Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Casa della Legalità: ‘ Dagli anni ’80 la ‘ndrangheta governa Albenga e tu Cangiano non sapevi…dimettiti. Avevi in lista…’


Una registrazione di oltre due ore mezza in rete web. Il tema era il ‘giallo’ della morte di Luisa Bonello, le tramende accuse (e illazioni?).’Suicida’ come sostiene il rigoroso Pm, GB. Ferro, o suicidata, uccisa col silenziatore (?). Contro il vescovo Lupi c’è chi pronuncia parole, sostantivi, aggettivi, verbi, da querela oppure da perdono. Sul banco degli accusati, alla assemblea pubblica di giovedì 12 febbraio 2015 anche “l’assenza di giornalisti, la quiescenza dei mezzi di informazione locale”, la necessità di ‘cronisti con la schiena dritta’. E nel ‘tritatutto’ è finito pure l’avv. Giorgio Cangiano, sindaco di Albenga, al quale gli stessi avversari (Angelo Vaccarezza e C.) hanno riconosciuto stima personale, ma messo all’indice, tra applausi, da Christian Abbondanza della Casa della Legalità di Genova.

Raffaella Paita e il sindaco di Albenga avv. Giorgio Cangiano

E’ probabile che la Casa della Legalità abbia della storia recente e passata di Albenga documenti riservati e che pochi  potrebbero aver avuto la fortuna o le capacità di leggere, scoprire, capire. Christian Abbondanza, fama di superbattagliero, affiancato da un sacerdote, don Lupino – cappellano del carcere Sant’Agostino dagli anni ’80, parroco senza peli sulla lingua e senza timori referenziali neppure verso il suo vescovo- ha scandito chiaro e tondo: ” ma la ‘ndrangheta è dagli anni ’80 che governa Albenga“. Aggiungendo che  Libera (l’associazione di don Ciotti), testuale ” ha premiato il sindaco Cangiano con il braccialetto…proprio lui che ha detto che la ‘ndrangheta (ad Albenga ?) non c’è….Tu Cangiano avevi in lista  candidato Fabrizio Accame, uomo di Gullace, Fameli, Pronestì….ci sono le foto….Pronesti Rocco che con Elio Gullace, fratello  del boss, a Torino voleva uccidere un magistrato e bloccati….Giorgio, il sindaco, fratello del fidanzato (ex ndr) della figlia di Elio Gullace….e tu Cangiano non sapevi  che hanno società, appalti, sub appalti con la ‘ndrangheta…, non mettiamo in dubbio la tua buona fede, ma ti devi dimettere perchè avevi  ed hai il dovere di approfondire, indagare, chiedere informazioni agli inquirenti, alla prefettura…prima di indire gare…se non hai il coraggio te ne devi andare…”.

A tutto c’è un limite, dice il buon senso. Può darsi che la Casa della Legalità, come ha fatto fino ad oggi ed ha ribadito Abbondanza nell’assemblea alla libreria Ubick, abbia prove inoppugnabili e che di fronte alla giurisprudenza della Suprema Corte in materia di diffamazione abbia valutato i pro e i contro. Abbondanza che ha chiamato in causa pure altri nomi (al di là del dramma Bonello – vescovo – ispettore di polizia) quali Angelo Vaccarezza, l’avvocato Paolo Marson, il signor Fotia  di Scavoter di Vado Ligure che “minaccia e sputa per terra quando mi passa davanti”, che ha parlato  della società Fera gradita al centro sinistra, in mano alla ‘ndrangheta….Ha ribadito: “...c’è il rischio di querele…e che querelino…“. Non solo cannonate, dunque, ma sfida a viso aperto, senza anonimato. Il sindaco di Albenga è avvertito. Da vecchi cronisti di strada eravamo all’oscuro, al di la di alcuni periodi bui a Palazzo Civico, della presenza della tratta di prostituzione maschile e femminile che domina l’Aurelia con l’arrivo della notte; eravamo ignari, dicevamo, che Albenga da 32 anni è governata da una cupola mafiosa. Due sindaci, Mauro Testa, socialista e Angelo Viveri comunista, finiti in carcere  in tempi diversi, per reati contro la pubblica amministrazione, in inchieste dissimili. Entrambi prosciolti pure per insufficienza di prove e reato prescritto.

Forse non siamo stati così bravi ed intelligenti nel capire, scoprire, verificare. Umili cronisti di provincia, con immancabili querele e cause civili, ad iniziare dal maxi risarcimento che chiese l’allora potente presidente della Regione, Alberto Teardo: un miliardo e mezzo di lire nel 1981. Alla fine dell’avventura di poveri cronisti c’è una condanna a 150 mila lire per ‘aver pubblicato atti coperti dal segreto istruttorio‘. Il nostro editore non ha mai pagato un lira di danno anche di fronte alle querele dell’allora big Giovanni Nucera, padre del latitante, ancora per poco, Andrea.

I lettori albenganesi e della piana ci ‘perdoneranno’ per non averli informati, prima con La Settimana Ligure, poi dal gennaio 1970 al maggio 2003  sulle pagine del Secolo XIX e La Gazzetta del Lunedi, dal 2005 attraverso il blog trucioli savonesi, ora trucioli.it. La mafia dominava anche il palazzo comunale ? C’erano tanti Ponzio Pilato ?  (L.C.)


L.Corrado

L.Corrado

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