ma, al contrario, il profitto. Il tutto come se il referendum del 2011 non ci fosse stato e 27 milioni di cittadini e cittadine italiani non si fossero recati alle urne e non avessero detto che l’acqua doveva essere gestita in forma pubblica, partecipata e senza profitti.

In questo senso la tendenza della politica è quella di creare ambiti molto grandi, spesso addirittura di carattere regionale, dove il controllo e la partecipazione dei lavoratori del servizio e dei cittadini è cancellato.

In Liguria siamo riusciti a contrastare questa tendenza e a far si che di ATO non ve ne fosse uno ma cinque.

Ora, la creazione di ulteriori sub-ambiti, di per se, è da salutare in modo positivo, pur rimanendo il fatto che queste decisioni vengono sempre prese nelle segrete stanze senza il necessario confronto con le cittadine e i cittadini.

Il sub ambito è quindi la divisione dell’ATO savonese in due parti, una che va da Laigueglia a Borgio Verezzi, e l’altra che va da Finale Ligure a Varazze. La Val Bormida aveva già un suo ATO separato dal resto della provincia in base alla legge n° 1 del 2014 della Regione Liguria.

Va precisato che allo stato attuale delle cose la divisione in due sub-ambiti è una presa di posizione e una richiesta dell’assemblea dei sindaci. Bisognerà vedere cosa risponderà la Regione Liguria che, però, pare sia d’accordo con questa scelta.

L’ATO e, quindi, anche il sub-ambito, non sono i soggetti che gestiranno il Servizio Idrico Integrato: sono invece le strutture pubbliche di governo e di indirizzo del Servizio, cioè il luogo dove i sindaci, possibilmente in collaborazione con i lavoratori del servizio medesimo e con i cittadini, definiscono la forma di gestione e il conseguente affidamento del servizio, gli investimenti che si dovranno fare ecc..

D. Cos’è il Servizio idrico integrato?

Il concetto di Servizio Idrico Integrato (SII) nasce sempre con la Legge Galli del 1994.

L’obiettivo di tale norma è assolutamente condivisibile: se va superata la frammentazione, questo va fatto anche tra la gestione dell’acqua (acquedotti) e la sua “ripulitura” dopo l’uso (depuratori).

Quindi per ciclo integrato si intende la gestione che va dalla captazione (le sorgenti o i pozzi ecc.) al riutilizzo delle acque depurate (per esempio in agricoltura), passando attraverso la distribuzione dell’acqua nelle case, i controlli sulla qualità ecc.

D. La creazione del Sub-ambito è strettamente legata all’allaccio dei reflui dell’albenganese al depuratore di Borghetto S.Spirito. ?

La situazione savonese si trascina da anni. Il gestore unico doveva essere deciso dall’ATO savonese (intera provincia) almeno da una decina di anni, se non di più.

La mancata decisione è imputabile a numerosi fattori: la mancanza di informazione, formazione e conoscenza da parte di molti, troppi, amministratori locali, gli scontri “campanilistici” da una parte e di schieramento politico dall’altra, il tutto nascosto dietro l’alibi di una legislazione poco chiara , cosa per altro non vera, soprattutto dopo il referendum del 2011.

In questo quadro poco edificante è probabile che la decisione di creare due sub-ambiti sia legata alla questione annosa della depurazione dell’estremo ponente savonese. Il timore delle sanzioni europee, le spese per l’allaccio al depuratore di Borghetto ecc. hanno fatto si che i sindaci del levante (Finale-Varazze) accettassero di buon grado questa scelta.

E’ poi anche vero che le strutture sia acquedottistiche che della depurazione del levante avranno bisogno, nei prossimi anni, di interventi ed investimenti di non poco conto.

Per i sindaci del ponente (Borgio-Laigueglia) la decisione probabilmente nasce dall’idea di sottrarsi ai pericoli derivanti dalla presenza nel levante di gestori privati (con all’interno un colosso come IREN che non ha certo a cuore il Bene Comune) e quindi, di contare di più nelle scelte.

D. Se non esistesse la minaccia delle sanzioni europee per chi non depura, l’Ato Unico sarebbe nato lo stesso?

L’ATO unico sarebbe nato comunque perché lo prevede la Legge Galli. Forse non sarebbero nati i due sub-ambiti.

Vorrei però fare presente una cosa: l’urgenza di oggi è quella di dotare l’ATO unico (Laiguegli-Varazze) o i due sub-ambiti (Laigueglia-Borgio / Finale-Varazze) , dei loro organismi istituzionali di governo perché i sindaci devono capire che gli indirizzi strategici sugli investimenti, sull’individuazione del gestore ecc. sono loro che li devono dare, loro e nessun altro.

E’ senza senso il fatto che tutti aspettino la società per la depurazione di Savona, la SCA o la Servizi Ambientali che facciano una proposta. Sono i sindaci, magari in modo partecipato da lavoratori e cittadini, che devono dare queste indicazioni. Le società varie dovranno solo prendere atto e agire di conseguenza. Insomma il primato della politica, quella vera, capace di traguardare campanilismi e divisioni, e di pensare al futuro, al Bene Comune e all’interesse generale.

Silvestro Pampolini


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S.Pampolini

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